Capitolo 3

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Esaminare la curiosa e dura logica della passione, e la vita emotiva e colorata dell'intelletto- osservare il punto in cui si incontrano, e quello in cui si separano, e dove diventano la stessa cosa, e dove si oppongono l'una all'altra- che piacere c'era in questo!

(O. Wilde - Il ritratto di Dorian Gray)

*** *** ***

Il vapore si stava finalmente diradando, restituendo poco alla volta il suo riflesso allo specchio. Respirò a fondo l'odore del bagnoschiuma attaccato alla pelle, per cancellare qualsiasi ricordo olfattivo e, frizionando con l'asciugamano i capelli ormai scoloriti, tentò ancora una volta di sgombrare la mente dall'ennesimo delirio onirico. Fu quasi automatico pensare alle cosce sode di colui che -diavolo, perché non aveva ancora chiamato?- avrebbe potuto distoglierlo da pensieri più tediosi. E dalla noia che, assieme al suo fisico letargico, lo aveva portato a dormire malamente sul divano, provocandosi un fastidioso accenno di torcicollo. Era venerdì sera e il giorno dopo avrebbe avuto una quantità di clienti che nemmeno da Starbucks si sarebbero visti -il che, ovviamente, non era vero, ma il fine settimana era comunque stressante in confronto agli altri giorni.
Prese uno dei jeans più fidati dal suo guardaroba e, mentre andava alla ricerca della felpa più comoda per il suo giorno libero, non poté fare a meno di adocchiare continuamente il telefono, nella speranza di veder comparire una qualche notifica. Con la testa ancora incastrata nel collo della maglietta sentì, leggermente ovattato, un trillo e con prontezza incredibile riuscì a riemergere dall'incastro di stoffa, non mancando di lacerare qualche cucitura. Lo sguardo corse quasi istintivamente allo schermo del telefono, ancora desolatamente nero, nonostante avesse distinto benissimo quello che era, in realtà, il suono leggermente distorto del suo citofono (difettoso da quando Yoongi ne aveva ricordo). E, infatti, non passò molto tempo prima di sentirlo nuovamente, con insistenza, accompagnato da qualche bussata. Avvicinandosi alla porta, infastidito nel profondo dalla vaga sensazione di sconfitta, avvertì anche un concitato brusio farsi sempre più riconoscibile.
"La smetti? Probabilmente non è in casa, non serve a nulla attaccarsi al campanello e, se continui così, con la tua delicatezza sfonderai la porta. L'ennesima."
Aprì ai vicini sperando che il suo volto esprimesse almeno la metà del suo essere indispettito (per voler essere garbati), cosa che aumentò notevolmente vedendo come, per i due, lui fosse praticamente trasparente.
"Ennesima? È successo solo una volta e solo perché i cardini erano già fuori asse," e mentre le guance di questi si stavano imporporando (Yoongi non riuscì a capire se per rabbia o per l'imbarazzo) aggiunse in tono dimesso "e poi, tesoro, ti ho già chiesto scusa."
E si poteva anche dire che Yoongi fosse un tipo scontroso, sempre imbronciato ed emotivamente costipato, ma non poteva certo sopportare oltre la spiacevole situazione che si stava svolgendo di fronte ai suoi occhi -socchiusi come i cancelli dell'inferno che avrebbe voluto scatenare. Non bastava loro averlo distratto dalla deprimente attesa di un messaggio da parte di Hoseok (attesa probabilmente inutile, che avrebbe quindi peggiorato il suo umore nero, in un gramo che si morde la coda). No, quei due si erano letteralmente spalmati addosso e si stavano scambiando troppa saliva per i suoi gusti. Non era a suo agio con le dimostrazioni eccessive di affetto (che, inoltre, in quel momento a Yoongi parevano esagerate per una stupida riappacificazione), specialmente dal momento in cui lui era frustrato a morte e non poteva scambiarne.
"MA CHE CAZZO!"
Era quasi convinto che il suo grido si fosse sentito fino allo Yemen, ma a quanto pareva funzionavano solo le 'buone maniere' per farli staccare. Namjoon, come niente fosse, "ehi Suga!", entrò in casa (neanche lo avesse invitato) semplicemente scansandolo, addirittura con la faccia tosta di mostrare un sorriso abbagliante mentre si trascinava dietro la sua dolce metà. La sua giornata stava decisamente prendendo una brutta piega. Spinse violentemente la maniglia, nella speranza che l'assordante tonfo metallico facesse intuire ai due 'ospiti' l'esatto grado di accettazione nei loro confronti.
"Cosa volete?", chiese nel modo più acido possibile, acidità che divenne quasi corrosiva nel momento in cui i suoi occhi si posarono sul ragazzo 'dalla mano gentile', Namjoon, l'attentatore numero uno della sua altrimenti quieta giornata. Se ne stava seduto comodamente sul suo divano con la caviglia sinistra, leggermente scoperta, appoggiata alla coscia destra: una posizione fin troppo rilassata per uno che a breve sarebbe stato buttato fuori dalla stessa porta che aveva quasi distrutto. Mentre fissava quel suo dannato sorriso bonario, lo sguardo di Yoongi arretrò in maniera naturale a contemplare l'intera scena, stucchevolmente familiare nell'intimità con cui la mano dell'altro ragazzo, Seokjin, poggiava tranquilla sulla gamba del compagno. Fu proprio quest'ultimo a fornirgli la risposta tanto desiderata.
"Stasera andremo in quel nuovo locale in centro e ci chiedevamo se tu volessi venire con noi."
Si poteva chiaramente sentire, al di là del suo tono pacato, un vivo interesse e un'eccitazione di fondo nell'avere la sua compagnia. A conferma di ciò arrivò anche, praticamente subitaneo, il deciso cenno di assenso da parte di Namjoon, il quale dette corda al compagno aggiungendo, quasi sgridandolo, "e non provare a dirci che hai da fare, perché sappiamo benissimo che oggi non lavori e che le tue faccende implicherebbero un paio di birre per mano, oziando bellamente sul divano."
Era sempre così con loro due, che gli si presentavano davanti nei momenti meno opportuni. Ma forse non era proprio così che stavano le cose, anzi... in realtà non lo era affatto. Semplicemente riuscivano a imporgli la loro, a volte silenziosa, presenza ogni giorno: da un semplice "buon lavoro", urlatogli dal parco intanto che lanciavano un frisbee alla scodinzolante Dal, mentre Yoongi caracollava verso il bar, fino al "buonanotte" quando tornava stanco dal lavoro, sussurrato dolcemente da Jin (che non voleva disturbarlo ulteriormente con un tono di voce troppo altro) e accompagnato da una, non troppo delicata, pacca sulla spalla da parte di Namjoon. Si poteva dire tranquillamente che la coppia rappresentasse un qualche tipo di affetto 'paterno', se così si poteva definire, da cui probabilmente, proprio per questo motivo, non riusciva veramente a separarsi. Per quanto non di rado risultassero invadenti, queste loro entrate in scena simboleggiavano per Yoongi quanto di più vicino ci fosse a un'ancora, un approdo sicuro. Proprio per questo decise di accettare l'offerta e, sempre attento a farla sembrare il più grande favore che potesse fare all'umanità, rispose scrollando le spalle con indifferenza.
"Sì, verrò. E comunque, mi hai appena dato, non poco velatamente, dell'alcolizzato? Inoltre, per vostra informazione, non avrei 'oziato', mi sarei semplicemente rilassato, distendendo queste geniali membra dalla fatica della giornata."
Detto ciò si premunì della sua migliore faccia da serial killer, pronto a uccidere chiunque avesse osato rispondere a quella che, obiettivamente, avrebbe potuto essere un'affermazione discutibile. Ma per sua fortuna, o più probabilmente per istinto di conservazione da parte Namjoon, quest'ultimo non replicò. Poteva, quindi, dirsi quasi soddisfatto, facendo finta di non sentire quello stridio di piatti insaponati che esprimeva l'inconfondibile ilarità di Jin. Proprio quest'ultimo, con le spalle ancora scosse dal riso e il volto arrossato, si alzò dal divano tirando per la manica il fidanzato, particolarmente imbronciato per non aver potuto esternare la propria derisione- d'altronde era di dominio pubblico che Seokjin fosse l'unico essere sulla faccia della Terra a poter osare con Yoongi. Quando finalmente riuscì a tornare serio guardò il proprietario di casa con affetto, come a volersi far perdonare se sghignazzando l'avesse offeso e continuò, "allora ci vediamo alle 22.00, davanti all'ingresso."
Erano già alla soglia quando Namjoon aggiunse "ah, forse invece saremo già ad aspettarti dentro. Se avremo fortuna un nostro amico riuscirà a riservarci un tavolo!"
Così dicendo si allontanarono, percorrendo di pochi passi il corridoio verso il proprio appartamento. Yoongi aveva appena chiuso la porta dietro di sé e già poteva immaginare la loro cagnolina, che al momento stava abbaiando felice, mentre saltellando si buttava tra le loro braccia. Incredibile come, da un semplice scenario di vita quotidiana, in questo caso assolutamente innocente, la mente umana riuscisse a vagare in libertà secondo associazioni spesso anche improbabili. Come se avesse premuto invio sul suo personale motore di ricerca, le immagini che gli si proponevano erano perfettamente correlate al tema del 'buttarsi tra le braccia', ma totalmente decontestualizzate rispetto a suddetto quadretto domestico -nonché eroticamente incentrate.

L'orologio sulla parete segnava ormai quasi le 20.30 quando si trascinò verso la camera da letto per cambiarsi e dannazione, aveva aperto quell'armadio troppe volte in una sola giornata, anzi nel giro di poche ore! Svogliato come non mai, ma deciso al massimo delle sue forze a svuotarsi da pensieri ingombranti (di cui non avrebbe avuto tempo di occuparsi), sostituì la felpa con la maglia regalatagli da Jungkook che, a detta di quest'ultimo, era "adatta a ogni occasione" (con tanto di occhiolino). Per un attimo pensò di invitare anche il ragazzino, ma non aveva idea di che tipo di locale fosse ed era meglio andare in avanscoperta. Yoongi sperava solo, e vivamente, che fosse provvisto di buona musica e della sufficiente quantità di alcool che gli permettesse di soddisfare il suo precedentemente mancato 'momento relax'.
Con la sua inseparabile giacca di pelle, prese telefono, chiavi e portafoglio per andare a mangiare al ristorante per famiglie, a due isolati da casa, di cui era solito servirsi quando non era in vena di cucinare. Poteva sentire già, senza sforzarsi troppo d'immaginazione, il sapore del tenero bulgogi scioglierglisi sulla lingua. Lo stomaco reclamava con sempre più insistenza e, con l'acquolina in bocca e il passo affrettato, la tanto attesa notifica da Hoseok era ormai un ricordo sfumato.


Rebus ~Yoonseok~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora