Capitolo 4

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A volte alcuni pensieri si fanno largo in modo insolito quanto inatteso, sino a far accendere in noi idee luminose; momenti di tale subitanea ispirazione sono rari nella vita.

(A. Delalande - La trappola di Dante)


*** *** ***


Il tintinnio del campanello appeso alla porta venne inghiottito dal caos del locale che soffocò Yoongi con il suo vociare di clienti e la musica quasi assordante di sottofondo. Strizzò gli occhi nella penombra della luce fumosa, tentando di individuare la figura di Namjoon o quella di Seokjin, lieto nel constatare come effettivamente erano riusciti a farsi riservare un tavolo. Tentò di evitare possibili gomitate dalla folla che aveva letteralmente accerchiato il bancone pieno di alcolici, già a quell'ora fitto di gente mezza alticcia. Quindi, cauto e pienamente cosciente di come la sua altezza non giocasse a suo favore, riuscì a raggiungere la coppia.

"Ce l'hai fatta! Per un attimo ho pensato che ci avessi dato buca."

Gli occhi lucidi di Jin, insieme a un inutile sorriso furbetto nel rimarcare le ultime parole, gli fecero ipotizzare per un attimo che lui potesse essere proprio una di quelle persone da poter già definire brille. Tuttavia, dal bicchiere quasi pieno -che aveva tutta l'aria di essere una disgustosamente stucchevole Caipiroska alla fragola- non poteva essere sicuro che il suo brio derivasse effettivamente dall'alcool. Namjoon, d'altro canto, stava guardando il suo compagno in maniera piuttosto adorante, con il mento appoggiato al palmo della mano e questo gli fece pensare che piuttosto la sua venuta avesse rovinato un qualche tipo di momento romantico. Ma, dopotutto, erano stati proprio loro ad averlo invitato!

"Sì, scusate il ritardo, ma un signore al ristorante ha litigato a lungo con il cassiere", disse sorridendo tra sé e sé al ricordo di quella scenetta. Yoongi, che al bar si era ritrovato spesso in quella situazione, non aveva potuto fare a meno di essere divertito nell'assistere a quel dramma di cui, per una volta, non era protagonista. Era proprio ironico (se non lievemente malvagio) ridere di qualcosa per cui lui, più di altri, avrebbe dovuto provare empatia. Ma se il karma doveva punirlo, almeno lui avrebbe potuto dire di essersi fatto una bella risata.

Togliendosi la giacca si guardò intorno, per cercare di bloccare uno degli indaffaratissimi camerieri. Finalmente riuscì ad intercettarne uno in lontananza, o almeno sperava che il tipo con la camicia bordeaux a cui aveva appena fatto cenno fosse un cameriere. Quando la distanza si fece meno consistente riconobbe il grembiule allacciato in vita e, decisamente più sollevato, tornò a rivolgere la sua attenzione verso Jin e Namjoon. Quest'ultimo, improvvisamente, si mise a sbracciare in modo scoordinato verso un punto indefinito dietro Yoongi, urlando -per quel poco che si sarebbe riuscito a sentire nella sala- "ehi Jimin, vieni qui!"

Sapeva che Seoul non era affatto una città di piccole dimensioni e non credeva fosse facile incontrare una stessa persona in luoghi totalmente diversi da quelli abituali, ma dovette ricredersi.

"Hyung devo lavorare!" La delicata voce della persona in questione apparteneva a colui che, finora, era noto a Yoongi solo come il fanboy numero uno di Jungkook.

"Oh mamma, ma tu non lavori al Break free Cafè?" Lo sguardo speranzoso e, insieme, timoroso che gli offrì era decisamente divertente da osservare.

"Sì, lavoro lì."

Erano chiari come il sole i pensieri che frullavano nella testa del piccoletto e vedendo come le sue pupille si spostassero da Yoongi verso il vuoto numerose volte, era evidente che fosse impegnato in qualche film mentale. Poi tornò a concentrarsi con sforzo verso di lui, arrossendo lievemente, e rivolgendoglisi addirittura con devozione, neanche fosse il Santo Graal.

Rebus ~Yoonseok~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora