Mi svegliai a mattina tardi, senza ricordare bene il momento in cui mi ero addormentata, evidentemente quei viaggi portavano via più energie di quanto pensassi. Guardai intorno e nella camera tutto era al suo posto, cosa non così scontata ultimamente. Alla parete il numero che avevo scritto la sera prima, quello giusto.
Sulla scrivania un piatto con due fette di torta al lampone e un succo di arancia, mia madre doveva essere passata ma aveva preferito lasciarmi dormire. Mi alzai istintivamente e diedi un morso alla torta, accorgendomi solo allora che non mangiavo da tanto. Era la prima volta che sentivo i morsi della fame, spazzai via quelle due fette in meno di un minuto, incurante persino della marmellata che mi colava sul mento.
Un secondo di serenità. Una colazione normale per una ragazza normale e affamata. Basta poco a volte. Anche se quella sensazione non durò molto.
Dovevo ripensare a quanto successo la sera prima, a tutti gli errori che avevo commesso per la troppa fretta. A tutte le domande che avevo evitato di farmi prima di agire.
Presi un foglio e cominciai a disegnarci sopra una tabella, niente di complicato, solo delle righe per poter segnare il valore della dimensione in cui sarei andata, una colonna con l'esito del viaggio e una per delle note eventuali. Compilai solo la prima riga: '13,899 – Negativo – Jesse sta con Sonya'.
Avrei dovuto scrivere anche qualcosa come 'Virginia fa una colossale figura di merda' ma era superfluo al momento. Avevo però diverse domande da scrivere. Due soprattutto.
Perchè Jesse e Sonya non mi avevano riconosciuto? Ok, forse potevamo non stare insieme, ma abitavamo comunque a poca distanza, frequentavamo le stesse scuole. Come mai tutti e due mi avevano guardato come una pazza completamente sconosciuta?
L'altra invece era più una considerazione. Dovevo trovare un mondo dove c'erano due Jesse. Non so perchè non ci avessi pensato subito, ma andare a casa sua era stata veramente una grande cazzata.
Mi costrinsi a pensare a come doveva essere andata la notte che Jesse si era trovato da solo in un'altra dimensione. A parte lo smarrimento iniziale, in qualche modo avrà cercato di tornare a casa. E quando anche ci fosse riuscito, si sarebbe probabilmente trovato davanti...sè stesso.
Chissà quale reazione avrà avuto. Era forse impazzito facendo qualche gesto sconsiderato vista la situazione? Era scappato via senza riuscire a capire cosa stava succedendo?
In ogni caso mi sembrava chiaro che cercare di presentami a casa sua, non era la migliore soluzione da adottare nei prossimi viaggi. Forse sarebbe stato meglio andarci di giorno, con un approccio molto più blando, cercando magari di fare qualche ricerca in merito senza dare troppo nell'occhio.
«Alla prima domanda posso risponderti io!»
Ero così assorta nei miei pensieri che non mi ero accorta di Brian, apparso dietro le spalle facendomi quasi cadere dalla sedia.
«Brian ma che cazzo! Vuoi farmi venire un infarto?»
«Brava, vedo che finalmente stai cercando di farti venire in mente un piano un po' più ragionato...» continuò lui senza considerare la mia reazione e guardando cosa avevo scritto nel foglio. «Si hai ragione, forse è il caso che ti spieghi meglio cosa significa essere una Traversante.»
«Direi che sarebbe ora.» Risposi un po' seccata.
«E' che...forse speravo di proteggerti per ora, ma visto che a quanto pare hai deciso di agire prima che finissimo i nostri allenamenti...» e l'allusione con la testa al numero scritto sul muro, era segnale chiaro che aveva capito piuttosto bene cosa avevo fatto la sera prima «...allora è meglio che ti dica alcune cose prima che ti metta nei guai.»
«Ci sono già nei guai.»
«Ci sono certi tipi di guai di cui tu nemmeno immagini cara Virginia.»
Voleva spaventarmi. Lo vidi nel tono delle sue parole. Voleva che avessi paura di fare troppo. O troppo poco. Ma io non potevo avere paura. Solo chi ha qualcosa da perdere ne ha. E io. Beh. Non ce l'avevo più.
«Volevi sapere perchè non ti hanno riconosciuto vero?» si affrettò ad aggiungere prima che potessi dire qualcosa, «C'è un motivo molto semplice in realtà. Ma non credo ti piacerà molto.»
«Basta con questi giochetti Brian, è inutile che cerchi di creare questo clima di terrore, io sono pronta a tutto ormai. Dimmi questa cosa e facciamola finita.»
«Ok, come vuoi. Non potevano riconoscerti perchè tu là non esisti. Anzi, a dirla tutta, non esisti in nessun altra delle dimensioni che andrai a visitare. Tu sei una Traversante Virginia, sei nata solo in questa. E in nessun'altra.»
Ecco. Forse non ero ancora pronta a tutto.

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LA TRAVERSANTE
Ficção CientíficaCome vi sentireste se una notte il vostro amore più grande sparisse davanti ai vostri occhi? Cosa fareste se la colpa fosse vostra? E se qualcuno vi dicesse che avete la possibilità di rimediare? Ecco la prova che Virginia deve superare. Conoscere...