Dieci anni dopo

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-Annabelle, Leonard, smettetela di litigare! Avanti giovanotto, ridai la bambola a tua sorella!
Rideva Belle, seduta sul bordo della fontana, mentre ritraeva con tratti svelti ma precisi i bambini mentre giocavano sul prato.
-Ma mamma, Annabelle mi prende in giro!
-Non è vero!
Bisticciavano i due.
-Date ascolto a vostra madre, non fatela esasperare che poi se la prende con me...
-Papà!
Gioirono in coro i due bimbi, correndogli incontro a braccia aperte.
-Ecco le mie due bestiole preferite!
Rideva Adam, abbracciandoli.
Belle si alzó e raggiunse il marito, che baciava la piccola Annabelle e arruffava i capelli a Leonard, che si dimenava tentando di liberarsi dalla presa del padre.
Ridendo, i due bimbi ritornarono a giocare e a bisticciarsi sul prato.
-Ecco la mia regina.
Adam strinse a sé Belle, baciandola con amore.
-Ew!
Esclamarono le due pesti, correndo di nuovo verso i genitori, che, camminando a braccetto, passeggiavano per il giardino, respirando l'aria fresca e i profumi della primavera.
Gli alberi erano tinti del morbido colore delle foglie appena nate, mentre le aiuole sfoggiavano i fiori dai colori più insoliti e sgargianti e i prati erano macchiati del color delle viole.
E cosí erano già passati dieci anni.
Le loro vite, rifletté Belle, dopotutto s'erano incontrate per caso: se quel lontano giorno Leonard non fosse giunto al castello della Bestia, tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Leonard...
Leonard era stato tutto per lei, l'unica persona al mondo che si fosse presa cura di lei, e ora... non c'era più.
Ogni giorno la regina, all'ora del tramonto, si recava nel boschetto del giardino, dove, arrampicata su un albero, una rigogliosa pianta di rose bianche illuminava della sua candida purezza i muschi e le ombre delle fronde degli alberi. Lí giaceva un letto di petali bianchi, e sotto di essi, Leonard, che finalmente aveva trovato la pace eterna.
Ad ogni tramonto lo andava a trovare, raccontandogli della sua giornata, di quanto le mancasse, e di quanto dolore provasse nel ricordare di averlo ucciso lei stessa.
Il giorno del loro matrimonio, Belle aveva fatto adornare la chiesa di rose bianche, perché anche suo fratello, sebbene non fisicamente, potesse essere lí con lei in quel momento speciale.
Ma lei sapeva che lui le sarebbe stato sempre a fianco, come i ricordi preziosi che quel magico giardino racchiudeva in ogni suo albero, bocciolo e fiore, e lei non poteva fare a meno di ricordare ogni giorno la Bestia, che ora era suo marito, e quella storia insolita e magica.
Belle volse uno sguardo nostalgico alla fontana.
-Cosa c'è, amore mio?
Le chiese Adam preoccupato.
-Ti ricordi cosa successe dieci anni fa, lí, vicino a quella fontana?
Il re la guardó, e un tenero sorriso gli coloró le labbra a quel ricordo.
-Come potrei dimenticare...
-Dimenticare cosa?
Chiese Annabelle, incuriosita dal discorso dei genitori.
-Sai piccola, questo è il posto dove io e tua madre ci siamo conosciuti, o meglio, abbiamo iniziato a conoscerci.
-Che vuoi dire papà? Tu e mamma vi siete conosciuti qui al castello?
Si intromise anche il principino.
-Si, tesoro.
Sorrise con dolcezza Belle.
I due bambini si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi sorrisero eccitati, domandando in coro:
-E come vi siete conosciuti?
Marito e moglie si guardarono stupiti negli occhi, poi sorrisero, al ricordo di quei tempi passati.
Belle e Adam si sedettero sul bordo della fontana, proprio come fecero quel lontano giorno, dieci anni prima, che eppure sembrava soltanto ieri.
Intrecciarono le loro mani, mentre i bambini sedevano davanti a loro, sul prato, Annabelle tenendo la sua bambola e Leonard la sua spada di legno.
Belle chiuse un momento gli occhi, respirando l'aria fresca e godendo del calore dei raggi tiepidi del sole;
poi, dopo aver preso un profondo respiro, cominció il suo, o meglio, il loro racconto:

-I campi, le montagne, il tepore del sole e il profumo del vento. Era questo che amavo del paesino nel quale abitavo...

Fine

Il principe maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora