Parte 28

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Minho aprì gli occhi, invogliato dalla luce del sole che attraversava le finestre fino ad accarezzargli il viso. Si stiracchiò come da prassi, ma sgranò gli occhi quando sentì le sue gambe chiuse in una morsa. Alzò leggermente il busto per vedere le gambe di Taemin intrecciate con le sue. Si voltò di scatto e, vedendo quella figura angelica dormire beatamente al suo fianco, ricordò tutto l'accaduto della notte prima. Rimase lì, a fissarlo, per qualche minuto. I suoi capelli biondi spettinati sul cuscino, le sue lunghe ciglia, quelle labbra rosee. Non riusciva a credere che tanta bellezza fosse vera. Poteva finalmente capire come si sentissero i grandi poeti intendi ad esaltare la bellezza della loro musa. Taemin era la sua bellezza eterea, ed era suo. L'avrebbe protetto e amato giorno dopo giorno, facendo in modo che il suo sorriso non si spegnesse mai.

Scostò le gambe del minore per liberare le sue, ma quando provò ad alzarsi si sentì ancora una volta tirare, solo così noto la sua mano stringere la sua maglia. Sorrise alla tenerezza di quella vista e, si chinò a lasciare un dolce e leggero bacio sulla sua fronte.

Riuscito finalmente ad abbandonare il letto si diresse in cucina, deciso a preparare qualcosa per colazione. Minho non era proprio un genio in cucina, si sapeva, ma era almeno in grado di cucinare qualcosa senza dover tenere il numero dei pompieri a portata di mano. Optò comunque per qualcosa di semplice. Preparò dei French Toast e, in attesa della loro cottura, cominciò a spremere della arance fresche. Una voltò finito mise tutto su un piccolo vassoio, aggiungendoci una piccola rosa, e si diresse nuovamente in camera da letto. Sostenendo il tutto si sedette accanto alla figura del minore, ancora nel mondo dei sogni, e dolcemente cominciò a chiamarlo, ricevendo piccoli mugolii in risposta.

<<Taemin, piccolo svegliati>>

<<Mhh>>

Vederlo contorcersi, cercando di sfuggire alla luce, era la cosa più tenera che avesse mai visto.

<<Forza principessa, il sole è alto nel cielo, è un nuovo giorno, e non vuoi passarlo a letto vero?>> ridacchiò.

Taemin rotolò con la faccia sul cuscino, stringendolo a sé, per poi alzare leggermente il viso e sbirciare con un solo occhio il suo Hyung. "La sua tenerezza mi ucciderà" pensò Minho.

<<Buongiorno Hyung>> biascicò.

<<Buongiorno>> sorride il maggiore, posando il vassoio sul letto, proprio di fronte al ragazzo.

<<E questo cos'è?>>

<<È la colazione, cos'altro sennò?>> rispose ridendo. Il più piccolo annuì, era ancora più nel mondo dei sogni che nella realtà. Afferrò un toast con pigrizia e ne prese un morso, stessa cosa fece con la spremuta. I due restarono a godersi la colazione in silenzio, scambiandosi uno sguardo, di tanto in tanto. Quando il vassoio fu svuotato del suo contenuto, Taemin prese la piccola rosa e se la rigirò dolcemente fra le mani, sorridendo.

<<Grazie>> esordì Minho, lasciando il minore confuso. Per cosa lo stava ringraziando?

<<Per?>> chiese chinando il capo di lato.

<<Per essere venuto da me. Per avermi affrontato. Per avermi fatto ragionare su molte cose. Ma soprattutto grazie per esserti innamorato di me e, per avermi dato l'opportunità di essere al tuo fianco>> il minore avvampò a quelle parole, non si aspettava tutto questo romanticismo, lo faceva sentire un po' a disagio, ma gli piaceva. Era la prima volta che provava sentimenti simili. Aveva avuto delle storie in passato, ma non era mai riuscito ad innamorarsi veramente, perciò aveva chiuso sempre per primo. Questa volta però era diverso, poteva sentirlo, non avrebbe saputo dire come, semplicemente lo sapeva.

<<Ti amo Tae>> il piccolo non sarebbe mai riuscito a dire quelle parole senza implodere. Prima o poi le avrebbe dette, ne era sicuro, ma se lo avesse fatto ora, in quel preciso momento, con la faccia tonalità peperoncino, probabilmente sarebbe andato in iperventilazione e si sarebbe rinchiuso nell'armadio per i prossimi cinque anni. Non lasciò il suo Hyung senza una risposta però, infatti si sporse verso di lui, lentamente, per poi lasciare un tenero e veloce bacio sulle sue labbra, allontanandosi poi timidamente.

<<Lo prendo per un "Anche io Hyung">> rise fortemente il maggiore, prima di ricevere una giocosa cuscinata da un ragazzino totalmente rosso dall'imbarazzo. 

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