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-Bai! Hai dimenticato la valigia rossa in camera tua!-

Corro su per le due rampe di scala, inciampo, ma non cado, per fortuna.

Sbadata come sono, non è difficile che io inciampi in qualcosa.

Afferro la benedettissima valigia rossa, comprata chissà quanti strabenedetti anni fa, dai miei benedetti genitori, in Spagna.

Il suo peso mi sorprende: mi rendo conto che forse, tre valigie, piene fino al colmo, possono sembrare eccessive, ma vi assicuro che non lo sono: dentro vi sono solo cose essenziali.

Salgo sulla macchina esibendomi in un salto degno di una gazzella:- Baileys, ti dai all'ippica?-

Mio padre mi prende sempre in giro, fa spesso riferimenti alla mia passione per l'alcol chiamandomi "Baileys" e le sue battute nascono con l'intento di far ridere, ma finiscono sempre con  tutta la mia famiglia che si sbellica dalle risate e io che li sopporto ogni attimo di meno.

-Papo, dov'è parcheggiato il jet?-

-A La Guardia, secondo te ci conviene andare in macchina o con la metro?-

-In macchina, assolutamente!- Rispondo categoricamente.

-Non stavo chiedendo la tua opinione, Bai. Cosa ne dici, amore?- Mio padre si gira verso mia madre.

-Assolutamente con la metro!-

Sbuffo e mio padre sblocca le portiere.


-Dobbiamo scendere alla prossima, fate attenzione.-

Ci facciamo largo tra la folla, io avevo proposto di dividerci le valigie: una a testa, ma ovviamente, in questa famiglia non mi ascolta mai nessuno, perciò me le sono dovuta tenere tutte io: tre valigie e ho solo due braccia.

Di sicuro non riuscirò ad uscire dalla metro in tempo e rimarrò chiusa nella metro, e dovrò cambiare un sacco di stazioni e i miei genitori forse capiranno che sarebbe stato meglio se ci fossimo divisi le valigie.

-Muoviti!- Mia mamma mi spinge giù, appena la metro si ferma, inciampo nei miei stessi piedi e cado per terra, mentre tutta la folla mi soffoca.

-Oddio, le mie valigie!- Urla mia mamma, povere valigie: evidentemente sono la sua priorità.

Grazie, mamma. Davvero, grazie per la considerazione.

-Dai, Bailee, fai in fretta!- 

Io non capisco che fretta ci sia: il pilota aspetta solo noi, essendo noi i soli passeggeri, essendo il jet nostro! Perchè dobbiamo correre? Io ho ancora male ai piedi da ieri: le mie amiche mi hanno portato a ballare per dirmi addio, quindi alcol a fiumi, qualche sigaretta e labbra gonfie per i tre ragazzi che ieri sera erano indescrivibilmente belli.

La testa mi gira, le gambe mi fanno male, le labbra sono gonfie: non sono messa benissimo.

Mi rialzo e afferro le tre valigie: due sono trolley, l'altra ha un'odiatissima maniglia.

-Possiamo, per piacere, rallentare?!- Urlo ai miei genitori.

Si girano spazientiti e sbuffano.

Ah, ma dai, loro sbuffano: qua dovrei essere io a sbuffare, devo ripetere i mille miliardi di motivi per cui oggi è il giorno meno adatto per andare la prima volta al mio college?

Arrivati in aeroporto, un nostro dipendente, finalmente, si avvicina e mi chiede se ho bisogno d'aiuto:-Finalmente qualcuno mostra un po' di cortesia: sì, grazie, ho bisogno che queste valigie arrivino al nostro jet intatte, puoi farlo tu per me?- Rispondo con tono saccente.

Distance; 距離Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora