Sweet creature.

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Harry si trovava sulla sua scrivania in legno di ciliegio, con il suo diario, quello che ormai non usava da tempo, dove erano state oppresse tante delle sue emozioni, che forse neanche lui sapeva di avere.

Su quelle pagine c'erano parole d'amore, parole amare e altrettanto crude, che nessuno aveva mai letto, che nessun occhio aveva mai osato leggere fra quelle righe, tranne gli occhi verdi del proprietario.

Se si era attenti mentre lo si sfogliava, le pagine erano macchiate da lacrime, che ormai si erano asciugate su quei fogli ingialliti.
C'erano altrettanto macchie di caffè, gocce cadute da tutte quelle volte che Harry portava la tazza blu scuro alle sue labbra carnose e morbide, che sbadatamente muoveva.

C'erano tracce di inchiostro sbiadito a causa del tempo.
Forse erano quasi tre anni che non lo apriva più quel diario dalla copertina di cuoio, rovinata anche quella.

Quel quadernino era stato un suo compagno di avventure, di felicità e di tristezza per diversi anni.
E per Harry era così prezioso, che non voleva che qualcuno sapesse della sua esistenza, era per questo che lo teneva nascosto sotto il materasso.

Per anni gli aveva confidato le sue paure più grandi, e le sue mille giornate passate a raccontare fatti negativi e positivi della sua vita.

Ad Harry serviva qualcuno che lo ascoltasse attentamente, senza ribattere, ma bensì capirlo e non farne parola con nessuno.
E quel diario sembrava proprio farlo.
Su quelle pagine che sporcava di inchiostro riusciva veramente ad essere se stesso.

Sapeva che nessuno lo avrebbe giudicato, finchè avrebbe confidato e scritto quelle parole al suo vero ed unico amico, composto da fogli di carta.

Poi si dimenticò di lui completamente, lo lasciò a marcire sotto il materasso del suo letto ad una piazza e mezza.
Non ne aveva più fatto uso, se ne era quasi dimenticato fino a quella sera, nella quale non riusciva a dormire.

Decise allora di sistemare la stanza e di rimetterla in ordine, buttando tutto ciò di cui non se ne faceva più nulla.
Controllò ogni angolo della sua camera, fin quando non alzò il materasso e lo notò.

Si bloccò come un'idiota.

Lo osservava, rovinato e invecchiato.

Si avvicinò con passo incerto verso il suo letto e lo accolse fra le sue calde e morbide mani, che lo aprirono.

E tutte le sue emozioni sepolte lì dentro lo colpirono direttamente in faccia, come un pugno dritto sul naso.

Forte.

E poi lo poggiò delicatamente sulla scrivania, perchè infondo ci teneva.

Ma insomma, buttare una cosa in un angolo per liberartene non vuol dire tenerci davvero.
Usarla e poi lasciarla lì a marcire, non era tenere davvero ad una cosa.

Si sentì un po' patetico, ed infatti i suoi gesti lo erano.

Lo trattò come qualche anno prima, con accortezza.

Sembrava che quel diario non lo avesse scosso affatto dalla sua espressione, ma dentro non si poteva dire lo stesso.

Un misto di emozioni lo invasero, senza preavviso, lo fecero e basta.

Si mise seduto sulla poltrona e lo aprì delicatamente, sfiorando pagina per pagina con estrema delicatezza, come a paura di causargli ulteriori danni.

Sorrise malinconico, alle sue stesse parole.
Alla sua vena artistica, abbandonata anche quella, sempre per colpa di terze persone.

Aveva abbandonato qualunque cosa lo facesse sentire vivo, aveva buttato tre anni della sua vita e neanche se ne era accorto.

Aveva preferito sfuggire da tutto quanto e nascondersi come al solito, nel suo piccolo mondo composto solo da lui e se stesso.

Prese la penna dall'inchiostro blu e la osservò, ricordandogli un paglio di occhi ben distinti.

Quelli di Louis.

Lui era da giorni che non lo vedeva e sarebbe stato un bugiardo a dire che un po' non lo aveva pensato.

Ci aveva pensato, spesso.

Alla sua figura minuta, a come quando rideva puntualmente mostrava tutti i suoi trentadue denti e arricciava il nasino un po' a patata.

Alla sua voce soave e morbida, ma allo stesso tempo acuta che a lui non dava per niente fastidio, anzi, l'avrebbe ascoltata per tutta la vita se avesse potuto.

Era la sua melodia preferita.

Aveva ripensato al modo strano in cui si era presentato, che subito lo fece sorridere.

Alla sua timidezza, che cercava di nascondere facendo il duro.

Al suo sorriso che era un concentrato di serenità e bontà.

Alla sua sfrontatezza e alla simpatia che in ogni sua frase non mancava mai.

Al modo in cui semplicemente attirava gli occhi su di se, soltanto camminando e passando davanti ad un gruppo di ragazzi o ragazze che erano.

Lui riusciva comunque a catturare lo sguardo di chiunque, proprio come aveva fatto con Harry, la prima vera volta che l'aveva visto la mattina fuori da quella scuola.

Una sua parte avrebbe voluto rivederlo.
Incontrare di nuovo quegli occhi grandi e blu, ma l'altra avrebbe voluto evitare.

Avrebbe voluto evitare perchè a quanto pare a Louis importava solo il sesso, o così gli aveva detto la sua amica Lottie.

E ad Harry un pizzico di tristezza aveva velato i suoi limpidi occhi verdi, come un pizzico di fastidio, che non sapeva spiegare.

Forse era perchè se lo aspettava diverso.

Se lo aspettava romantico, dolce e a modo, ma del resto non lo conosceva, quindi non poteva permettersi di sputare sentenze così a caso.

Avrebbe preferito però non conoscerlo, non voleva essere ferito di nuovo, però Harry ci pensava a quanto sarebbe stato bello posare le dita su quella morbida e leggermente abbronzata pelle.

Se la immaginava così profumata e delicata, che se solo le sue dita lunghe e affusolate avessero stretto sui suoi fianchi sarebbero rimasti i segni rossi.

Louis Tomlinson era così delicato agli occhi di Harry Styles.

Il riccio aveva negato più volte a se stesso il fatto che ci potesse essere un interesse insomma l'aveva visto solo una volta.

Ma i suoi pensieri e le sue guance accaldate che contornavano perfettamente il suo volto dicevano altro.

Eppure lui voleva mentire persino a se stesso.

Grande, grandissimo sbaglio.

E poi mise la penna in mezzo ai suoi denti bianchi e allineati perfettamente fra loro.

La mordicchiò un po' in modo quasi ossessivo, nervoso.

E poi di getto scrisse Sweet Creature.

Perchè si, nonostante i suoi mille difetti, secondo Harry, Louis era comunque una Dolce creatura.

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HEYYY BELLA GENTE!

So ritornata belli de nonnaaaa, ammettetelo che vi sono mancata, ik ik.
No okay basta, giuro che ora divento seria.
ALLORA, a quanto pare Harry ha scoperto di nuovo l'esistenza del suo nuovo diario e per questo ci saranno alcuni capitoli in cui io scriverò ciò che lui scriverà su di esso (?), sentite io mi spiego demmerda scusate, cercate di capirmi.
Anygay, spero vi piaccia questo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate della storia e se magari, e spero, vi stia piacendo.
Ci vediamo al prossimo capitolo, bye unicorni. x

Blue meets Green ; larry Where stories live. Discover now