Sarei voluta ripartire subito, ma Brian aveva saggiamente sconsigliato di fare viaggi così lunghi in rapida successione. Io mi ero ovviamente scagliata contro di lui cercando di convincerlo che non avevamo tempo da perdere, ma lo ammetto, era solo una finta.
In realtà mi sentivo sfinita, come ogni volta che tornavo da un viaggio.
Brian mi aveva lasciata davanti a casa per eseguire alcune ricerche, anche se non ho ben capito su cosa. Io mi sono limitata a sdraiarmi un attimo sul letto prima di svenire tra le braccia di Morfeo.
Avevo anche sognato qualcosa che mi sembrava importante, svegliandomi con sulla punta della lingua qualcosa che poteva essere fondamentale, se solo me ne fossi ricordata. E invece rimasi con quella sensazione di essere sempre a un passo dal capirci qualcosa. A un centimetro dal fare la cosa giusta. A un soffio dalla soluzione. E in quello spazio apparentemente vuoto, c'era tutto di me.
Andai in cucina dove mia madre si affannava a fare una sfoglia sottile con il suo mattarello di legno lungo quasi quanto me. 'Stasera ti preparo il tuo piatto preferito' mi disse continuando a tirare la pasta. Le sorrisi mentre mi riempivo le braccia di sacchetti di biscotti e un barattolo di Nutella. Chissà se si era accorta della mia assenza, se si stava domandando cosa mi frullasse per la testa. O se semplicemente stava vivendo minuto per minuto senza farsi troppe domande.
Tornai in camera e mentre intingevo i biscotti nella Nutella, mi misi a sedere aprendo la lettera che avevo preso nella buchetta di Martha.
Era qualcosa su una borsa di studio. Aveva sostenuto un esame per passare in un altra scuola a quanto pareva. Un esame di musica, pianoforte, andato particolarmente bene, tanto da averla accettata in una sezione speciale. E brava Martha. Io non ero mai riuscita a suonare nemmeno i campanelli. Si vede che nelle altre dimensioni le cose andavano molto meglio per... me.
Non riuscivo ancora a capire come usare quelle nuove informazioni, ma di sicuro poteva essere un appiglio per parlare con lei la prossima volta. Sarebbe stato meglio che non tirare fuori di nuovo quella storia di mio Zio. E proprio mentre pensavo a questo, mio padre entrò nella stanza. Mi accorsi solo in quel momento che non parlavo da diverso tempo con lui. Trovai persino strana la coincidenza che entrasse proprio in quel momento. Forse dovevo chiedergli qualcosa in merito.
«Ehi piccola, come stai?» esordì lui.
«Bene grazie Pà.» Poi pensai a come entrare subito in argomento senza apparire troppo strana. «Non ci crederai mai, ma sai chi stavo sognando proprio due minuti fa? Zio Marty e Rita. Volevano dirmi un segreto che mi riguardava, ma poi sei arrivato tu e mi hai portata via...»
Dovevo aver fatto centro però, perchè il suo sorriso si spense subito e le sue guance divennero improvvisamente rosse. Avevo ragione, c'era davvero qualcosa che mi nascondeva su di me.
«Sai che non parlo volentieri di mio fratello.»
«Non è ora forse che mi racconti anche il perchè? C'entro io è vero?»
Non mi aspettavo che rispondesse a quella domanda. Erano diciotto anni che mi taceva ogni cosa riguardo a mio zio, non c'era alcun motivo per cui iniziasse a raccontarmelo ora. Ma con mio stupore, lo fece.
«Si.»
Una sillaba, un gelo nel cuore. E la paura che fosse solo l'inizio di una verità scomoda.
«Non so perchè te ne parli ora, forse perchè dopo quello che è successo sento che hai bisogno di sentire almeno una verità. Un qualcosa che per quanto possa farti male, sia sincero e tangibile.»
Ed era proprio così, cazzo. Mi avevano rifilato talmente tante stronzate in quella settimana di visite e sedute dall'analista che anelavo la verità. Qualsiasi verità. Specie se riguardava me.
«C'è qualcosa che devi dirmi Pà?»
«Sai stellina, c'è un motivo se io e mio fratello non ci vediamo da quando... sei nata tu.» Eccola che arriva. «Lui si era sempre opposto alla mia idea, non riusciva proprio a concepire che io...» sono pronta «... che io ti avessi in qualche modo... adottata...» e sbam. Come un treno diritto in fronte.
Pensavo di fare un salto indietro, di spalancare la bocca senza parole, di incazzarmi per essere stata tenuta all'oscuro fino ad ora. Invece niente. Non sentivo niente dentro. Quasi un'alzata di spalle come pensando 'ma si dai Jinny, l'hai sempre saputo in fondo'. Quello pensavo. Che era la notizia più sorprendentemente scontata che potesse darmi.
«Tutto qua?» dissi.
«Beh, ammetto che temevo un'altra reazione. Spero che anche tua madre la prenda uguale quando le dirò che te l'ho detto.»
«Non dirglielo. Lasciamola stare per adesso, credo abbia subito quasi più di me tutto questo macello. Però non era quello che intendevo io quando ti ho chiesto se era tutto qua. Mi sembra davvero troppo strano che lo Zio non ti abbia rivolto la parola solo per questo. Adottare una bambina non è un reato, anzi, io mi sono sentita amata da voi, forse anche più di quanto avrebbero fatto i miei veri genitori visto che mi hanno lasciata andare.»
Doveva essere il mio giorno fortunato, perchè dalla faccia di mio padre vidi che avevo fatto bingo un'altra volta.
«Ecco... va bene dai, tanto vale che ti racconti tutto arrivati a questo punto.» Si, grazie Pà, perchè ne ho piene le palle di bugie e segreti. «Abbiamo fatto una cosa che non è proprio legale quando... ti abbiamo preso...»
«Mi avete rapita?» chiedo questa volta si, quasi sconvolta.
«Ma no Virginia, figurati. E' stato un dramma per noi, tua madre era in ospedale per il parto, ma qualcosa andò storto. Successe tutto così in fretta. Io e tuo zio aspettavamo fuori, felici e un po' impauriti come tutti quelli che aspettano una nascita tanto attesa. Ma quella nascita non arrivò mai. Il medico che si occupava di tua madre è un amico di famiglia, ci raggiunse con una faccia cupa e ci disse che la nostra bambina non ce l'aveva fatta. Una complicazione che non sto qua a spiegarti, ma era... andata, proprio durante il parto.»
«Come sarebbe a dire scusami... io ero... morta?»
«No, non eri tu quella bambina. Io non credo nel destino, lo sai. Sono un uomo piuttosto pragmatico. Eppure quella sera ci furono almeno un paio di coincidenze che hanno dell'incredibile. Ero in lacrime per la perdita, quando proprio nella camera di fianco si sentono le urla di una bambina appena nata. Anche in quel caso però le cose non andarono bene. La madre, una ragazza straniera di cui non si sapeva niente, era morta durante il parto. L'avevano trovata fuori dall'ospedale qualche ora prima, già in brutte condizioni, ed erano riusciti solo a salvare la bambina. E così ci ritrovammo io, tuo Zio e il nostro amico medico. Non c'era nessun altro in quel momento. Ci scambiammo degli sguardi senza dire una parola. E poi...lo facemmo.»
«Scambiaste le due bambine...»
«Esatto. Non ci fu bisogno di fare altro. Nessuno chiese mai niente a riguardo. Una bambina per una bambina. Un'orfana per due genitori pieni di amore da riversare su di lei.»
«E una bambina senza vita per una madre senza vita.» Conclusi io in maniera macabra.
«Non c'è stato nulla di male Virginia, noi ti abbiamo davvero amata come se fossi stata nostra figlia, nata quella sera. Perchè così è. L'unico a non averlo mai accettato è stato tuo Zio. Non riusciva a convivere con l'idea di doverti mentire, di dover mentire a sé stesso e alla comunità. E più di tutti immagino non riuscisse a mentire a Dio. Sai quanto è credente Marty...»
Mi sentivo stranamente tranquilla visto quanto avevo appena saputo. Però c'erano tante domande che stavano cominciando a frullarmi per la testa. Su mia madre, chi fosse, da dove veniva, che tipo era, perchè si trovava lì e in quelle condizioni quella sera. Ma più di tutto cominciavo a chiedermi quanto questa cosa c'entrasse con il mio dono.
Avevo appena fatto in tempo al liberarmi del peso del litigio tra mio padre e mio io, che mi sentivo già addosso quello per la morte della mia vera madre. Perchè ero certa che se era in quelle condizioni, in qualche modo la colpa era mia. Come sempre.

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LA TRAVERSANTE
Science FictionCome vi sentireste se una notte il vostro amore più grande sparisse davanti ai vostri occhi? Cosa fareste se la colpa fosse vostra? E se qualcuno vi dicesse che avete la possibilità di rimediare? Ecco la prova che Virginia deve superare. Conoscere...