11. Sconfitta

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Non riusciva a sopportare quel peso, che ogni volta, sentiva di dover portare.

Perché doveva trattenersi?, perché doveva tenere dentro tutto quanto?
Forse era troppo buona e gentile per fare una cosa del genere, ma adesso era stufa, sempre essere la carina e la buona, cosa riceveva in cambio? Nulla.

I sentimenti forti che provava la lasciavano lucida, ma quelli negativi le facevano sorgere dubbi.

<<l-Lucy>> sussurrò una voce, nelle vicinanze.

Levy, dopo aver fatto ritorno dall'infermeria si era cimentata nello scontro facendosi coinvolgere. Faticava a parlare e persino respirare, la guardava come ad implorare di far smettere tutto questo, quegli occhi, pieni di dolore e di una esplicita richiesta di aiuto, non poteva ignorarli.

Mezza Gilda era stata sconfitta e se nessuno avrebbe fatto qualcosa sarebbe stata sterminata, completamente rasa al suolo.

Non voleva niente di tutto questo.
Intorno a lei, il mondo iniziò a vorticare, voci mai sentite combattevano l'una contro l'altra, mettendola in difficoltà.

"Salvali e uccidi colei che ha osato sfiorarli" diceva una voce profonda e inespressiva.

"Salvali, ma non rovinare ciò che hai costruito" diceva invece l'altra, con tono più calmo e dolce.

"Fai ciò che ritieni giusto, e non voltare mai le spalle, continua ad avanzare e mai indietreggiare" s'aggiunse una terza voce.

Era neutrale, vuota e fredda.
Ma sapeva già qual'era la scelta giusta, ed era ora, di cambiare le cose.

Riassunse l'aspetto che aveva precedentemente usato per sconfiggere Akushi, ma non si capiva se era stata controllata o semplicemente si era fatta controllare, di sua spontanea volontà.

<<finalmente ti sei mostrata come sei veramente>> annunció, guardandola soddisfatta.

Non sprecò un'altra parola che subito l'attaccò. Un colpo diretto e veloce, puntato all'addome.
Troppo semplice da parare. Pensò Lucy, guardando il polso che stringeva nella mano destra.
L'aveva bloccato.

Le piegò l'arto, rompendoglielo, facendola allontanare da sé. Un essere come lei, aveva il compito di nascere e di sparire. La gente come lei, venduta senza nessun ritegno, per scopi personali e usata, le faceva schifo.

Ridotti alla disperazione di una vita ormai consumata e mai più gestibile.

La donna, fece qualche passo indietro.
Sentiva la differenza fra loro, ed era molta, troppa.
Sarebbe stata sconfitta, e non voleva, anzi, aveva paura.

Paura dell'abbandono, non voleva separarsi dal suo capo, che l'aveva usata solo per i suoi scopi.

<<eppure dovresti saperlo no?, sei solo un oggetto, un oggetto alquanto inutile per testarmi >> rise, guardando le sue condizioni.

Nonostante tutto, i suoi compagni avevano fatto un ottimo lavoro stancandola.

Era agitata, Tsubaki non sapeva che fare. Lanciava sfere magiche a caso, e per lo piú deboli.

<<Dov'è finita tutta la grinta che avevi?>> continuó, tirandole un calcio nello stomaco, che la fece vomitare.

<<allora?, non rispondi?, il serpente ti ha mangiato la lingua?>> la guardò falsamente amichevole, accovacciandosi alla sua altezza.

<<ma guardati, ridotta così, sei solamente un peso>> la scrutó da capo a piedi, ridendo.

I compagni che erano rimasti svegli la guardavano sbalorditi e stupiti.

Lucy pensava di divertirsi un pó di più a prendersi gioco della sua vittima, ma il suo gesto sconsiderato, le fece cambiare idea.

Colpí Levy e Gray, che stava avanzando per aiutarla in qualche modo, recandogli più danni di quanto già non avessero.

Schioccò la lingua sul palato e la guardò furiosamente.

<<devo essere più dura con te a quanto pare>> disse, scrocchiandosi le nocche.

La prese per il collo e si alzò di scatto, scaraventandola contro il muro, provocando una crepa evidente. Poi, senza tregua, le tirò un pugno sulla mandibola, facendola volare di qualche metro, affiló gli artigli alle mani e, prepotente, le affondò nel suo ventre.

Non diede nessun segno di espressività mentre compiva quella tortura, a cui Tsubaki era costretta a subire. Dolore, provava solo quel sentimento. Voleva che finisse lí, ma i suoi desideri non vennero minimamente calcolati.

<<mi sono stufata, contenta che porrò fine alla tua inutile vita?>> le domandò, osservando ogni suo minimo movimento.

<<presto...ti troveranno...poi...faranno ciò...c-che hanno...f-fatto con me>>sussurrò, ad intervalli irregolari.

<< che mi trovino, ma io, li distruggerò>> con sguardo freddo e vuoto, le scagliò una sfera di un colore pallido, la cui luce si espanse nell'intera area. Quando essa si affievolí, la donna era scomparsa.

Finalmente era finita.
Ritornò alla normalità, riacquisendo il suo vero aspetto.
Non poteva mai togliersi dalla mente il giorno in cui aveva ucciso una persona, un peccato che nonostante sia stata fatto per un bene le ha recato solo male.

<<Lucy, c-ci hai... salvati>> disse Lisanna, sorridendole.

<<mira, sai cosa fare>> disse la bionda e l'albina non se lo fece ripetere.

Juvia, che aveva visto la fine de combattimento, si offrí di dare una mano, insieme a coloro che fisicamente erano messi nei migliori dei modi.

Nel mentre, Natsu guardava la ragazza di fianco a lui riprendere conoscenza e così, anche il suo aspetto originale.
Sospirò di sollievo, appena l'aveva vista aprire i suoi occhi celesti.

Capiva che c'era qualcosa che non quadrava, sentiva come un strano presentimento, una minaccia mai provata e che si sarebbe abbattuta su di loro presto.

"Quel giorno si avvicina e con lui, anche la fine di tutto" pensò yukiho, ricordando che il suo tempo, ormai, era finito.

𝗝𝘂𝘀𝘁 𝗹𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲 ✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora