Capitolo 1

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Non c'è niente di meglio di un giretto notturno per farti venire delle idee.

(J. K. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco)


*** *** ***


           Si aggrappò a ogni spigolo, a ogni tratto di parete che riuscì a trovare, mentre tentava di correre il più velocemente possibile entro quello spazio risicato. Più di una volta le sue dita mancarono la presa sui mobili o scivolarono sul muro a causa del sudore, che inevitabilmente andava a impregnare la carta da parati. Cercò di rallentare al minimo gli ansimi, per fare meno rumore possibile, mentre stringeva le gambe al petto per non farsi trovare. Al riparo della scrivania, avvertì sempre più vicini i timidi scricchiolii delle scarpe dell'uomo, assordanti come spari fra le montagne. In quel momento, la sua mente riuscì a pensare a cento altri nascondigli migliori rispetto a quello scelto, e si trovò a prestare attenzione a ogni più inutile dettaglio che lo circondava: il grumo di polvere in un angolo del mobile, la macchia un po' più scura nelle nervature del legno. Di fronte a sé vide comparire la punta di quelle scarpe, che gli si avvicinavano con sicurezza calcolata, come un cacciatore di fronte alla sua preda, eliminando ogni altro vago pensiero. A nulla valse l'aggrapparsi al mobile con le unghie, scrostandone la superficie con strisciate evidenti. La mano nemica si strinse con brutalità alla sua maglietta, strappandola nell'intento di sbattere il corpo con violenza.

Il tonfo venne immediatamente seguito da un dolore sordo alla nuca e, mentre il cervello pulsava velocemente, poteva sentire con chiarezza il cuore pompargli nelle orecchie, comprimendosi e rilassandosi, accompagnato da un fischio che lo riportò lentamente alla realtà. Strinse gli occhi per mettere a fuoco ciò che confusamente lo circondava: il materasso poco sopra di lui, le lenzuola arrotolate tra le caviglie e la durezza del parquet che non dava tregua alla sua testa.

Si sollevò stanco dal pavimento mentre, con la mano tra le ciocche rosate, si massaggiava la parte lesa. Scoprendo come anche il resto del corpo fosse dolorante, si trascinò imprecando verso il bagno. Il tempo necessario a fare pipì e già era riuscito a mandare a quel paese tutte le possibili divinità presenti nell'universo, evidentemente più mattiniere di lui e decisamente più stronze, considerando l'incubo con sfrontata caduta dal letto.

Sempre lo stesso... C'era da chiedersi se il suo cervello non avesse una qualche ossessione per i thriller scadenti e che, essendo lui una persona pigra al cubo, mancasse di fantasia nel variare soggetti, luoghi e trama. Forse avrebbe dovuto preoccuparsi. Era davvero normale provare così tante sensazioni e ricordare ogni dettaglio, come se veramente l'avesse vissuto, in tutti i suoi odori e consistenze? Poteva ancora sentire il fetore acre di sudore della mano dell'uomo, come se gli fosse entrato nel naso; ma poteva essere tutto una suggestione. In ogni caso, per ora, doveva solo pensare a come arrivare in orario al lavoro.




           "Grazie, torni a trovarci."

Yoongi riuscì finalmente ad allontanarsi dal bancone e versarsi del caffè in una tazza. Il bisogno quasi patologico di quella bevanda non era certo facile da sopprimere quando si lavorava in un bar. La qualità era buona solo quanto bastava a permettergli di sopravvivere per il resto della giornata, ma non poteva fare lo schizzinoso.

Dopo quella breve pausa tornò a servire i clienti. Erano pochissimi gli habitué (lui stesso non sarebbe tornato due volte): tra questi vi era anche un ragazzo, certamente suo coetaneo. Da quando lavorava lì non c'era stato giorno che non si fosse presentato (non che gli importasse davvero, ma era inevitabile non accorgersene). Ordinava ogni volta qualcosa di diverso e sedeva al solito posto, accanto alla finestra e di spalle alla porta. Ovviamente questo costringeva Yoongi a servirlo personalmente al tavolo, una delle poche svolte movimentate nella giornata, altrimenti spesa dietro la cassa. Se ne stava lì, per dieci minuti buoni, tamburellando con il piede e con le dita chissà quale musica riprodotta dal suo telefono, per poi andarsene regalandogli un grande sorriso.

Rebus ~Yoonseok~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora