15 ~ Prima

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I let you see the parts of me that weren't all that pretty

Mi giro e rigiro nel letto, cercando di ricordare l'ultima volta che ho fatto qualcosa per qualcuno. Sento le ombre sul soffitto minacciarmi, gridano che sono sola e che è colpa mia; dicono che presto finirò come loro, un ammasso grigio, freddo e minaccioso. Non ho paura di queste ombre, mi sembrano così tanto familiari. Le vedo di notte, travestite dai miei genitori o dalle mie migliori amiche; le vedo spesso con la mia faccia. Vedermi allo specchio diventa ogni giorno un'impresa più ardua, mi chiedo perché Stefano abbia insistito tanto per una persona come me. Perché non mi ha lasciato in pace? Se avesse lasciato la presa, sarei finita in balia del caso. Lui non ha niente da perdere, perderebbe solo me. E allora?

Stupida, stupida sono. Solo io posso fare certi ragionamenti! Lui non mollerebbe mai la presa sapendo che dall'altra parte c'è qualcuno che vuole essere protetto. Io invece sì. Solo che dall'altra parte non c'è qualcuno, né un ideale, né l'orgoglio; dall'altra parte ci sono io. E lui non mi lascerà andare finché non mi avrà portato in salvo. Ma allora perché io lascio la presa in continuazione? Perché gli grido contro tentando di cacciarlo via, tentando di allontanarlo da me?

Forse non voglio essere amata. Non da lui. Permetto a poche persone di amarmi e do loro la possibilità di lasciarmi andare, qualora ne avessero motivo. Però sembra che più do motivi a Stefano per scappare, più lui affondi i piedi nel terreno, rimanendo fermo come una torre. Immobile, imperterrito, determinato.

Per questo mi sono innamorata di lui. Per questo e perché mi fa ridere, perché accompagna sempre la sorella a scuola, perché la protegge da tutti gli sguardi molesti e le frecciatine offensive che riceve, perché gli brillano gli occhi durante la visione di un documentario a cui si appassiona, perché ride interi minuti al telefono con i suoi amici, cercando di soffocare l'ilarità con una mano. Mi sono innamorata di lui perché è l'unico che ci prova, ancora e ancora, e non smette mai; perché mi fa sentire importante, degna delle sue attenzioni e della sua più totale dedizione.

Quelle stesse ombre sul muro adesso sono calate sulle mie spalle, dolcemente riposano ai lati del mio collo; una ha una tunica bianca e l'aureola dorata, l'altra la coda rossa e un paio di piccole corna nere accanto alle orecchie. Entrambe hanno la mia faccia sopra.

«Vai da lui, digli quello che senti, chiedigli scusa e dateci dentro, ragazzi!» dice una, quella con lo sguardo più libidinoso, che rende scintillanti persino i suoi occhi rossi.

«No» ribatte l'altra, più aulica e pura. «Sai che gli faresti del male. Lascialo provarci, prima o poi si stuferà.»

«Lo stai ferendo e ferisci anche te stessa. Abbandonati ai tuoi sentimenti, lascia che siano loro a condurti dove troverai le risposte.»

«Troverai le risposte solo attraverso la ragione. Pensa a quanto potrebbe essere felice, senza di te.»

«Lella, io sono pronta!» grida mia sorella dal corridoio. Mi tiro su tentoni, sbadigliando. Le ombre sulle spalle scompaiono in una nuvola di fumo, quelle sul muro si dissolvono come per magia. Sono di nuovo nel mondo reale, ancora una volta senza risposte. Infilo i piedi direttamente negli stivali sotto il letto ed esco dalla camera con borsa e cappotto legati al braccio. Nora ha su il capello di lana e piccoli ciuffetti biondi solleticano il suo mento, la sciarpa sembra strozzarle la gola mentre il giubbotto la rende simile a un tenero mirtillo gigante.

«Ma come ti sei conciata?»

M'inginocchio accanto a lei e cerco di rallentare la stretta della sciarpa. «Mi ha coperto la mamma.»

Lancio un'occhiata giù per le scale, aspettandomi di vederla comparire da un momento all'altro. Siccome il silenzio persiste, finisco di sistemare mia sorella e la prendo per mano.

Senza di te mai || 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora