Me ne stavo lì, con il respiro pesante e uno spazzolone da bagno in mano, aspettando qualcuno che fino a un secondo prima pensavo volesse uccidermi, mi spiegasse come trovare l'unica cosa che contava nella mia vita.
«Che cosa hai fatto ai miei genitori? Dov'è Jesse?» era l'unica cosa che mi importava in quel momento. E non in quell'ordine.
«Non ho fatto niente ai 'tuoi genitori'. Vai a vedere.» Aveva marcato quelle due parole facendo il gesto delle virgolette con le dita nell'aria. Era la seconda volta che poneva questo accento sul fatto che i miei non fossero davvero i miei. Come non ci avessi vissuto insieme per tutto il tempo. Come non sapessi nulla di loro. Eppure tutte le mie convinzioni di quel momento erano annullate. Non sapevo più niente.
Mi muovevo piano tenendo lo spazzolone puntato verso di lui e fissandolo negli occhi tutto il tempo. La schiena che sfregava contro le pareti e poi finalmente trovò la porta per uscire dalla mia camera. Solo allora mi voltai e corsi spalancando la porta dei miei urlando 'Mamma'.
Ma dietro quella porta non c'era nessuno. Anzi, non c'era niente. Niente di quello che conoscevo. Al posto del letto matrimoniale in cui avevo dormito mille volte abbracciata a mia mamma da piccola, c'era un letto a castello in legno chiaro, probabilmente per due bambini viste le coperte colorate con l'arcobaleno.
L'armadio a cinque ante aveva lasciato il posto a una scrivania con qualche libro e dei disegni appesi al muro. Era chiaramente la cameretta di qualche bambino. O non so cosa. Ma di certo, non era la camera dei miei genitori.
«Ma che cazz..»
«Qualcosa non va Virginia?» mi chiese questo tizio sorridendo con aria ironica. Che cazzo aveva da ridere poi. Io ero sconvolta. Guardai per scrupolo se ero entrata nella camera giusta, ma non c'erano molte possibilità di sbagliare la porta di fronte a camera mia. E non c'erano altre scelte.
Solo allora guardai meglio oltre quel tizio, che proprio sulla porta della mia camera mi fece segno con la mano di entrare. Qualcosa non andava. Il letto era molto simile a quello che avevo, ma non avrei mai usato una coperta di Batman. Nè mi sarei mai sognata di attaccare al muro il poster di Guerre Stellari. Non l'ultimo schifosissimo episodio almeno.
Non era la mia camera. Non era nemmeno casa mia. Eppure non mi ero mai mossa da lì. Cercai per un attimo di ricostruire le ultime scene, da quando mi ero alzata da tavola, fino al momento in cui ero entrata in bagno per...farla finita. E poi mi era apparso lui. No, niente da fare, non c'era alcuna possibilità mi avesse portata in un altro posto. Allora era vero. Ero pazza.
«No, non sei pazza.» mi rispose come mi avesse letto nella mente.
«Tu...tu riesci a...» balbettai
«No, non ti sto leggendo nella mente.» Anche se il fatto stesso di rispondermi senza che avessi fatto la domanda, mi creò ancora più confusione.
Ora, non so spiegare perchè, ma in quell'esatto momento mi arresi. Lasciai cadere per terra lo spazzolone, mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani, cominciando a piangere a dirotto.
Non mi importava più niente. Non mi interessava minimamente se quel tizio volesse aiutarmi o uccidermi. Se quella fosse casa mia oppure no. Se fossi impazzita o meno. Per un attimo pensai solo a me, le mie lacrime, la mia faccia bagnata, i singhiozzi che arrivavano dallo stomaco.
Mi lasciò piangere per, boh, un paio di minuti. O forse erano due ore. Non lo so. Poi mi parlò. Calmo come un prete davanti alla sua classe di catechismo. Spero non con le stesse intenzioni.
«Jinny, posso chiamarti Jinny?» Jesse mi chiamava sempre così. Piansi ancora più forte. «Ok, Virginia, scusami. Quello che sto per dirti, forse ti sembrerà ancora più assurdo di quello che ti è capitato fino ad ora, ma ti garantisco che non solo è la pura e assoluta verità, ma è anche un'ottima notizia per te.»
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LA TRAVERSANTE
Fiksi IlmiahCome vi sentireste se una notte il vostro amore più grande sparisse davanti ai vostri occhi? Cosa fareste se la colpa fosse vostra? E se qualcuno vi dicesse che avete la possibilità di rimediare? Ecco la prova che Virginia deve superare. Conoscere...