Addio, Belle

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Capitolo XIV

-Belle, io mi sono innamorato di te.

Quelle poche parole le caddero sul petto come un enorme macigno.

Era tutta colpa sua.

Sapeva bene di essere il suo unico motivo di felicità e di riscatto a quel mondo, per questo aveva imparato ad apprezzarlo, a stargli vicino, a interessarsi a lui; lui aveva avuto bisogno di lei e lei, forse a causa del suo buon cuore, non s'era tirata indietro, abbandonando il fratello, per stargli accanto. Un legame profondo ora li univa, ma forse era stata tutta un'illusione.
Lei era un'illusione, o meglio, lei l'aveva illuso. Se tra loro due c'era davvero un mostro, quello era soltanto lei.
Quei pensieri la logoravano, le premevano il cuore fino a farlo sanguinare, le premevano le tempie, le facevano scoppiare la testa.
La sua gentilezza, la sua intelligenza, la sua sensibilità e la sua bontà le avevano toccato il cuore, più in profondità di quanto lei potesse mai immaginare, ma non voleva ammetterlo a se stessa, commettendo un enorme errore.

Quelle parole, così dolci e calde, risuonavano ancora nella sua mente, mentre le tremavano le labbra e le si bagnavano gli occhi. Ma cosa stava facendo? Cos'era tutta quella confusione nella sua testa? Perchè quelle parole avevano suscitato in lei tali emozioni?

Non aveva ancora pronunciato parola, ma quel silenzio per Adam fu più chiaro di mille parole.
-Dev'essere orrendo sentirsi dire questo da una Bestia come me...
Sorrise amaramente, mentre il suo cuore si spezzava, in silenzio.

Doveva immaginarsi che non sarebbe mai stato possibile. Un angelo come lei non avrebbe mai potuto provare niente per un mostro come lui.
E così il volere della maga s'era avverato: oltre ad avergli portato via tutto ciò che aveva, ora gli era stata negata anche l'unica cosa che contasse davvero, l'unico suo motivo di felicità, l'unico suo motivo per vivere ancora.

Aveva vinto lei.

La Bestia lasció scivolare dolcemente le mani delicate di Belle dalle sue zampe artigliate e orrende, mentre le guance di lei venivano rigate da limpide e calde lacrime.
Lui guardava in basso, lei lo guardava in silenzio, sebbene stesse soffocando un grido nel suo cuore.
-Ho sbagliato sin dall'inizio.
Parló lui.
-Come ho potuto imprigionare qui tuo fratello e te... sono solo un egoista.
Si rimproveró duramente.
Senza alzare lo sguardo, per paura che lei potesse inorridire nell'essere guardata dal mostro qual'era, continuó:
-Prima che tu vada, Belle, vorrei chiederti soltanto una cosa...
Lei aspettó in silenzio, tra le lacrime.
-Potresti...
Gli si ruppe la voce.
-Potresti soltanto perdonarmi?
La pregó quasi singhiozzando.
Un altro cuore oltre al suo si ruppe in quel momento.
-Non ho niente da perdonarti.
Singhiozzó lei.
Lui ancora non alzó gli occhi da terra, pervaso da un dolore inimmaginabile, che non avrebbe potuto provare nemmeno se fossero state strappate nello stesso istante tutte le viole di quel giardino.
Dopo un lungo momento di silenzio da parte di entrambi, lui riprese:
-Domani mattina all'alba troverai il mio cavallo sellato: lui ti ricondurrà a casa, da tuo fratello. Quando sarai arrivata non dovrai far altro che lasciarlo libero e lui ritornerà da me.
La tua vita finalmente riprenderà il suo corso, tornerai libera, il tempo passerà e ricorderai tutto questo solo come un brutto sogno...

Un brutto sogno.

-No...
Sussurró, mentre le lacrime le bagnavano le rosee labbra.
-Come potrei ricordare questo come un brutto sogno?
Gli si avvicinó.
-Perchè lo è.

A quelle parole, come se avessero potuto sentirlo, le splendide viole che circondavano la Bestia iniziarono ad appassire, ad una ad una, trasmettendo la propria misera morte alle compagne vicine, espandendo quell'orribile spettacolo in tutto il giardino, eccetto che in un piccolo lembo dell'aiuola, quello che circondava Belle.
Anche le piccole lucciole che li avevano circondati fino a quel momento iniziarono a spegnersi, una dopo l'altra, lasciandoli nelle tenebre, illuminati solamente dalla luce della luna.
Sia le lucciole che le viole erano tutte morte.

Il principe maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora