Tornare a casa dalla mia famiglia e scoprire che non sono i miei genitori veri e propri è stato abbastanza particolare a 17 anni.
mi sono sentita subito in colpa quando ho pensato "chissà se Jonnie è davvero mio fratello" ma certo che lo è. sono una stupida.
prendo un respiro profondo e salgo sull'autobus che mi riporterà a Londra, al College. guardo la mia famiglia nel giardino di casa che mi saluta e insieme alla mia città, scivolano via tutti dalle mie mani. hanno promesso che ci vedremo a Natale.
forse Katherine, la mia vera madre, ci è rimasta male a sapere che non ho voluto vederla. ma io non avrei mai abbandonato un figlio, anche se avessi avuto 13 anni. lei lo ha fatto,e chi mi ha cresciuta e voluto bene sono stati mia madre, mio padre e il mio fratellone. quando sarò pronta, magari la vedrò e potremo parlare tranquillamente. ma adesso ho solo bisogno di distaccarmi.
Quando il pullman arriva davanti al College stringo la mia valigia e scendo a passo svelto, notando con dispiacere il solito clima freddo e nuvoloso. a ogni modo, citofono e subito mi aprono il cancello.
percorro la strada del giardino notando tutti i ragazzi fuori, dopo tutto sono le sei del pomeriggio e non proprio a tutti va di stare rintanati nel proprio dormitorio.
-Perrie!- mi sento chiamare
mi giro e vedo una figura correre verso di me, riconosco subito che è Zayn.
quando arriva davanti a me quasi non muoio sentendo di nuovo il suo odore, guardandolo di nuovo negli occhi.
-ciao- mormora
-ciao-
-ho saputo che sei stata nella tua città...- dice e io annuisco. -mi sei mancata- aggiunge in un sussurro
subito sento un nodo alla gola. avanti Perrie, non ricadere nella sua trappola.
annuisco -okay-
mi guarda interrogativo -okay? è tutto quello che hai da dire??-
noto dei suoi occhi un pizzico di dispiacere, di paura. ma forse è solo una mia impressione.
mi allontano per non perdermi in quelle pozze castane ma lui mi segue. non dico una parola e lui non prova neanche a fermarmi,semplicemente mi segue finchè non arrivo di fronte alla mia stanza.
-che hai??- mi chiede mentre apro la stanza con la chiave. non c'è nessuno dentro, sospiro e poggio la valigia a terra. lui entra chiudendo la porta
-ma che fai?? i ragazzi non possono entrare nelle stanze delle ragazze- trovo una scusa a caso
-dimmi cos'hai- mi ignora
sbuffo -niente Zayn. come sta Gigi??- cambio discorso togliendomi la giacca
lui mi guarda e deglutisce -come al solito-
-potresti anche guardarmi, non ci vediamo da quattro giorni e tu fai così- aggiunge
lo fisso negli occhi -sei stato tu a dirmi di voler chiudere. adesso sei tornato, che c'è, Gigi non te la dà più??-
contrae la mascella nervoso -smettila di pensare che io voglia Gigi. è una situazione diversa, lei non c'entra. ecco perché non volevo fare niente con te. perché sei troppo... poco pronta per capire a fondo.-
sorrido amaramente -stavi per dire piccola, o ingenua, una bambina. lo so Zayn, grazie-
rotea gli occhi -no..-
-si.-
-okay, sì.- dice
è così che la pensa, anche se ha solo un anno più di me. che devo farci?
decido di ignorarlo e mi tolgo le scarpe, mi sciolgo i capelli dallo chignon che avevo e sbottono lentamente la mia camicetta bianca, dove sotto si rivela esserci solo un reggiseno nero. faccio tutto questo guardandolo negli occhi.
