Once upon a time I was falling in love
La porta della camera di Step è chiusa ma dallo spiraglio degli spifferi noto che una lampada è ancora accesa e spalma sul pavimento un alone giallastro. Bussare farebbe troppo rumore, entrare sarebbe da matti. E poi, cosa gli devo dire? Nulla, assolutamente nulla. Potrebbe essersi addormentato con la luce accesa. Non so bene cosa mi abbia spinto ad avvicinarmi alla sua stanza nel bel mezzo della notte senza avere un piano. Lui voleva stare con me prima di cena, ha chiesto a Maggie di lasciarci soli, e la curiosità di sapere cosa volesse dirmi mi consuma da dentro.
Appena alzo una mano capisco che è una pessima idea. Non ci parliamo né sentiamo dalla notte del ballo quando le sue labbra bruciavano contro il mio collo. Se chiudo gli occhi riesco ancora a percepire la sensazione del suo corpo spinto contro il mio. Il mio palmo tocca la porta che cigola e io lo ritiro subito. Di certo Stefano non può pensare che sia il vento o un gatto, visto che non ne hanno, così alla fine prendo coraggio gonfiando il petto e apro la porta. Cigola ancora, imbarazzandomi. La prima cosa che sento sono delle piccole corde pizzicate che suonano una melodia rotta. Avevo ragione, la lampada sul comodino accanto al suo letto è accesa e lui è sdraiato sul materasso. Ha una gamba stesa e l'altra piegata, la testa poggiata alla moltitudine di cuscini, le coperte che nascondono il suo corpo dal busto in giù e un ukulele svogliatamente poggiato al petto. Le braccia sono storte quel tanto per arrivare alle corde, e i suoi occhi sono chiusi.
Faccio un passo dentro la camera e i suoi occhi incontrano i miei. Non è sorpreso come immaginavo, si limita a guardarmi mentre avanzo imbarazzata. Mette da parte l'ukulele solo quando sono vicina alla lampada e alza il busto, guardandomi dal basso.
«Non riesci a dormire?»
Mi aspettavo chiedesse cosa ci faccio qui o perché sono venuta nella sua stanza. Sbatte le ciglia assonato, e io prendo in considerazione l'idea di dargli la buonanotte e scapare via. Ma ormai sono qui, ci farei solo la figura dell'idiota. Scuoto la testa mentre lancio un'occhiata alla stanza. Nel corso degli anni mi è già capitato di entrare qui ma non ci sono mai rimasta tanto a lungo da poterla studiare; è semplice, quadrata e decisamente maschile. Pantaloni e calzettoni sono ammucchiati sulla poltrona dall'altra parte della stanza, la scrivania è disordinatamente occupata da magliette, giochi per la play e cuffiette arrotolate; riesco a intravedere solo un triangolo dall'alluminio che deve appartenere a un computer sepolto.
Quando torno a guardarlo, scopro che i suoi occhi non si sono mossi.
«Scusa» mormoro a testa bassa. Mi scuso per essere lì, mi scuso per essere sempre scappata, mi scuso per come sono.
«Che cosa c'è che non va?»
A parte l'ovvio?
«Mi dispiace per prima, quando sono piombata qui. E mi dispiace per non aver detto niente a Maggie quando ti ha attaccato, anche se...»
«Anche se aveva ragione.»
I suoi occhi sembrano quasi neri nella stanza semibuia, mi scrutano come se avessi due teste anziché una. Abbasso di nuovo il mento, mentre le mie dita iniziano a contorcersi tra di loro per il nervosismo. Solo ora mi tornano in mente le parole della mia amica.
Mi hai detto che non provi nulla per lei
Sei un'insicurezza
Smettila di giocare
Stefano sta davvero giocando con me? Perché dovrebbe? Perché ora? Lo guardo e non so chi stia ricambiando il mio sguardo. Conosco Stefano, il fratello della mia migliore amica, l'eterna cotta della mia giovinezza; ma questo ragazzo che ho davanti, con gli occhi un po' vivaci e la tenerezza nelle mani non l'ho mai visto. Non ho mai pensato potesse abbracciarmi così, carezzarmi le guance come ha fatto, baciarmi il collo come se ne avesse bisogno... Non ho mai pensato potesse importargli tanto. Che s'incazzasse persino, di quello che non capisce e che io non posso spiegargli. Forse sta davvero solo giocando.
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Senza di te mai || 3
RomanceC'è un istante, nella propria vita, in cui perdersi è troppo semplice. Lo sa bene Elena, una ragazza carismatica, impulsiva e senza peli sulla lingua. Conscia di essere bella e femmina, ha sempre sentito la necessità di affermarsi, di essere potente...