Capitolo 15

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Non ricordavo molto della sera prima, avevo un gran mal di testa causato sicuramente dalle lacrime che hanno iniziato a sgorgare dalle sette di mattina. Scrissi a Lara e a Maik che non sarei andata a scuola perché avevo la febbre, mi preparai velocemente ed alle 7.35 ero già fuori casa. Quella mattina nello zaino misi soldi, sigarette, cartine e filtri. Non sarei andata a scuola e i miei non l'avrebbero mai scoperto. Mi isolai in un parchetto e iniziai a piangere ripensando a tutto il dolore causatomi. Avevo perso la persona che amavo a causa mia. Lui avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare lo sapevo bene ma ero stata impulsiva e testarda e adesso ero senza di lui.

Feci un paio di telefonate e in men che non si dica mi ritrovai a fumare la terza o la quarta canna. Non mi reggevo in piedi e i miei occhi erano completamente rossi. Le voci intorno a me rimbombavano e la pancia era sottosopra. Mi buttai sulla prima panchina che trovai pregando di star subito meglio per poter fare ritorno a casa. Dopo qualche attimo, non so precisamente quanto, una voce delicata e esile, che fece riaffiorare milioni di ricordi mi sussurrò carezzandomi la spalla:

-Mar tutto bene? Vieni che ti accompagni a casa- e con delicatezza mi caricò in macchina. Ancora una volta Ale mi aveva salvata, come altre milioni di volte.

La sera stessa mi suonarono a casa, chiesi chi fosse. Al suono della sua voce mi precipitai giù. Scesi e lo vidi.

-Ciao Carlo, come mai qui?-

Mi rispose con gli occhi bassi. Un po' arrossito.

-Non lo so, mi fa piacere vederti..-

Non volevo crederci. Lui era qui. Avevo gli occhi lucidi ed ero emozionata. Volevo perdonarlo, tornarci insieme e farci anche l'amore! Perchè era così difficile amarmi?

Io non chiedevi tanto, avevo solo bisogno di una persona che piangesse con me quando stavo male, che ridesse con me quando ce ne fosse stato bisogno, che mi pensasse sempre, che mi rialzasse piano piano, perche sento di ricadere sempre più in basso. Carlo mi piaceva. Mi piaceva il suo sorriso, mi apriva il paradiso. Mi piaceva la sua voce, il suo corpo, i suoi capelli, la sua camminata, il suo profumo.. Mi piaceva da morire.

Non sapevo bene come accadesse, sapevo che capitava, ci si innamora. Ed era un colpo duro. Ti spiazzava. Ti lasciava ferma ovunque tu sia.Ti teneva appesa ad un filo. Tutto bello, meraviglioso. Fino a che il filo non si staccava. Cadevi. A terra. E con quel filo lo sai cosa ci fai? Ti tagli. Ti tagli perché non ce più nulla per cui lottare. E ti sentì morto dentro. E soffocato. E l'aria non ce più, fino a che..

"AHIA CAZZO!"

Ecco, era di nuovo uscito sangue. Non c'era più posto sulla mia coscia. Dovevo smettere. Dovevo trovare qualcosa in cui credere per andare avanti..

Danzeremo a luci spenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora