Capitolo 17

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"Eh tu non puoi pretendere, siamo qui e siamo vivi, eh tutto può succedere, ora qui, siamo soli.

Vivere insieme a me, hai ragione hai ragione te, non è mica semplice, non lo è stato mai per me."

Mi piace Vasco Rossi, il Blasco. Mi rispecchio in lui. La vita spericolata,il vuoi da bere, oppure mi piaci tu, o meglio ancora l'altra metà del cielo. L'altra metà del cielo, la piccola Sally nella quale io mi rispecchio. Già, perché ci hai mai pensato alla metà di cielo che tu non vedi? Anzi, all'infinita di cielo che tu non vedi. L'altra metà di cielo, eravamo noi.

Noi, che forse non era mai esistito neppure.

Noi che sembrava una cosa bella, ma non lo era.

Perché sinceramente da quando quel noi non era più un noi guardavo la gente con aria indifferente, e nulla, nulla mi provoca turbamenti più di lui.

E come sempre lui era li dalle 15, ai giardini, perché a lui stare in casa non piaceva. Dovevo dimenticarlo, non avrei potuto continuare così. Era stato suo l'errore.

Una sera poi arrivai a casa, misi sotto carica l'iphone e ricevetti un messaggio

"Fiorellino stasera possiamo vederci?"

Era Carlo. Entrai in confusione, perché voleva vedermi? Cosa doveva dirmi? Cosa voleva farmi? Non ero pronta a un confronto con lui. Era stato imbarazzante la prima volta la seconda mi avrebbe demoralizzata. Decisi comunque di andarci. Indossai una minigonna aderente nera, un top, un golfino e delle paperine e mi avviai verso il parco. Lui era li, bello come sempre. Il dilatatore lo aveva ingrandito, sarà stato di almeno un centimetro e mezzo, aveva i pantaloni larghi e una felpa attillata e le beats alle orecchie

-Ciao fiorellino.-

-Emmh ciao.. D-devi dirmi... qualche qualche cosa?..-

-Si ecco, volevo proprio parlarti.. di noi intendo.. tu mi piaci ancora e io sono disposto a perdonarti per le urla e la sfuriata, torniamo insieme Mar, mi manchi, mi manchi da morire.-

Lo guardai negli occhi. Non riuscivo a capire cosa provava e non capivo nemmeno io cosa provavo. Ero incerta e confusa, tornare con lui sarebbe significato tornare alla normalità o almeno credo, che avrei fatto con Maik o Lara? Loro non sarebbero stati disposti a perdonarlo ne ero certa ma io volevo pensare a me stessa ed essere egoista. La mia vocina interna mi urlava in testa di correre via, di dirgli che vaffanculo era stato uno stronzo e non l'avrei mai perdonato perché ero io che dovevo perdonare lui e non il contrario. Poi lo guardai nuovamente negli occhi e gli dissi:

-Va va bene Carlo..- la mia voce era tremolante e sapevo che sentisse la mia insicurezza. Mi prese la mano e avvicinandomi a se mi diede un lungo bacio con quelle labbra che gustavano di fumo. Mi mancavano quelle labbra.

Danzeremo a luci spenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora