6 ~ Prima

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The truth is I don't want to know

Il giorno dopo, in classe, ho la testa tra le nuvole quando il professore ci consegna i fogli e ci avverte di scrivere il nome su tutte le pagine per il compito che varrà due terzi del voto finale. È importante, ho studiacchiato ieri sera, ma poi mi sono completamente arresa; ho acceso la televisione, gettato i libri nello zaino e visto tre o quattro repliche di Friends. Peccato che Rachel e Ross non abbiamo trattato della matematica ieri, mentre si confessavano amore eterno.

Adesso non sono attenta e anche se il ricordo si annebbia, sostituito da una serie infinita di numeri, parentesi, lettere e altri strani simboli che non so identificare, rimango con la mente altrove.

Non vado in un posto qualunque, perso e distante. Vado in un luogo preciso, dai capelli ricci e il sorriso ammaliatore. Non posso farne a meno. Anche se cercassi di non pensare a lui, poi gli oggetti attorno a me lo ricorderebbero. Ha avvelenato tutta l'aria che mi circonda e ogni parte di lui improvvisamente si anima nelle cose che ho attorno.

Non ho ricevuto una risposta a quel messaggio, né una chiamata. Questa mattina non ha accompagnato Maggie a piedi e non l'ho visto per i corridoi.

Per questo sono sicura mentre camino assieme alle mie amiche verso il giardino, nei minuti della ricreazione. Pensare a lui mi fa dimenticare che ce l'ho sempre così vicino, così a portata di mano. Vive dall'altra parte del marciapiede, frequenta la mia stessa scuola, è il fratello della mia migliore amica. Sempre così vicino eppure non riesco mai a raggiungerlo per davvero.

E mentre mi perdo nella delusione delle mie stesse teorie, quasi non mi accorgo che qualcuno mi sta chiamando. Il tono è duro, rabbioso, e molti alunni si fermano nel corridoio per sapere che diavolo sta costruendo un teatrino con una singola parola.

La prima a girarsi è Maggie, che ha riconosciuto la voce del fratello. Quando lo faccio anch'io, vengo travolta dalla consapevolezza che Ste sta effettivamente falciando verso di noi. Ha il mento alto e le spalle rigide. Dietro di lui, Chris e Lorenzo lo seguono con occhi vacui e confusi.

Si ferma davanti a me, i suoi occhi fiammeggiano come cerini appena accesi.

«Posso parlarti un attimo?»

Ho paura che il mio cuore si sia fermato, ho che lo stomaco voglia ribellarsi e fuoriuscire dalla mia bocca in questo istante. Non riesco a pensare lucidamente con lui tanto vicino e con tanti occhi che ci guardano chiedendo silenziose spiegazioni.

«Che cosa succede?» interviene Maggie mentre mentalmente la benedico.

Stefano fa per ribattere ma trovo il coraggio e improvvisamente lamia lingua si rianima.

«Devi dirmi qualcosa di urgente?»

Le mie amiche alle mie spalle e i suoi amici alle sue rendono perfettamente l'idea di quello che sta accadendo. Noi due che ci fronteggiamo, entrambi con buone ragioni per essere arrabbiati, pronti a uno scontro decisivo.

«Direi di sì» risponde Stefano a denti stretti. So che è confuso dalla mia domanda tano quanto lo sono io dalla sua reazione. Mi aspettavo una comparsa a casa o una passeggiata silenziosa, noi due soli. Invece ha deciso di fare una sceneggiata in pubblico. Non è da lui reagire così.

«Nessuno può sentire quello che hai da dire?»

Step tira un profondo respiro e cerca di calmarsi. La sua voce grave mi suggerisce che sta perdendo lentamente le staffe.

«No, Elena. Vieni con me oppure ti trascino fuori io?»

«Stefano!» interviene Maggie, più confusa di tutti noi messi insieme. «Ma che stai dicendo?»

Senza di te mai || 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora