Apathy

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Dove sono?
Luke si svegliò lentamente da uno sonno che sembrava eterno, si sentiva tutti i muscoli indolensiti. Che cos'era successo?
Cercò di ripercorrere mentalmente l'accaduto; si ricordò del cappio e di Ashton che l'aveva salvato, ma soprattutto della lite con Michael.

<< Hey, sei sveglio >> gli sorrise un ragazzo, che all'inizio non riconobbe.
<< Sono sveglio >> rispose incurante.
Quando la sua vista si fece meno sfocata riuscí ad identificare il suo interlocutore: Ashton.
Luke sorrise amaramente.

Non sei tornato neanche quando ho tentato di togliermi la vita, eh, Michael?

Il suicidio non sono era stata una reazione disperata alla tristezza e solitudine che da sempre oscuravano la vita del ragazzo, ma era stato un espediente per cercare di avvicinare il rosso, senza riuscirci.

<< Michael? >> chiese al castano, con sguardo sfuggente.
<< Ha preferito di non disturbarti >> mentí, grattandosi la testa e facendo un sorriso tirato.
<< Sí, immagino >> sospirò Lucas.
<< Non vuole più vedermi, vero? >> chiese, cercando di nascondere l'amarezza che pesava come un macigno sul suo cuore.
<< N-non è questo... è complicato >> cercò di spiegare.
<< Cercherò di farglielo capire >> rispose una voce proveniente dall'uscio.

Gli occhi di Luke si riempirono di lacrime, forse i suoi sforzi non erano stati vani.
Ashton osservò la reazione del ragazzo: quell'avversario che prima aveva odiato, facendo capolino nella vita di Michael rubandogli il cuore, rubandogli il posto che lui voleva conquistare da anni, ora gli faceva quasi compassione.

<< M-michael >> pronunciò rossidendo.
<< Hey Lucas >> sorrise a sua volta.

Ashton guardò la scena e capí di essere di troppo, quindi sorrise e si diresse verso la porta.

Non incasinare tutto Michael.

Michael sorrise, e annuí.
Il castano uscí di scena, lasciando gli altri due da soli, immersi nel silenzio.

<< Mi dispiace per quello che ti ho detto
ieri >> esordí Michael.
<< Non era quello che volevo, non volevo che ti facessi male, ma in realtà ti ho spinto solo a farlo. Mi dispiace, è tutta colpa mia, se solo non ci fossimo conosciuti io... >>

Non sarei innamorato di te, terminò Luke per lui.

Michael avrebbe voluto non sentire ciò che la sua mente aveva appena percepito. Il sentimento che provava era cosí evidente, anche per il mittente. Non che ci volessero altre prove, ma il sentirselo dire lo aveva scosso.

<< Michael >> lo chiamò il biondo, facendolo tornare alla realtà e lasciare l'Iperuranio.
<< Di che colore ho gli occhi? >> chiese.
Michael lo guardò con sguardo confuso, non riuscendo a capire il perché di quella domanda.
<< Azzurri, come il colore del cielo >> rispose lui, con certezza.
<< Come lo sai? >> domandò il biondo.
Michael non aveva la più pallida idea se stesse delirando, o  se il suo discorso, ai suoi occhi, avesse un senso.
<< M-me l'hai detto tu, quella sera, sul
divano >> sorrise, ripensando al momento.
<< Michael >> lo chiamò nuovamente.

Il rosso deglutí sonoramente, era visibilmente a disagio, quelle domande lo stavano facendo sudare freddo, soprattutto perché non riusciva a controllare la situazione, e odiava il fatto che il biondo avesse quel potere su di lui.

<< Tu mi ami? >> chiese ingenuamente, come quando un bambino chiede ai propri gentori se gli vogliono bene.
Michael rimase paralizzato, non credeva che quella creatura tormentata potesse essere capace di una domanda cosí diretta e spontanea, ma più di tutto, non sapeva davvero cosa rispondere.

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