deglutisce squadrandomi -avresti la decenza di cambiarti nel bagno, con la porta chiusa magari??- domanda in un sussurro , come se avesse la gola secca
sorrido scuotendo leggermente la testa -le bambine non hanno niente da mostrare. sono piccola Zayn, che puoi fare più che guardarmi con tenerezza??- chiedo con un finto dispiacere
anche se dentro, mi fa male da morire sapere che lui la pensa in questo modo.
sospira abbassando lo sguardo -sono un coglione- sussurra
mi avvicino a lui restando a qualche cm di distanza dal suo viso. mi sfilo la camicia restando in reggiseno. ho poco seno, la pelle troppo bianca e sono magra. eppure lui ha le iridi lucide. non fa altro che guardare il mio busto, dal collo fino all'estremità dei miei jeans blu.
si avvicina a me mettendo una mano sul mio fianco scoperto, facendomi sussultare per la sua mano fredda contro la mia pelle calda. sono immobile, non riesco a staccarmi dal suo tocco, è come una calamita.
lui mette l'altra mano sul bottone dei miei jeans, come se volesse togliermeli, e avvicina il suo viso al mio. -baciami- sussurra fissando le mie labbra. io rimango ferma nella mia posizione come ipnotizzata dai suoi movimenti. -baciami Perrie- dice ancora, con una voce strozzata. -ti prego- aggiunge disperato. sta per piangere, non lo riesco a capire.
avvicino il mio viso alle sue labbra e a distanziarle è un millimetro. -non ti bacerò senza il tuo permesso, quindi baciami tu- spiega muovendo le sue labbra, che automaticamente toccano le mie.
le schiudo facendo uscire un soffio sulle sue labbra, lui chiude gli occhi e schiude anche le sue labbra. mi è mancato, decisamente troppo.
faccio uscire delicatamente la lingua accarezzandogli il labbro inferiore, e sento la sua mano , che è diventata più calda, stringere un po' di più sul mio fianco. poi dico piano -no- sulle sue labbra e mi allontano, lasciandolo un po' sbigottito.
ha le guance rosse e la bocca semi-aperta. continua a fissarmi mentre mi sfilo i jeans e mi metto il pigiama. poi vado verso di lui. -che fai, rimani lì o esci?-
apro la porta e lo guido fuori. vorrei averlo qui tutte le ore, se solo mi volesse sul serio e non avesse un'altra ragazza. io non gli credo, non credo a quelle lacrime, a quelle parole.
rimane a guardarmi fuori dalla porta e io semplicemente non riesco a richiuderla. sto guardando ogni dettaglio del suo viso e del suo corpo, sto notando quanto sia bello, e quanto io sia piccola e ingenua per lui. questa cosa mi fa sentire una merda, e subito i miei occhi si velano di lacrime
lui se ne accorge e si avvicina a me -hey- dice prima di stringermi in un abbraccio. ricambio un po' titubante e inizio a piangere silenziosamente sulla sua spalla, come uno sfogo per ogni cosa. mi lascia dei piccoli baci sulle guance, sulle orecchie, sulla mascella, sul collo. cosa mi sta facendo questo ragazzo...
ci stacchiamo e lui mi guarda negli occhi, che sono sicura siano rossi, non più azzurri. mi sposta una ciocca viola mettendomela dietro l'orecchio e mi sorride dolcemente.
-sei bellissima.-
SPAZIO AUTRICE
hEY GENTAH
Today sono un pò triste perchè avrei voluto essere più veloce nel fare i compiti, e ora mi ritrovo a dover far un sacco di cose E LA SCUOLA INIZIA LUNEDI PROSSIMO PORCODDUE.
Detto questo, zau a todos LOL e come sempre, spero che il capitolo sia stato gradito. Un bacio e alla prossima <3
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She's not afraid | Zerrie
FanfictionSettembre, purtroppo, è arrivato, e Perrie sa che deve iscriversi al College per volere dei genitori che sono molto orgogliosi di lei. In questo anno scolastico incontrerà professori odiosi, compagne di stanza fantastiche, persone che non le andrann...