Un cuore di ghiaccio

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Capitolo XVII

Un vento glaciale pervase l'intera stanza, ricoprendo di gelidi cristalli ogni oggetto e suppellettile e creando sottili stalattiti di ghiaccio pendenti da ogni sporgenza.
Il fiato dei due ad ogni respiro condensava a contatto con quell'aria gelida proveniente da chissá dove.
Adam guardó Belle dolorante, mentre lei tentava di capire cosa stesse succedendo, rivolgendo infine lo sguardo al ferito che accudiva con tanta cura sul proprio grembo.
La Bestia stette a pensare qualche istante, cercando di individuare la causa di quell'innaturale fenomeno, ma poi sgranó di colpo gli occhi e inizió a tossire nel tentativo di avvertire Belle prima che fosse troppo tardi.
Lei non capiva. Cosa poteva mai farlo agitare cosí tanto?
Adam le sfioró debolmente una guancia, respirando affannosamente.
-Belle... Belle, ti prego... ascoltami... devi andartene di qui, fa presto!
Lei sgranó gli occhi a sua volta in un'espressione di disaccordo:
-Andarmene? No! Ti ho detto che non ti lascerò mai più, non posso andarmene, non voglio lasciarti qui!
-Belle tu non capisci... é tornata per me, non lascerò che ti faccia del male! Mettiti in salvo finché sei in tempo, ti supplico, lasciami qui e vattene!
-Adam, ma cosa stai dicendo? Chi é tornata?
Ebbe giusto il tempo di pronunciare quelle parole che nella penombra dell'ingresso della stanza apparve una figura snella e slanciata, dalla folta e vaporosa chioma di capelli ricci e corvini e coperta da un'attillata veste di velluto rosso scarlatto, legata alla vita strettissima della donna, che poggiava entrambe le mani ai fianchi, da una cinta di pelle nera.
Belle la riconobbe immediatamente.
-Marie Anne...
Sussurró quasi senza voce.
-Salve, mia cara.
Anche tu qui? Che sorpresa. Credevo che saresti rimasta a casa. Si vede che il mio complice non ha svolto a dovere il suo compito.
La sua voce sensuale e profonda le dava l'impressione che la stesse ipnotizzando.
La strega volse lo sguardo al corpo morto di Leonard, accasciato su un fianco e rivolto verso la finerstra, con ancora la lama d'avorio conficcata nel ventre.
-Chi ha ucciso il mio burattino?
Chiese con tono di falsa sorpresa, poi volse nuovamente lo sguardo in direzione della fanciulla.
-Non mi dirai che sei stata tu, non è vero piccola?
Mancó poco che la ragazza non scoppiasse in lacrime.
-Ma non mi dire.
Rise la strega, lasciando scivolare un braccio lungo i fianchi.
-E cosí hai ucciso tuo fratello.
-Quello non era mio fratello...
Ringhió Belle stringendo i denti, cercando di reprimere una rabbia incontenibile.
-Oh si che lo era. O meglio, lo è stato finché non è venuto da me per chiedermi aiuto.
Si lasciò scappare una risatina contenuta.
-E pensare che era venuto solamente per chiedermi di salvarti da quest'orrenda creatura. Quanto avrebbe voluto riabbracciarti e passare il resto dei suoi giorni con te, vivendo una vita tranquilla al tuo fianco, curando il vostro tanto amato giardino...
-Basta!!
Urló Belle disperata, incapace di fermare le lacrime che le rigavano le guance mentre batteva il pugno sul pavimento.
-È tutta colpa tua, lurida strega! L'hai trasformato in un burattino, in un giocattolo per i tuoi giochi perversi e sadici! Sei stata tu ad ucciderlo!
Singhiozzava in preda alla follia del dolore.
L'altra la guardó con occhi malvagi e un perfido ghigno disegnato sulle labbra.
-Mm, si. Hai ragione. L'ho ucciso io. Ma mi è stato molto utile sai? Per prima cosa la sua anima, come del resto quelle di tutti i malcapitati che si sono ritrovati a chiedermi aiuto, mi ha restituito almeno parte del vigore e della forza che persi anni fa, proprio in questo castello, e poi mi ha facilitato il lavoro ferendo a morte quella feccia che tieni con tanta cura tra le tue braccia.
Ringhió sprezzante.
La strega si rivolse alla Bestia con un sorriso tanto freddo e perfido da far accapponare la pelle.
-Vedo che ancora non molli l'osso. Eppure pensavo di aver fatto un buon lavoro quella sera.
Nonostante tutto, eccoti ancora qua.
Ma non temere, mio caro principe...
La donna avanzó fino ad essere completamente illuminata dalla luce fredda della stanza. Il suo corpo venne avvolto in un vortice di cristalli di ghiaccio taglienti come lame, così furioso da scatenare una tempesta intorno alla sua figura.
Quando il vortice si dissolse la strega Marie Anne non c'era più, ma davanti a loro era apparsa la temutissima e pontentissima maga dei ghiacci Cassandra.
-...finalmente è giunta la tua ora.
Un altro vortice di ghiaccio avvolse la mano artigliata della maga, formando uno scettro alla cui estremità il ghiaccio si deformava, assumendo la forma di una lama ricurva e affilatissima.
La donna fece per avvicinarsi al corpo morente della Bestia, alzando, come aveva fatto poco prima il suo burattino, la sua arma mortale per scagliarla dritta nel cuore del principe maledetto dalla sua stessa magia.
Dopo averlo costretto ad una vita di dolore, solitudine e sofferenze ora non poteva fargli anche questo.
Belle non poteva permetterlo, sebbene non sapesse come impedirlo.
Mentre la maga scagliava con forza il pugnale di ghiaccio sul corpo di Adam, la fanciulla gli si strinse al petto, in un ultimo tentativo di proteggerlo dal colpo mortale della strega.
Era pronta a sacrificarsi per l'amore della sua vita.
Se lui era destinato a morire, allora anche lei sarebbe morta con lui, sotto i colpi mortali del ghiaccio, avvolta nelle sue braccia.
S'era ormai abbandonata completamente alla sua sorte, quando Cassandra venne respinta violentemente da una forza invisibile, che la respinse facendola schiantare al suolo.
Nell'impatto lo scettro si ruppe, e con esso anche il pugnale.
Quando Belle alzó lo sguardo non poté credere a quel che aveva davanti agli occhi.
Cos'era successo?
Cos'aveva respinto il suo colpo?
In quel momento si accorse che qualcosa faceva luce sul petto di Adam: era una luce fioca, chiara e proveniva dal centro del suo petto.
Quella luce... sembrava cosí familiare...
Spostando di poco lo sguardo notó che la stessa luce brillava su di lei.
La maga la fulminó con i suoi occhi gelidi e tremendi, si alzó da terra e con un urlo spaventoso si lanció contro di lei.
-Piccola mocciosa, cosa credi di poter fare contro una creatura come me?!
Ancora una volta la fanciulla accolse tra sue braccia la Bestia per difenderlo, e ancora la maga venne respinta a terra, questa volta con più forza.
Ora la luce sui loro petti era più brillante e più luminosa.
-Non è possibile...
Sussurró Cassandra, guardandoli con quegli occhi di ghiaccio sgranati e increduli.
-Sarai riuscita a respingere me, brutta mocciosa, ma non riuscirai a respingere i miei incantesimi!
La maga si alzó da terra, pervasa dall'ira e dalla sua tremenda malvagità; alzó una mano al cielo, concentrando in essa tutto il proprio potere e infine la puntó in direzione della fanciulla.
-Puoi dire addio a tutto ciò che ami, stupida ragazzina, tu, che hai osato non solo respingermi, ma anche interferire con i miei piani e la loro riuscita! Ma ora pagherai caro questo affronto: con la tua vita e quella del tuo tanto amato principe!
Con un urlo spaventoso, la maga scaglió contro di loro tutta la magia di cui era in possesso, circondandoli in un vortice di lame di ghiaccio.
Sulle sue labbra si desegnó un ghigno malefico e folle.
La bufera si stringeva sempre più a loro, finché la strega, chiudendo la mano in un pugno, non scaglió contro di loro le mille lame di ghiaccio che li circondavano.
Con quell'ultimo colpo era sicura di averli vinti, ma i gelidi pugnali che aveva scagliato contro di loro vennero respinti e disintegrati da una luce abbagliante, proveniente proprio dal bersaglio del suo potente incantesimo.
La sua magia non aveva più alcun effetto.
Era stata respinta da una magia molto più forte e invincibile della sua: quella dell'amore.
Cassandra cadde in ginocchio, devastata da quell'ultimo sforzo per finirli, una volta per tutte.
Questa volta fu Belle ad alzarsi.
Appoggió delicatamente il capo della Bestia a terra, facendo attenzione che non si facesse male, poi avanzó verso la maga, avvolta da quella luce chiara e accecante, la stessa che aveva avvolto le viole del principe al suo tocco delicato.
La maga non aveva più forza.
-E cosí anche le creature come te non sono invincibili.
Ad ogni passo che faceva la sua luce diventava sempre più abbagliante.
-Hai regnato per così tanto tempo, impoverendo e lasciando morire di fame il tuo popolo, e quando il potere ti è stato sottratto non hai potuto sopportare di essere stata sconfitta da un semplice mortale. Ma non avevi più la forza necessaria per combattere, cosí ti sei vendicata utilizzando l'inganno.
Hai distrutto centinaia, migliaia di vite e non ti sei limitata a questo: hai voluto vendicarti su qualcuno che non aveva nulla a che fare con il tuo passato, rovinandogli la vita e distruggendo ogni suo sogno e speranza.
Tu sei l'incarnazione della malvagità e della perfidia, ma per quanto tu possa ritenerti potente e invincibile, a quanto pare esiste qualcosa di più potente e puro capace di sconfiggerti.
A quelle sue parole la pelle, le vesti e il ghiaccio che circondava la maga iniziarono a bruciare, creando un fumo bianco e denso. Le urla strazianti della strega venivano soffocate dallo sfrigolio provocato dalle fiamme bluastre che la bruciavano, consumandole lembi di carne e lasciando intravedere le ossa che poco a poco si carbonizzavano.
-No! No!! Cosa sta succedendo?!
-Succede che sei stata sconfitta, Cassandra. Per sempre.
La maga emetteva urli sempre più acuti e strazianti.
-Non è possibile!! Non è possibile!!
-E invece lo è. Stai pagando il prezzo della tua malvagità.
Le rispose Belle con tono fermo e pacato.
-Addio, Cassandra.
La strega emise un ultimo grido di morte, infine il suo corpo inerme cadde a terra, continuando a bruciare divorato dalle fiamme celesti che non si spensero finché le sue membra non furono del tutto consumate.
Non rimase più nulla della maga, ad eccezione del suo cuore.
Ma il suo non era un cuore normale, fatto di carne e di sangue, bensì di ghiaccio.
Belle lo prese tra le mani, lo osservò per qualche secondo, infine lo scaraventó a terra, disintegrandolo in mille pezzi.

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