Cassandra e il principe

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Capitolo II

I giorni seguenti Leonard non mise più piede all'allodola: non aveva intenzione di deludere nuovamente la sorella.
Dopo quella sera il loro legame s'era rafforzato molto e avevano passato molto più tempo insieme, prendendosi cura l'uno dell'altra e del loro amato giardino. Decisero dunque di piantare due nuovi fiori: due magnifiche rose bianche. Come le viole per la loro famiglia, queste sarebbero state il loro simbolo.
Nonostante i problemi economici, era ritornata la serenità e sebbene entrambi faticassero molto per racimolare un po' di denaro, al loro ritorno a casa era come se il tempo trascorso insieme li guarisse da ogni stanchezza e spossatezza.
Ma anche questa vita tranquilla avrebbe presto avuto fine.
Qualche settimana dopo, nel villaggio si sparse la voce che alcune ricchezze del padre Maurice, a causa dell'improvvisa morte di un conte con cui aveva avuto contatti in passato, potessero essere restituite alla famiglia dell'ormai defunto mercante. La notizia non tardó ad arrivare anche in casa di Belle e Leonard: a portarla fu un distinto e gentile signore del paese, un vecchio amico del padre, il quale, non avendo visto da qualche tempo né fratello né sorella al villaggio, aveva ben pensato di riferire loro la gradita notizia.
Non appena i due ne vennero a conoscenza si guardarono stupefatti e increduli allo stesso tempo: ciò significava che, sebbene quelle ricchezze non fossero sufficienti a risolvere tutti i loro problemi, avrebbero finalmente potuto risollevarsi da quella terribile crisi! Erano salvi!
Si misero a ridere e ad urlare come due bambini, tant'é che il pover'uomo, imbarazzato, rimase lí impietrito, non sapendo come comportarsi in una situazione del genere.
I due, per ringraziarlo, lo invitarono a cena quella sera stessa; Belle preparó quanto più di sfizioso e gustoso avessero in casa e tutti e tre risero, scherzarono e brindarono per tutta la sera all'inizio di una nuova vita e alla fortuna.

***

Qualche giorno dopo, dopo gli attentissimi e minuziosissimi preparativi per il viaggio, Leonard si preparava a recarsi alla villa di quel conte che desiderava restituire le ricchezze ai vecchi proprietari. Dopo aver affittato cavallo e calesse (con il sudato guadagno di due settimane, ma che importava ormai, erano salvi!) da un amico proprietario di una scuderia del paese accanto, caricó il necessario per il viaggio e si mise a sedere a mó di fantino con le redini in mano.
Leonard lesse sul volto di Belle l'evidente preoccupazione della ragazza, così scese di sella e le diede un lungo e caldo abbraccio.
-Fra una settimana saró già di ritorno, non temere sorellina mia.
La rassicurò.
Si rimise in sella, diede un leggero colpettino alle redini e partì.
Prima di sparire tra le verdi fronde del bosco che poco distava dalla loro casa, volse lo sguardo indietro un paio di volte, per salutare Belle. Aveva viaggiato tante volte e talvolta era stato via anche più di un mese, ma non aveva mai sentito una nostalgia tanto grande come quella che provó quel giorno, sul fare dell'alba, nel vedere la sorella sempre, sempre più lontana.

In poco tempo raggiunse il limitare della foresta, che non era molto distante da casa loro. Quando erano bambini, Belle e Leonard si divertivano a correre e a nascondersi tra i possenti tronchi degli alberi, che, per gioco, assumevano le più svariate forme: diventavano le mura di una rocca inespugnabile, o meravigliosi castelli incantati di fate e folletti, o ancora eserciti di giganti pronti a proteggere la principessa Belle e il principe Leonard dal mostro che abitava nel castello abbandonato nella foresta.

Il castello si trovava nella parte più oscura e fitta del bosco, che per tutti al villaggio era da sempre un mistero: chiunque si fosse addentrato in quel luogo non avrebbe fatto più ritorno. Si raccontava che nel castello abitasse un mostro, una bestia terribile dalle zanne aguzze e gli artigli affilati, che uccideva e divorava tutti coloro che si fossero avvicinati alla sua dimora.
La famiglia di Belle e Leonard, nonostante abitasse proprio accanto alla foresta, non s'era mai lasciata intimorire da questi racconti fiabeschi.
Tuttavia Belle, che sin da piccola aveva mostrato di essere una gran sognatrice e di avere un'immaginazione fuori dal comune, era sempre stata attratta da questi racconti, ed ogni sera, prima di addormentarsi, chiedeva alla madre Annabelle di raccontarle la storia della bestia e del castello incantato.
Sua madre Annabelle era una donna bellissima, intelligente e gentile, ed era sempre stata definita da coloro che la invidiavano, o addirittura odiavano, matta, con la testa tra le nuvole, donna che non si preoccupava minimamente della realtà e dei problemi della vita.
Belle l'amava moltissimo.

Il principe maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora