Capitolo 15

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It took a small accident to make it happen. And that is how I discovered the secret. That elusive ingredient, that spark that is the breath of life... yes I have that knowledge! I hold the key to life... ITSELF!

(The Rocky Horror Picture Show)





*** *** ***





Aveva sempre pensato si trattasse di un ripostiglio, certamente non poteva immaginare di trovarsi di fronte una stanza del genere. Era come se si fosse dischiuso di fronte ai loro occhi un universo alternativo in cui il tempo si era fermato a un momento imprecisato. Si ritrovò catapultato nel passato di una persona sconosciuta; tutto gli suggeriva uno stato di sonno inquieto, pacificamente sedato dalla polvere ma vibrante di un disordine a cui avrebbe volentieri posto rimedio. Yoongi era forse l'elemento che avrebbe stonato di più lì in mezzo, se solo non avesse assunto un aspetto tanto perso. Aveva preso posto nell'area più inosservata, un angolo dietro la porta, in piedi come una piantana sgangherata. La sua attenzione era rivolta verso il basso, mettendo in luce uno sparpagliato numero di fogli. La sua espressione era indecifrabile come lo erano troppe cose di lui, tuttavia Hoseok, ancora una volta, non poteva fare a meno di innamorarsene. Non aveva il coraggio di avvicinarglisi, temendo di vederlo disfarsi lentamente al solo spostarsi dell'aria attorno a lui. Si chiese perché fosse tanto accorto nei suoi confronti, perché nonostante tutto quello che aveva passato non poteva in alcun modo avercela con lui. Decise semplicemente di non pensarci, avrebbe rispettato la sua richiesta, per l'ennesima volta, standosene buono ad aspettare ancora un po'.
"Ti avevo raccontato di mio padre. Se ne andò all'improvviso, la sera prima cenammo come niente fosse e la mattina dopo la casa era vuota come il suo armadio. Questo era il suo studio, come puoi immaginare. È rimasto chiuso fino a quando..." Hoseok provò a fare un passo nella sua direzione, fermandosi non appena Yoongi esitò nel parlare. Lo vide combattuto nel cercare le parole adatte solo per gettare poi tutto alle ortiche. Il suo corpo scese lentamente verso il basso poggiandosi su quel tappeto di carta e Hoseok si sentì trascinato a fare altrettanto. Mantenne una distanza di sicurezza per evitare di infrangere il delicato equilibrio che si era creato, continuando a tacere e aspettare.
"Ho trovato queste", Yoongi prese una manciata di fogli a caso e li tese verso di lui, "le ha scritte prima di andarsene. Si potrebbe pensare siano le sue ultime parole a me."
I fogli gli sembrarono pesanti come non mai e i suoi occhi scattarono sconvolti a guardare quelli per nulla turbati di Yoongi ma, ancora una volta, si impose di non dire nulla. Tuttavia non poté mancare di notare che l'altro lo stava osservando in attesa. E in effetti Yoongi attendeva qualcosa, un qualunque segnale da parte di Hoseok che gli facesse capire che non serviva parlarne. Sperava lo interrompesse a un certo punto, valutando le eventualità offertegli dalle prove che aveva in mano, ma Hoseok non lo avrebbe avvantaggiato. Guardò solo furtivamente le tante scritte che chiazzavano quelle pagine per tornare a osservare il volto del ragazzo di fronte a lui. Gli bastò un sopracciglio alzato con convinzione per esortarlo a continuare.
"Mia sorella è stata uccisa dal suo 'amato fidanzato' e per questo motivo mio padre ha fatto in modo che non capitasse anche a me-" se prima faticava a trovare il modo di parlare, una volta aperti gli argini non riuscì a fermarsi. Yoongi divenne un fiume in piena che sommerse Hoseok senza riprendere fiato, sfogando su di lui la furia che credeva di aver eliminato, quella stessa ira che aveva provato la prima sera in cui lesse la condanna alla loro relazione.
"-ha inventato una stronzata scientifica che mi impedisce di provare sentimenti romantici ed è così che mi ritrovo questa cicatrice. Pensavo fosse dovuta all'incidente e invece ho scoperto di essere una fottuta cavia da laboratorio, rattoppata a regola d'arte".
Hoseok ormai aveva abbandonato la già incrinata maschera di impassibilità per mostrarsi apertamente incredulo. Si impegnò a ignorare quell'ulteriore fitta al cuore, a non sentirlo spezzarsi un po' di più di fronte a quelle che erano palesi scusanti. Ma non ci riuscì. In una frazione di secondo passò dallo sbigottito al rabbioso, convogliando in rovente collera tutto il suo dolore nel sentirsi nuovamente tradito.
"Non ti sembra di esagerare? È una storia davvero fantasiosa ma non credi di avermi umiliato abbastanza?" Furono le sue stesse parole a dargli il colpo di grazia e il carico di adrenalina si raggrumò a formare un doloroso groppo all'altezza della gola.
"Perché vuoi continuare a prendermi in giro così e non mi dici semplicemente che ti ho stufato o che hai trovato un'altra persona?" Avrebbe dovuto fermarsi, lo sapeva, ma tutti i suoi sforzi per non interromperlo erano stati presi a bastonate dalla crudeltà di quel racconto. Non poteva credere che lo Yoongi che conosceva fosse capace di mentirgli fino a quel punto, ma ormai era appurato che non poteva scommettere su molte cose. Allontanò lo sguardo -consapevole di non poter reggere altre bugie- ma venne intercettato da una sua mano. Questa si strinse con fermezza al suo polso, ricordandogli quanto la loro vicinanza era determinante nonostante fingessero non lo fosse. Yoongi si era reso conto che la caparbia tenacia di Hoseok stava traballando verso l'inesorabile crollo e per un vergognoso attimo provò soddisfazione. Si era difeso dal suo assalto sbattendogli in faccia la verità con la stessa brutale crudezza che aveva colpito lui. Tuttavia, vedendo la sofferenza dell'altro, non riuscì a rimanere indifferente; la sua sagoma tipicamente energica si era afflosciata come una marionetta dai fili tranciati. Una parte di Hoseok se ne era andata ed era talmente evidente da risultare straniante, convincendo Yoongi ad attirarne a sé anche il più infimo lacerto con un vigore che credeva sopito irrimediabilmente.
"Non ti sto prendendo in giro! Se avessi voluto l'avrei fatto sin da subito, anzi non avrei proprio iniziato nulla. So che ti sembra impossibile ed è per questo che ho voluto portarti qui. Perciò voglio che queste le abbia tu", finalmente gli occhi di Hoseok si concentrarono sulle carte che aveva in mano. Languì giusto un istante alla vista del palmo di Yoongi che ancora sostava ustionante attorno al suo polso. Fu solo questione di un attimo, poi il calore affettuoso che lo avvolgeva lo abbandonò.
"Ti prego di leggerle, dopodiché potrai farne ciò che vuoi. Mi spiace davvero che le cose siano andate così. Credici oppure no, ma nulla potrà cambiare quello che sono". Quelle parole si fecero lentamente spazio nella mente di Hoseok, sradicando ogni preconcetto per lasciare terreno all'inesplorato passato di Yoongi. Molte volte aveva desiderato saperne di più per creare un legame tra di loro, voleva conoscere il retroterra che aveva generato la sua peculiare personalità. Quante volte aveva immaginato l'infanzia in cui era cresciuto, o quali fossero stati i suoi passatempi preferiti. Chi era stato il suo primo amore, se aveva tirato le trecce a qualche bambina o parlato sognante sotto lo scivolo con un compagno di giochi conosciuto al parco. Anche l'ultima pagina terminò e Hoseok non aveva mai desiderato così tanto che nulla di tutto quello fosse accaduto. Ripensò a quella volta a casa sua, mezzi nudi sul tappeto a vagheggiare come poteva essere vivere la stessa vita ma in un contesto diverso. Da lì Yoongi era arrivato ad accennare qualcosa su suo padre e in quel momento Hoseok si era sentito estremamente importante: lui, una persona degna di vederlo spogliarsi delle sue riserve. Persino alla luce di quanto appena letto, era sbagliato anche solo considerare di rimpiangere quel momento per scappare dalla realtà. Eppure non poteva evitare di pensare che ci fosse qualcosa che non tornava. Osservò Yoongi intento a evitare il suo sguardo e, facendo appello all'ultimo briciolo di razionalità che gli rimaneva, i suoi dubbi parevano confermarsi. Con una mano si stava scompigliando i capelli ormai del tutto scoloriti e il volto esprimeva emozioni che variavano assieme al fluire dei suoi pensieri. Finalmente incontrò il suo sguardo e Hoseok vi lesse aspettativa mentre immagini dei giorni trascorsi insieme fluivano liquide tra di loro, colorando e dando spessore al filo che li univa. Quindi si decise: sapeva di poterlo convincere e avrebbe tentato il tutto per tutto.
