Capitolo 15

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Stavo mangiando un hamburger. Un grosso panino con 280gr di carne e almeno quattro fette di bacon, bruciacchiato. Un litro di cola e delle patatine con la paprika davanti. Una normale cena da fast food. Non fosse che ero seduta al tavolo con altri quattro Traversanti appena conosciuti.

Mangiavamo in silenzio, impegnati più a dare morsi per placare la fame del viaggiatore che non a parlare. Eppure c'era tanto da dire e speravo si iniziasse al più presto perchè non vedevo l'ora di capirci qualcosa di più. Mi chiesi anche dove diavolo fosse finito Brian ora che avevo ancora più bisogno di lui e stavo quasi per chiederlo ad Eliott, quando proprio lui ruppe gli indugi spazzandosi via le ultime tracce di ketchup con il tovagliolo.

«Bene ragazzi, spazzolate quelle briciole che vi sono rimaste davanti in fretta che è tempo di iniziare a darsi da fare seriamente.»

L'impressione era che Eliott avesse una certa influenza sul gruppo. Semmai i Traversanti avessero avuto una gerarchia, lui sarebbe stato il capo di quella banda di ragazzini. Di cui ora, volente o nolente, facevo parte.

«Ricky, facci il punto della situazione pratica al momento.» Continuò.

«Beh, la situazione sembra essere stabile per ora.» Aveva tirato fuori una specie di tablet, anche se con diverse protuberanze che sembravano accessori integrati in seguito. «Ho rintracciato una specie di picco energetico viaggiando fino a qua, proprio in corrispondenza della dimensione... mancante. Ho visto anche qualche altra anomalia anche se non ha raggiunto quei livelli di differenza media, è un po' presto per trarre conclusioni, ma è probabile che siano quelle le dimensioni che stanno per raggiungere un punto troppo alto di instabilità.»

«Stai dicendo che tra poco anche quelle... spariranno?» Chiese Marlene

«Sto dicendo che potrebbe essere così.»

«E quanto manca ancora per il prossimo picco?» Chiesi io questa volta.

«Difficile dirlo, ma certamente non molto. I valori sono già cresciuti oltre la media e non c'è modo di stabilizzarli per ora.» Poi Ricky mise via il suo strumento e ci guardò uno per uno, unendo le mani davanti a lui come in preghiera. «Dobbiamo assolutamente trovarlo al più presto. Ho una brutta sensazione in merito...»

«Anche io.» Si aggiunge Marlene. «Non ho avuto bisogno delle strane apparecchiature di Ricky per sentire quello che stava capitando. Molte dimensioni vibrano diversamente dal solito, stanno cercando un modo per stabilizzarsi e se non lo troveranno in fretta... forse si chiuderanno anch'esse.»

Non volevo fare la figura di quella idiota che non capiva una parola dei loro discorsi, così non feci alcuna domanda ulteriore, anche se non mi era chiaro per niente questo sistema di energie e vibrazioni delle varie dimensioni. Però una cosa l'avevo capita, ed era quella che mi interessava. Dovevamo trovare Jesse al più presto.

«Ok. Cioè, non è ok per niente lo so, ma andiamo avanti.» Prese in mano il discorso Eliott. «Ricky, il tuo compito sarà proseguire questa ricerca. Prendi quanti più dati possibili facendo qualche viaggio fino agli estremi del settore e vedi dove si registrano le variazioni più significative, magari salta fuori qualche schema utile.»

«Ok, capo.»

«Ora invece veniamo a noi, dobbiamo trovare un modo per facilitare la ricerca di Jesse, non possiamo certo perdere tempo a visitarle tutte e aspettare di trovare qualcosa. Tina, questo è il tuo campo, conosci praticamente tutti gli intrecci che riguardano i ragazzi di questa città, che cosa potremmo fare per velocizzare la ricerca?» Cavolo, Eliott era proprio bravo a tenere alta la concentrazione, sembrava anche controllare molto bene la sue emozioni. Sempre che ne avesse.

«I personaggi in gioco sono chiari.» Iniziò Tina. «Jesse nella stragrande maggioranza delle dimensioni è il compagno di Sonya, tranne ovviamente nella tua Eliott, dove sta con Martha e alcune altre in cui... vabbè non è importante ora.»

Ma che cavolo. Avrei voluto anche io riuscire a mantenere la calma come Eliott, ma ogni volta che sentivo di Jesse e delle sue storie nelle altre dimensioni, ero completamente in trance. Sentivo solo il cuore pulsare all'impazzata e un mare di dubbi venire a galla. Forse ero stata proprio io l'eccezione alla regola di Jesse, forse il suo destino non era di stare con me, ma con Sonya, io mi sono solo messa in mezzo. Una che non avrebbe dovuto nemmeno esistere, infatti.

«Abbiamo quindi bisogno di qualcosa in più da usare.» Continuò Tina. «Perchè Jesse, in qualunque dimensione sia, deve per forza aver cercato un appiglio per tornare a casa sua, o da Virginia. E molto probabilmente non deve essere andato lontano da qua, quindi dovrebbe notare se qualcosa... se qualche cosa richiamasse la sua attenzione diciamo. Come hai detto già è quasi impossibile battere a tappeto tutte le dimensioni possibili, ma se dobbiamo anche ogni volta perdere tempo per cercarlo in maniera approfondita, trovarlo diventa un vero miracolo.»

Poi tutti si voltarono verso di me, come potessi dirgli qualcosa che risolvesse tutto al volo. E per quanto strano possa sembrare, c'era davvero.

«Sabato c'è la festa delle lanterne.» Dissi così. Senza specificare niente, come fosse tutto chiaro ormai. Ottenni invece quattro sguardi perplessi in attesa di qualcosa di più. «So esattamente dove si troverà quella sera, in qualunque dimensione sia ora.»

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