-Spogliati adesso- parole dire che uscirono dalle sue labbra, mentre i suoi occhi fissi su di me erano impassibili, assetati del mio corpo..
-Allora? Mi hai sentito? Spogliati t'ho detto- e finita la frase mi lancinò la guancia con un duro colpo. Con movimenti cauti iniziai a togliere i vestiti, avevo paura di fare un solo passo sbagliato perché esso avrebbe procurato nuovi lividi violacei sul mio corpo. Non appena tolsi perfin mutandine e reggiseno Carlo mi prese le mani, mi baciò possessivamente facendo danzare in modo smanioso la mia e la sua lingua, delicatamente mi alzò le braccia, mi girò tenendomi le mie braccia alzate con un solo polso e con fare svelto avvolse i miei esili polsi in una morbida corda. Mi spinse e così facendo persi l'equilibrio cadendo sulle ginocchia doloranti per via dei lividi, e in men che non si dica i miei occhi furono bendati da uno straccio color viola. Mi diede un forte schiaffo leggermente sotto il fondoschiena e dopodiché cominciò a massaggiarlo, il dolore era lancinante ma sopportabile, non riuscivo a capire cosa accadeva nella mia testa, non riuscivo a capacitarmi di come eravamo arrivati fino a questo punto, io avevo carattere ed ora mi ritrovo qui ad essere schiavizzata da un
-Cazzo che male!- urlai non appena Carlo schiaffeggiò la mia parte intima. -Così mi piaci Marissa, urla per me, urla!- e non appena finì la frase entró aggressivamente dentro di me.
Faceva male, male più dei pugni e degli schiaffi, avrei voluto essere altrove, in un luogo pieno di fiori arancioni e erba verde accesa, con le farfalle che volano e gli uccelli che fischiano felici ed un telo con due persone che si amano e un cesto pieno di cibo, e le due persone che si amano si sa chi sono, io e Ale, Ale che mi bacia e mi abbraccia e mi coccola. Ma non ero la e non potevo permettermi di pensare certe cose, non me avevo il diritto, io stavo con Carlo e se non lo avessi amato lui mi avrebbe picchiata.
-AAAH, adesso levati dai veloce.- M'impose così Carlo di andarmene via quella sera.
-E poi Marissa? Cosa accadde? Lara e Ale che fine avevamo fatto?- mi chiese Ginevra, la mia curiosa segretaria.
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Danzeremo a luci spente
Genç Kurgu"Conta fino a dieci prima di dire le cose" Me lo avranno ripetuto minimo milioni di volte. Io sono così. Istintiva. Penso una cosa e non conto. Verità in faccia, dritta, diretta. Non mi piace nemmeno girarci sulle cose. Ma con lui era diverso. Con l...
