Capitolo 5

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Facemmo qualche altro tentativo sul crinale, piantando anche gli ultimi palloncini in varie dimensioni. Non ci volle molto per prendere qual minimo di confidenza con questo strano sistema di viaggio. 

Avevo capito quasi subito che c'era come una specie di interruttore al centro del mio petto. Almeno io lo stavo visualizzando in quel punto. Una scintilla che sentivo scattare non appena mi concentravo e che dava il via al procedimento. Non avevo la benchè minima idea di come funzionasse, ma di fatto, riuscivo ad usarlo piuttosto bene. Nell'ultimo passaggio, ero persino riuscita a tornare esattamente al punto di partenza, una delle cose basilari per ogni Traversante a sentire Brian.

Brian. Che dire di lui. La sensazione era di aver di fronte uno dei peggiori Guardiani del mondo. Ma del resto era anche l'unico che avevo conosciuto fino ad ora, quindi meglio di niente.

Era stato utile per carità, anzi, a dirla tutta mi aveva salvato la vita. Però non mi aveva spiegato ancora niente di quello che doveva essere successo quella sera, lo avevo dovuto capire da sola. 

Nel momento in cui io e Jesse avevamo fatto l'Amore, doveva essere successo qualcosa in me. Non so se avessi quel dono anche prima, ma di certo si era attivato proprio in quel momento, forse acceso da quell'ondata di energia e calore che era stata la mia prima volta.

Non proprio una cosa che le mamme ti insegnano. "Ehi stai attenta la prima volta che farai sesso, perchè potresti attivare un misterioso dono e cominciare a viaggiare tra le dimensioni".

Comunque sia in quel momento devo aver trasportato anche Jesse in una qualche dimensione. Altra cosa che Brian non mi aveva detto esplicitamente. Quando tocchi qualcosa mentre stai traversando, quella cosa viene con te. Buono a sapersi. Ora. 

E quando poi ho deciso di tuffarmi in mare per rinfrescarmi, di nuovo devo aver attivato qualcosa e sono tornata indietro. È un po' come un elastico, come aveva detto Brian, tutto tende a tornare al suo stato naturale. E il mio corpo stava solo aspettando il momento per tornare al punto di partenza. Lasciando però Jesse in qualche posto. O meglio, nello stesso posto ma in un'altra dimensione. 

Ecco perchè la sua roba era ancora lì. I suoi vestiti. Mi viene in mente solo ora quanto sarà stata dura per lui dall'altra parte. Ritrovarsi solo, nudo, senza sapere niente di quello che è successo.

No, non potevo permettermi di avere questi pensieri. Dovevo trovarlo. Al più presto. 

Quando Brian mi lasciò a casa, dovetti promettergli una lunga dormita, in previsione di una nuova giornata di allenamenti. Ma non avevo più tempo per allenarmi, dovevo agire, fare qualcosa. Oppure sarei impazzita. Dovevo cominciare a cercarlo. 

I miei genitori mi stavano ancora aspettando alzati ovviamente, ho dovuto inventarmi una serie di balle assurde per calmarli. Ma si sa, i pazzi alla fine hanno sempre ragione, per cui la promessa di prendere le mie medicine e fiondarmi a letto li aveva apparentemente rasserenati.

Il mio piano invece era diverso. Presi un pennarello nero dal cassetto e mi misi in piedi davanti alla parete di fianco al letto. Segnai sul muro il valore registrato sul bracciale, quell'ormai familiare 12,8999. 

Poi chiusi gli occhi. E cominciai il primo viaggio. 

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