"Io ti credo", disse scatenando improvviso stupore in Yoongi, "credo al fatto che tu possa aver troncato i nostri rapporti per riflettere. È una valanga di informazioni da reggere, specialmente per venire da un uomo che credevi disinteressato a te. Sarà stato difficile scoprire un lato di lui che non immaginavi". Era riuscito ad avere la totale attenzione da parte di Yoongi, ancora incredulo di fronte alla sua indulgenza. Se c'era una cosa che Hoseok aveva capito di lui era la capacità con cui si defilava da domande scomode. Aveva la subdola abilità di capire in tempo se la piega del discorso non andava a suo favore e dimostrarsi indifferente fino a che quello non fosse morto sul nascere. Ma ciò che aveva imparato veramente conoscendolo era che, al di là della corazza di insensibile risolutezza, anche Yoongi aveva i suoi punti deboli e, una volta abbassata la guardia, non poteva esimersi dal farsi travolgere dal corso degli eventi. A quel punto Hoseok avrebbe indirizzato la sua confusione e le sue domande direttamente alla fonte; l'unica cosa di cui avrebbe dovuto assicurarsi era che non fuggisse da lui. Questa volta avrebbe fatto di tutto per non venire buttato fuori dal suo mondo.
"Sì, sono convinto che tu possa aver pensato tutto ciò, mi chiedo solo come mai tu creda a queste cose. Da quando ti lasci influenzare da quello che dicono gli altri? Tanto più da qualcuno che fino a poco tempo fa dicevi di disprezzare". Hoseok non aveva avuto torto e come ipotizzato il disorientamento colpì Yoongi, trascinandolo a sé come una bambola docile e rassegnata.
"Che intendi? Hai letto, è chiaro che-"
"No, Yoongi, non è chiaro per niente! Chi ti dice che non si tratti di vaneggiamenti, di pensieri a caso o l'ennesimo gioco di chi comunque aveva intenzione di lasciarti? Come puoi prendere sul serio questa roba e non me? Dio, Yoongi ascol-"
"NO", improvvisamente sembrò risvegliarsi dalla passività che lo aveva pervaso sin dal suo ingresso nell'appartamento. La sua schiena si era raddrizzata tramite una volontà che ricordò a Hoseok la sprezzatura con cui l'aveva conosciuto. Yoongi si tirò in piedi per poi allontanarsi da lui, deciso a distaccarsi da quella vicinanza pericolosa. Teneva un braccio disteso di fronte a sé, schermandosi dalla sua persona e parlando con volitiva convinzione.
"Tu non capisci. Non può essere un delirio quella che ho riconosciuto essere la verità! È sempre stato così! Da che io ricordi, non ero mai entusiasta come invece lo erano gli altri bambini. Loro, sempre pronti a scoprire nuove cose e fare conoscenza mentre io me ne stavo da una parte a giudicarli. Allo stesso modo non mi capacitavo di come gli altri ragazzi potessero perdere la testa per un'altra persona fino a programmarci un futuro insieme. Agli occhi di tutti ero lo strambo di turno e non me ne è mai fregato nulla da voler cambiare le cose. Non ho mai avuto il desiderio di sapere cosa voglia dire avere una relazione, tutti l'hanno considerata l'ennesima stranezza dovuta al mio carattere burbero e io ho fatto altrettanto. Non ci ho mai dato peso e ora capisco perché"
"Al diavolo! Possono esserci mille ragioni -non avevi trovato la persona giusta o volevi darti tempo e sperimentare- ma non puoi venirmi a dire che è impossibile innamorarti! Non funziona così!"
Gli occhi di Hoseok brillavano dalle emozioni. Era evidente il suo bruciante desiderio di rivalsa, il volersi mostrare una persona decisa tanto da rassicurarlo. Il tono della sua voce rivelava una disperazione straziante, corrodeva il suo spirito scontrandosi ad armi pari con la volontà di sopraffare Yoongi. Per la prima volta, la più importante da che lo aveva incontrato, desiderò con tutte le sue forze di avere l'ultima parola in una discussione.
"Mi spiace Hoseok ma ci ho riflettuto a lungo e ho dovuto riconoscerlo. È stato sesso, bellissimo e totalizzante, ma solo sesso. E tu devi accettarlo."
Se Hoseok credeva di aver già conosciuto il limite entro cui il suo cuore poteva comprimersi ora non ne era più tanto sicuro. Si aggrappò con tutte le sue forze alla certezza di avere ancora delle chances con lui. Con casuale leggerezza si avvicinò a Yoongi che, resosi conto della loro prossimità, impietrì. Ma i suoi muscoli non vollero saperne di allentarsi, rapiti dal suo odore e dalla cocente vampata di calore che lo chiamava a sé. Le sue spalle vennero strette dalla morsa delle mani di Hoseok incapaci di controllarsi. Sconvolto dall'irruenza del gesto, tentò di scrollarsele di dosso. Si dimenò con dissennata frenesia, tentando inutilmente di fuggire a ritroso dalla loro stretta e dal suo sguardo quasi allucinato.
"SMETTILA", urlò Hoseok, "devi smetterla di fingere che sia così. È stato sesso, all'inizio, ma quello che abbiamo condiviso dopo andava ben oltre e tu lo sai!"
Lo sconcerto animò Yoongi che con caparbietà scrollava la testa mentre tutta la grinta che lo aveva posseduto si smorzava. La mente gli gridava di allontanarsi, di non cedere alle lusinghe e mettersi al riparo dalla scomoda situazione in cui si trovava. Improvvisamente rivide il se stesso che si raggomitolava addosso a Hoseok dopo un sonno particolarmente tormentato e tanto bastò a confonderlo ulteriormente, se possibile. Non lo sopportava. Non poteva soffrire quello stimolo così primordiale di concedersi liberamente alle possibilità che Hoseok gli offriva a ogni sguardo. A ogni tocco la sua perseveranza veniva presa d'assalto e detestava quanto potere la sua libido avesse concesso all'altro. Doveva resistere; strinse gli occhi per tentare di eludere le sue insicurezze e aggrapparsi al suo obiettivo.
"NON CAPISCI CHE LO STO FACENDO PER TE? Non potrò mai darti altro che questo e se finora ti ho illuso che ci potesse essere qualcosa di più MI DISPIACE!"
Minuti di interminabile silenzio turbinarono attorno a loro. Avvolti da una cappa di sentimenti e ricordi fracassati, il respiro di Yoongi tornava lentamente normale. Non si era accorto del suo accelerare così come non si accorse del mondo attorno a sé. Impegnato ad allontanarsene, attendeva il momento che avrebbe decretato la fine di tutto. Gli occhi erano ancora chiusi con una forza tale da riuscire a vedere lampi di un bianco accecante, un bagliore che aveva il peso di una sentenza tombale. Le mani di Hoseok raccolsero il suo viso in un abbraccio cauto e il bagliore che aveva colpito Yoongi era ora di fronte a lui. Un sorriso lieve, lucente, si era finalmente aperto sul volto di Hoseok, i cui pollici accarezzavano pigri le guance di Yoongi -un gesto terribilmente familiare- mentre le punte delle dita si arricciarono stanche sulla delicata pelle del suo collo.
"Non puoi pensare una cosa del genere e poi dirmi che non provi nulla", parole d'ambrosia alle orecchie di Yoongi. Tentò di dissociarsene ma l'intensità negli occhi di Hoseok era un masso che lo ancorava al presente. Incatenato a quel momento, non riuscì a fuggire al miele che lo avvolgeva e continuava a tracimare dalla bocca dell'altro.
"Yoongi, non spetta a te decidere. Io voglio rischiare e non sono mai stato tanto sicuro in vita mia! Da quando abbiamo parlato la prima volta, già sapevo che avrei fatto di tutto pur di mettermi in gioco. Io voglio tentare, con te". Lo stomaco di Yoongi, già oppresso, subì uno scivolone sulla scia dello sguardo di Hoseok, gonfio e lucido di emozioni a lungo represse. In un battito di ciglia, intorpidite di improvviso languore, le labbra dell'altro erano a un passo dal suo naso. Avvertì il respiro irregolare di Hoseok spostarsi dal ponte alla punta per scendere con incertezza verso il basso. Impossibilitato a ragionare, Yoongi fu costretto dal suo stesso corpo, traditore, a dichiararsi perduto. Istintivamente si inumidì le labbra mentre le sue membra si scioglievano in un liquido ammasso di sottomissione. Un solo soffio distanziava la sua bocca da quella di Hoseok, l'ultimo dannatamente invitante centimetro che avrebbe potuto salvare Yoongi da se stesso. Nel blackout che oscurò la sua mente erano poche le parole che si sentiva di poter dire, ma uscivano solo negazioni stiracchiate di fronte all'invito suadente del corpo di Hoseok. Le loro felpe si incontrarono -un legame che mancava loro come l'aria- ma non era sufficiente.
"Ti prego", il fiato di Hoseok era il suo, le parole mossero le labbra di Yoongi come se lui stesso le avesse pronunciate, "permettimi di provarci. Dacci un'occasione, non lasciare che qualcosa di diverso da noi decida al posto tuo". E quello fu il momento in cui Yoongi si permise di considerarsi umano. Gli fu possibile non addossarsi colpe per il semplice fatto di non riuscire a resistere a una tentazione. Forse era follia, inerzia o semplicemente insistenza ben calibrata, ma Yoongi accolse quel bacio come una benedizione. Quel patto col suo personale diavolo inebriò i suoi sensi e tra le sue braccia -come aveva osato dimenticare quanto fossero confortevoli?- alla fine cedette. Era consapevole di stare andando contro tutto ciò che aveva preventivato. Il suo intero mondo si stava ribaltando fuori controllo, una brusca virata rispetto alle sue volontà. Nessuna distanza, non più, solo beatitudine umida e torrida. Sconvolgente e disperata: questa era ora l'esistenza di Yoongi e, ancora una volta, ruotava attorno a Hoseok coagulandosi in fretta in un unico sussurro.
"Ti amo".

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