Stavo perdendo le forze, mi ritrovai in ginocchio quasi senza rendermene conto. Cercavo di respirare piano trovando un minimo di concentrazione per tornare a casa, ma il mio corpo continuava a tremare e i pensieri ad accavallarsi l'uno sull'altro. Riuscivo solo a tenere gli occhi fissi su Eliott che continuava a mostrare quel cazzo di sorriso stampato in faccia.
«Cosa diavolo mi hai fatto?» Chiesi quasi sottovoce.
«Io? Niente Virginia, ti ho solo fatto fare un giro a casa mia. Ma stai tranquilla, non ho alcuna intenzione di farti del male, anzi, si potrebbe dire che sono qua per aiutarti.»
Bel modo di aiutare. Mi era quasi venuto un colpo. Ma sentivo anche che stava in qualche modo passando. Adrenalina e rabbia aiutavano a risollevarsi. Fosse arrivato anche l'odio, sarei stata pronta.
«Mi hai portato qua tu, bastardo.» La mente stava tornando a lavorare, cominciavo a capire anche quando era successo, proprio mentre ci eravamo scontrati all'inizio, ecco cos'era quel fremito che avevo sentito.
«Calmati Virginia, era necessario spostarti. Dovevo farti vedere alcune cose, e soprattutto convincerti su chi sono.»
«Sei un Traversante?»
«Mi pare piuttosto evidente non credi?»
«Come hai fatto a trovarmi? Come sai chi sono? Perchè mi stai seguendo?»
«Non ti ho trovata, ti ho scoperta. Proprio la prima volta che ci siamo incontrati per caso in quella dimensione. Oddio, non era proprio un caso in effetti, avevo sentito da tempo che c'era qualcosa che non andava, strane vibrazioni nei passaggi, qualche elemento fuori posto. Avevo lasciato fare al flusso vibrazionale, e mi ha portato da te quella sera. Poi ho visto il tuo bracciale, ed è stato facile...»
Ancora il caso, ancora il destino che si metteva in mezzo.
«Se è vero che è stato un caso, come hai fatto oggi a trovarmi? Come sai chi sono?»
«Il tuo Guardiano non ti ha detto proprio niente eh?»
No, maledizione. Non ce l'ho nemmeno un Guardiano. «Non ho nessun Guardiano.»
Per un attimo colsi una piccola crepa nella sua corazza di sicurezze, un po' come capitava con Brian quando si parlava di me. Segno che forse anche Eliott non aveva tutte le risposte che cercavo.
«Il bracciale. Forse non te lo hanno detto, ma è possibile rintracciare il suo segnale, se sai come fare. Sono stato nella tua realtà, non ci è voluto molto per capire cosa non andava. Hai perso il tuo ragazzo, vero?»
«Solo per adesso. Lo troverò presto. Ora se non ti dispiace vorrei tornare a casa.»
«Non lo troverai mai.» Rispose secco lui.
«Io lo troverò!» Urlai più per sfogarmi contro di lui che non per rispondergli realmente.
Si avvicinò camminando lentamente. Poi mi aiutò a rimettermi in piedi, ora con fare più gentile. Ne avevo bisogno e lo lasciai fare.
«No, Virginia. Non lo troverai mai. Da sola.»
Mi strinse leggermente il braccio e davanti a me insieme al fremito, riapparve la scritta sul muro con segnato un numero, quello giusto. Quello di casa.
«E chi potrebbe aiutarmi, tu forse?»
«Non io. Noi.» Disse indicando altre tre persone che sbucarono dall'angolo del corridoio.

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LA TRAVERSANTE
Science-FictionCome vi sentireste se una notte il vostro amore più grande sparisse davanti ai vostri occhi? Cosa fareste se la colpa fosse vostra? E se qualcuno vi dicesse che avete la possibilità di rimediare? Ecco la prova che Virginia deve superare. Conoscere...