Capitolo 16

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In pochi mesi la mia personalità si annullò. Smisi di andare a scuola, ero caduta in depressione. Stavo giorno e notte chiusa in camera mia senza nemmeno mangiare o lavarmi e i miei genitori o i miei amici subivano urla e sbraitamenti solo allo scricchiolio della mia porta. Nella mia stanza c'ero io e basta. Nessuno poteva entrare. Cercavo la felicità. La cercavo negli occhi della gente. Cercavo me negli occhi della gente. Ma non trovavo nulla. Se non odio. Mi odiavo. Odiavo ciò che mi circondava. Ma non odiavo Carlo. Lo amavo. Ci avrei parlato.

"Conta fino a dieci prima di dire le cose"

Me lo avranno ripetuto minimo milioni di volte. Io ero così. Istintiva. Pensavo una cosa e non contavo. Verità in faccia, dritta, diretta. Non mi piaceva nemmeno girarci sulle cose. Ma con lui era diverso. Con lui contare era diventato un vizio. Pensavo di aver scoperto addirittura nuovi numeri. Così quella sera presi coraggio. Non so cosa sia stato. Forse la troppa birra, o forse quei tre tiri di canna.

-Ciao Mar-

-Ciao Carlo.-

Era nostro solito abbracciarci. Ma quella volta no. Non volevo.

-Perché non mi abbracci?-

-Perché da me non meriti nemmeno un ciao.-

Andai a casa, fiera di me. Mi arrivò un messaggio da parte di Carlo.

"Ma che ch'hai?"

Adesso non volevo più contare, adesso avrei parlato.

"Cosa c'ho? C'ho che mi piaci. Che non c'è un momento nel quale non penso a quanto sono stata cogliona a farti scappare!"

Rispose dopo cinque minuti.

"Non sono scappato, sono qui Mar."

"Non ci sei come voglio, lo capisci? Io non vado avanti così. Sto preferendo il tuo sorriso al mio."

"Tu sorridi, lo fai sempre"

"Sorrido se son con te o vicino a te Carlo,se tu non ci sei non c'è."

"Perché ?"

"Perché quel sorriso lo hai creato tu."

"Si ma.."

"Si ma nulla. Buonanotte."

Ho fatto bene, pensai.

h.05.03

Non avevo fatto bene, forse. Magari domani mi vorrà parlare. Magari non mi vorrà nemmeno vedere. Magari vado a dormire.

h.14.22

*DRIIN*

Ma che cazzo ?!

"Chi è?"

"Mar sono Lara! Ti muovi? È da una vita che non usciamo insieme"

"Si sali dai"

Salì e mi vide ancora in pigiama con la faccia addormentata, mi prese dai capelli e mi portò in bagno al mio rifiuto di prepararmi! Pensai che oggi non mi sarei truccata, poi mi guardai, oggi mi sarei fatta più bella del solito. Arrivai ai giardini. C'era Carlo. Non lo salutai. Arrivò Maik che mi doveva parlare. Poi si alzò, andò via, da dietro sentii una voce:

-Parliamo Mar?-

Carlo. Ansia. Nervoso. Non conto nemmeno mezzo secondo, mi alzò e dico un "si" affrettato.

-Mar, non mi va bene un cazzo sta cosa. Non voglio perderti. Ho bisogno di te."

-Anche io ne ho di te Carlo, ma non così. Ho fatto i miei sbagli e ci siamo lasciati, ok. Ma che ti costa credere in qualcosa ?! La vita non ha senso se non credi.-

-Non trovo più nulla in cui credere. Nulla ha più un senso, se non fumare canne.-

Pensai. Trovalo in me il senso. Credi in me. Credi in un noi, di nuovo.

-Trova qualcosa in cui credere, allora.-

-Tu in cosa credi?-

In lui cazzo, credevo nel suo ritorno, se mai sarebbe avvenuto.

-In un qualcosa che mi da la forza di andare avanti-

-Ad esempio?-

-Ad esempio nell'energia dei tuoi abbracci.-

Parlammo per un'oretta, mi alzai e gli dissi guardandolo negli occhi:

-Ci sarò fino a che ne avrai bisogno.-

Mi abbracciò, gli chiesi una sigaretta e la fumai nervosamente. Ora che lui sapevo che mi ero pentita del mio atto di impulsività, mi sentivo libera di un qualcosa da cui forse non volevo liberarmi.

Danzeremo a luci spenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora