23 ~ Dopo

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We're not broken, just bent

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We're not broken, just bent

Faccio appena in tempo ad accostare la macchina presa in affitto vicino al marciapiede di casa che Maggie corre fuori dalla porta. Scoppio a ridere vedendo il suo enorme pigiama, i calzini pelosi e la crocchia disordinata che ha in testa. Mi raggiunge quando anche Nora, uscita da casa nostra, mi abbraccia le gambe.

«Ah, le mie donne» mormoro, incastrata tra i loro corpi caldi.

«Sei tornata!» esclama Maggie, con un sorriso bellissimo sulle labbra. Chris, dietro di lei, mi sorride e mi fa un cenno con la mano. Il mio cuore esulta a vederli adesso, con il pigiama addosso, innamorati più che mai alla luce del sole.

«Dovevo tornare, almeno per questo Natale.»

Mi sciolgo dalla presa della mia amica e prendo Nora tra le braccia, anche se pesa un po' ormai. Ha sette anni inoltrati e non è più tanto piccola e gracile. La frangetta le dona parecchio ma se la dovrà tagliare presto, dato che quasi le nasconde i suoi bellissimi occhi celesti.  Mi seguono tutti dentro casa e Maggie si prende la premura di aiutami con i bagagli. Appena metto piede dentro, vengo investita da una sensazione di gelo, non solo perché fa freddissimo anche dento, ma perché non mettevo piede nella casa degli orrori da due anni. Non mi è mancata per niente.

«Non avete acceso i riscaldamenti?»

«La mamma non vuole sprecare soldi quest'anno» risponde mia sorella, con un'alzata di spalle.

Raggiungo l'ufficio della mamma con una sorta di nuova consapevolezza sulle spalle. Prima avevo il terrore di dovermi confrontare con lei ma adesso che è arrivato il momento, so di poterla gestire. Non sono più una ragazzina, è tempo di crescere. Stare lontana da casa mi ha insegnato soprattutto questo. È seduta alla sua scrivania, i capelli disordinatamente sparsi sulle spalle, la maglietta incastrata nei pantaloni a vita alta. Quando busso e entro, nemmeno si gira per vedere chi è.

«Ciao, mamma» mormoro, aggrappandomi allo stipite della porta. Ecco, un guizzo del collo. Gira la testa e mi analizza, come se non potesse credere di trovarmi qui.

«Oh, sei tornata.»

«Sono tornata.»

«Quanto resti?»

D'accordo, non che mi aspettassi baci e abbracci, ma un sorriso? Non mi chiede nemmeno com'è andato il viaggio. Osservo la sua piccola stanzetta rimasta intatta e mi chiedo se non abbia deciso di impacchettare tutte le mie cose e incastrarle nello sgabuzzino, giusto per darmi fastidio. Devo andare in camera al più presto.

«Non lo so ancora, rimango per un po'.»

Annuisce e torna al suo computer. «L'hai salutata Eleonora?»

«Sì, certo, è di là con me.»

Aspetto che aggiunga qualcosa, un bentornata oppure un "dobbiamo parlare un po' io e te". Invece rimane in silenzio e io sguscio via prima che mi venga un esaurimento nervoso. Okay, non è andata tanto male. Torno dai miei amici con lo stomaco che brontola e dopo qualche chiacchiera, Maggie m'invita a casa sua per il pranzo. Lo accolgo come un invito dolcissimo, considerando che, in passato, ho trascorso quasi tutte le mie vacanze con loro, scappando da quella gabbia di matti. Nora è felice a sua volta perché così può giocare con Emmanuel. Prima di uscire, mentre si sta aggiustando il cappotto, mi avvicino a Maggie.

Senza di te mai || 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora