Prologo pt.2

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Per tutto il resto dell'estate, prima che la scuola ricominciasse, continuai a incontrare Ed ogni sera. All'inizio lui iniziava a suonare prima che arrivassi, come aveva sempre fatto, poi le cose cambiarono piano piano.

Una sera lo trovai che mi aspettava, seduto sul marciapiede, con la chitarra in braccio e un sorriso incerto. Mi rivolse uno sguardo fuggevole e io temetti che il mio cuore sarebbe scoppiato. Avevo tentato di rendermi più carina, nell'eventualità che lui avesse perso tempo a guardarmi anche solo per un istante. I miei capelli però non ne avevano voluto sapere di rimanere acconciati in morbide onde, ostinandosi ad apparire come degli spaghetti senza personalità, quindi avevo risolto con un'insignificante coda di cavallo. Una coda color topo. Avevo indossato un abito che mi aveva regalato Cass prima che smettessimo di essere amiche. Me lo aveva dato perché non era più riuscita a entrarci, da quando il suo seno aveva cominciato a crescere, al contrario del mio. Ora mi sentivo più che altro uno spaventapasseri, ma al momento in cui mi ero guardata allo specchio prima di uscire di casa mi ero sembrata carina, anche se solo per poco.

In quell'istante, davanti all'occhiata sorpresa di Ed, avrei voluto scomparire, era ovvio che mi trovasse repellente.

Lo nascose bene, però, dato che mi sussurrò, facendomi cenno di sedermi accanto a lui sul marciapiede: «Sei molto carina.»

Non riuscii nemmeno a ringraziarlo. Nessuno, a parte Cass e qualche vecchia zia, aveva mai fatto dei commenti positivi sul mio aspetto. Non mi era difficile capire il perché: ero brutta e insignificante, punto.

Mi sedetti accanto a lui e per la prima volta non rimasi solo a sentirlo suonare e cantare, ma chiacchierai con lui.

Nacque così la nostra amicizia. All'inizio parlavamo di argomenti superficiali, come l'ultimo film che avevamo visto o un libro che ci aveva appassionato – entrambi trascorrevamo molto tempo per conto nostro. Poi le chiacchiere diventarono più profonde e iniziammo a confidarci su come ci sentivamo quando i bulli ci prendevano di mira e sui modi che immaginavamo per fargliela pagare.

Una sera, sempre su quel marciapiede, dissi a Ed, ridacchiando: «Quando sarai famoso e Caleb vorrà acquistare un biglietto per il tuo concerto a Wembley e tu glielo farai pagare il doppio, quella sarà la vendetta migliore.»

«Credi davvero che arriverò così lontano?» mi aveva chiesto, con tono serio.

Quando stava con me, Ed balbettava molto di rado. Eravamo entrambi a nostro agio quando eravamo l'uno in compagnia dell'altra e dimenticavamo tutti i torti subiti.

Personalmente, ne ero sempre più innamorata e non mancavano i momenti d'imbarazzo, ma con lui mi sentivo soprattutto speciale, mi apprezzava per quello che ero.
Gli volevo un bene dell'anima, ne ero certa, come ero sicura di ciò che risposi: «Sarai tra i musicisti più amati al mondo e nessuno oserà più prenderti in giro. Le ragazze faranno la fila per stare con te» aggiunsi, ignorando la fitta di gelosia che mi pervase al pensiero che qualcun'altra avrebbe potuto amare Ed come facevo io.

Lui si sporse in avanti e mi guardò fisso con quegli occhi azzurri che comunicavano più di quello che poteva apparire a chi non si soffermava a studiarli meglio.

Sentii il mio respiro farsi più pesante, carico di aspettativa.

«Tu sarai ancora mia amica?» mi domandò, facendomi sprofondare il cuore sottoterra.

«Assolutamente sì» risposi, scompigliandogli i capelli rossi. "Anche perché non credo che tu mi considererai mai qualcosa di più" dissi, tra me e me, cercando di non far trasparire l'amarezza nel sorriso che gli rivolsi.

Quando la scuola ricominciò, i bulli sembravano essersi calmati, o forse Ed e io li notavamo meno perché ora facevamo fronte comune.

Se Cass passava per i corridoi, a braccetto con Caleb, mi guardava a malapena, mentre nel caso in cui mi trovasse in giro da sola, si fermava a scambiare qualche parola con me. Ogni tanto ci sentivamo anche via messaggio, seppure per questioni superficiali. Sapevo che non si era rivelata la grande amica che credevo, ma a me stava bene così, perché avevo l'affetto e l'amicizia di Ed – anche se avrei desiderato di più – e i bulli ci stavano lasciando in pace.

Love looks perfect on you || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora