Capitolo quattro

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Caleb e Jocelyn arrivarono puntuali all'appuntamento. Li accolsi con un grosso sorriso, cercando di non pensare all'intoppo che si stava presentando nell'organizzazione.
Non lo avevo ancora ammesso con me stessa, ma temevo che, anche se l'agente mi avesse dato l'ok e la partecipazione di Ed al matrimonio fosse stata confermata, sarebbe stato lo stesso cantante a rifiutarsi all'ultimo momento di esibirsi. Si trattava pur sempre di Caleb, il bullo che ci aveva causato tanti guai, che aveva dato il via a una catena di eventi che avevano portato alla rottura tra Ed e me.

Possibile che in quell'istante la stessa persona fosse di fronte a me, sorridente, con al braccio una donna dai lunghi capelli rossi che lo guardava con un'espressione piena d'affetto?

«Jocelyn, che bello conoscerti finalmente!» esclamai e strinsi la mano alla futura sposa che mi sorrise, gli occhi verdi illuminati di gioia. Lei e Caleb formavano indubbiamente una bella coppia e il mio occhio allenato percepì l'amore che scorreva tra di loro.
«Caleb mi ha parlato benissimo di te, Ellie. Ha detto che siete stati compagni di scuola, non è una bella coincidenza?» esordì Jocelyn, allegra.
Mi limitai a sorriderle, di più non ero in grado di fare. Quella mattina mi ero svegliata dopo aver fatto un brutto sogno, qualcosa che era successo, lo stesso incidente per cui avevo paura che Ed non avrebbe mai cantato alle nozze di Caleb. Quest'ultimo disse che era impegnato con una riunione di lavoro e ci avrebbe lasciato un'ora tutta per noi, così mi ritrovai sola con Jocelyn. Dovevo riuscire a darmi un contegno, a comportarmi con la massima professionalità, chiudendo fuori dalla mia mente il passato e le questioni personali.

«A volte non mi sembra vero di avere incontrato una persona stupenda come lui» esclamò la giovane futura sposa, voltando la testa per seguire con lo sguardo color smeraldo Caleb che usciva dal Cupid's Daydream.
Repressi un verso esasperato. Quello una persona stupenda, da quando?
«Tu sei sposata?» mi domandò, Jocelyn, curiosa.
Scossi la testa. Lei insistette: «Fidanzata, allora?»
Negai di nuovo. Se quell'incidente – che in realtà non era stato un incidente – non fosse mai accaduto, sarei stata fidanzata in quel momento, con Ed?
«Scommetto che troverai presto la persona giusta per te. Sei così carina e tutti meritano di essere felici.»

*

"Gli sfigati non meritano di essere felici" aveva detto Caleb rivolgendosi a Ed, prima di spingerlo giù dalle scale a scuola.
Non si era trattato di uno scherzo innocente, Caleb aveva sul serio voluto far del male a Ed.

Era successo un paio di mesi dopo San Valentino. Forse il bullo ci aveva concesso una tregua apposta per farci illuderci, ma a un certo punto la foto che ci aveva scattato al ristorante italiano aveva iniziato a girare su internet, in varie versioni più o meno offensive. Erano stupidi fotomontaggi, ma la gente ci si sbellicava dalle risate.
Poi qualcuno aveva avuto la brillante idea di servirsi di una foto presa da un sito porno per modificarla, utilizzando il mio volto e quello di Ed al posto di quelli effettivi.

«Sono stufo dei tuoi giochetti, Morgan!» era sbottato Ed un giorno, in corridoio, tra una lezione e l'altra.
Caleb aveva approfittato del fatto che nessun professore o supervisore fosse nei paraggi e lo aveva spintonato fino alle scale, continuando a insultarlo a ogni nuovo spintone.

«Cosa dici, sfigato?» Primo spintone. «Io gioco e scherzo quanto mi pare, ok?» Secondo spintone.
«Sei solo un coglione senza palle che si sente grande a deridere gli altri!» Ed era esploso, furente di rabbia.
«Come ti permetti? Non puoi parlarmi così, scherzo della natura!» Gli era sempre piaciuto rivolgersi in quel modo a Ed, sosteneva che i suoi capelli rossi fossero osceni e orrendi. Diceva che era uno sfigato che suonava la chitarra, in poche parole denigrava tutto quello che lo rendeva unico, ciò che mi aveva fatta innamorare di Ed. Caleb non sfruttava solo i difetti delle persone per farle sentire delle nullità, ma utilizzava anche i loro lati migliori e li trasformava in qualcosa di cui vergognarsi. Era crudele.

Love looks perfect on you || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora