Capitolo 7

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La gente dice: ''è evidente come il tuo naso''; ma quanta parte del mio naso io riesco a vedere, a meno che qualcuno non mi tenga davanti uno specchio?

(I. Asimov - Io, Robot)


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La pausa pranzo e il pomeriggio videro il locale colmo e bisognoso di attenzioni; inoltre, come tipico dei fine settimana, si potevano facilmente osservare le tante tipologie di clienti, più o meno irritanti. C'erano gli indecisi cronici, che facevano aumentare la fila e spazientire chi aveva la sfortuna di essere il cliente successivo. Gli scorbutici, che puntualmente si trovavano dietro gli indecisi, quindi ulteriormente scontrosi. Fastidiosissimi, poi, i missili che sparavano mille richieste assurde e venivano puntualmente maledetti da Yoongi -perché non potevano prendersi un semplice the freddo? Per non parlare delle fan, frotte di ragazzine che avrebbero fatto di tutto per un numero di telefono e un appuntamento con uno dei camerieri. Quelle per Yoongi erano le peggiori, capaci di regalargli solo un forte mal di testa causato da gridolini e scie di profumo tanto forti da stendere un elefante.
Arrivarono le sei senza che se ne rendesse minimamente conto, salutando un Jungkook altrettanto stanco e, come volevasi dimostrare, con le mucose nasali totalmente distrutte, allietato solo dall'idea di continuare l'incontro che quella mattina lo aveva lasciato trepidante di attesa. Trascorsero dieci minuti e ancora le uniche figure che gli passavano davanti erano quelle di sconosciuti che camminavano in fretta verso la loro destinazione o si godevano placide il lassismo festivo. Non c'era traccia di Hoseok e Yoongi non sapeva cosa pensare mentre continuava a sostare davanti al bar, con gli occhi fissi sullo schermo del telefono, bloccandolo e sbloccandolo nell'illusione che l'orologio si sbagliasse. L'intensa vibrazione rischiò di farglielo scivolare dalle mani che febbrili andarono ad aprire il messaggio. Delle scuse, un indirizzo e la richiesta di vedersi lì. Certamente non era quello che aveva immaginato -non che lui si fosse aspettato realmente qualcosa. Era un appuntamento quello? Hoseok sembrava il tipo e glielo aveva pure detto che avrebbe fatto le cose per bene, ma lui? Solitamente non stava a soppesare cose di questo genere, che considerava come burocrazia inutile per questioni che dovevano essere semplice interazione umana. Ma Hoseok lo costringeva a contraddire i suoi principi, quindi si diresse dove indicato dal messaggio, a testa bassa e concentrato solo sulla strada, sperando di non maledirsi a posteriori per la sua scelta.
Giunse davanti a quella che sembrava essere una scuola e avvicinandosi vide uscirne proprio Hoseok, con un bambino che gli stringeva la mano mentre scendevano le scale. Nel piazzale antistante, ferma di fronte a un'utilitaria, una giovane donna li stava attendendo, accucciandosi sulle ginocchia e allargando le braccia alla loro vista. Subito il bambino corse verso di lei e Yoongi avvertì con maggiore chiarezza come il macigno allo stomaco nato quella mattina non era affatto scomparso ma solo assopito. La pesantezza stava riemergendo con vigore alla vista di quello che doveva essere il suo sorriso ora rivolto a qualcun altro. Scendendo veloce a intorpidirgli le gambe e gelandolo sul posto, poteva sentire quel masso accartocciargli le viscere, come schiacciate nella robusta stretta di un mostro verde.
Hoseok riconobbe la sua esile figura ferma a distanza, quindi si inchinò frettolosamente verso la donna e salutò con la mano il bambino. Corse verso il barista, portando con sé una ventata d'aria fresca che avrebbe dovuto spazzare via l'amaro dalla bocca di Yoongi, il cui sguardo era ancora inesorabilmente puntato sul parcheggio di fronte. Ma con un rombo la macchina si allontanò, trascinandosi dietro parte di quella tensione ancora viva in lui e a fare il resto ci pensò Hoseok stesso, ormai a un respiro di distanza, avvolgendo discreto un braccio attorno alla sua vita.
"Scusa se ti ho fatto venire fin qui, ma non sapevo quanto tempo ci sarebbe voluto. Ti va bene se andiamo a mangiare? Muoio di fame" e così dicendo lo accompagnò verso un chiosco a poca strada da lì. Non aspettò neppure una risposta, che in ogni caso non sarebbe arrivata considerando lo stato in cui versava l'altro, ancora sensibilmente pensieroso.
Presero posto a sedere e mentre attendevano la loro ordinazione Yoongi si leccò le labbra, come a voler buttare fuori quella domanda che spingeva per avere risposta. Si chiese come fosse possibile riuscire ad aprirsi tanto facilmente rivelando, quasi col cuore in mano, molte ansie e dubbi che gli ronzavano in testa. Ma il volto di Hoseok era sereno -alternava lo sguardo dal suo ai rumori provenienti dalla cucina- e qualcosa in Yoongi lo spronava a buttarsi, una sensazione sottopelle che solleticava per farlo parlare.
"Che ci facevi in quella scuola?" Decise comunque di salvare le apparenze aggirando la questione, fiducioso di giungere ugualmente alle spiegazioni che voleva.
"Insegno. Corso di ballo per bambini, niente di troppo serio o agonistico insomma, ma è molto utile per coloro che sono... beh, diciamo ribelli. Indirizzo le loro energie su qualcosa che li faccia sfogare con un po' di disciplina."
Le spalle di Yoongi si abbassarono appena, alleggerite in parte da timori tanto dannosi quanto inconsistenti. Eppure Hoseok sembrava in grado di leggere nei suoi occhi, o comunque qualcosa lo portò a spiegarsi ulteriormente -che fosse un'innata logorrea o l'ennesimo tentativo di scusarsi con lui.
"Quel bambino, prima... La madre ha avuto un imprevisto e non è riuscita ad arrivare in tempo per la fine della lezione. Mi spiace non sia andata come avevo sperato... avevo progettato di venirti a prendere in grande stile!"
Lo guardò di sottecchi mettendo su uno scherzoso broncio da primato, accompagnato da lievi smorfie che, in circostanze normali, avrebbero infastidito Yoongi causandogli un'orticaria. Ora, però, non sembrava esserci alcuna normalità, soppiantata invece da una risata che proruppe con forza. Avvenne in modo così naturale, nella sua bizzarria, da scuotere ogni fibra del suo corpo lasciando Hoseok completamente incantato da quella visione. Mangiando con gusto, tra un racconto e un altro sulle rispettive giornate, continuarono a conservare nel loro intimo quell'assaggio di paradiso. Chissà, se le cose fossero andate bene quella sarebbe potuta diventare la quotidianità e, specialmente per Yoongi, non poteva che essere un travolgente desiderio inespresso.

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