17 ~ Prima

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If I break will you take me as I am?

Step è fermo sul limitar del giardino mentre si sistema la giacca. Gli corro incontro e mi fermo alle sue spalle, mormorando il suo nome. Sussulta, colto di sorpresa.

«Ehi.»

«Ehi» risponde, guardandomi da capo a piedi. «Tutto bene?»

«No, in realtà.»

Ho il cuore a mille e le mani che tremano. Non sono mai stata brava con le parole, non quelle importanti, sono sempre stata più una ragazza di fatti. Negli occhi di Stefano s'illumina la preoccupazione, quella vecchia amica che nei primi tempi non faceva che scrutarmi con insistenza quando stavo con lui.

«Che cosa succede? Maggie sta bene?»

«Sì, sì, sta benissimo. Riguarda me. Cioè te.»

La consapevolezza si fa largo sul suo volto. «Che succede?»

Prendo un grande respiro e faccio un passo avanti, stringendomi nella giacca. «Credo che la felicità possa essere dannosa quanto la sofferenza. Credo che il dolore sia utile quanto un abbraccio. Credo che l'amore non esista se non si conosce l'odio, se non si prova sulla propria pelle e se non si crede in esso.»

Dopo un attimo di silenzio, Step inclina la tesa da un lato e un ricciolo s'incastra alle sue ciglia. «Eh?»

«Ho detto...»

«Sì, ti ho sentito. Che cosa vuoi dire con questo?»

Bella domanda; voglio dire tante di quelle cose che staremmo qui fino a tarda notte.

«Voglio solo cercare di spiegarti perché ho agito come ho fatto.»

Un lampo di rabbia gli storce la bocca. «Elena, ti prego, non credo di poter sopportare altri discorsi su quanto debba starti alla larga, su quanto sia sbagliato. Ti prego, non dirlo più.»

Il suo tono, anche se non sembra, non è di supplica ma invoca un desiderio ardente, il bisogno di non sentirmi più respingerlo. Per fortuna, non sono qui per farlo.

«Quello che sto cercando di spiegarti è che...»

«Ti sto alla larga, mi sembra» m'interrompe ancora lui, sempre più nervoso. «Non ti parlo neanche più. Ti sto dando del tempo, cosa posso aver sbagliato?»

Faccio un altro passo avanti, tentando di afferrargli la mano. «Non hai fatto nessuno sbaglio, adesso.»

«Adesso» ride, sprezzante. «Quali grandi errori posso aver commesso io in tutta questa storia?»

Le sue parole mi colpiscono con l'intensità di uno schiaffo e per un po' rimango interdetta su cosa rispondere. Sta completamente fraintendendo le mie azioni. A questo, si somma la sua rabbia repressa per tutto quello che gli ho fatto passare.

«Step» comincio ancora, più determinata. «Sto cercando di chiederti scusa.»

Scoppia a ridere mandando le braccia per aria. «Ancora? Quante volte ti sei scusata, almeno una decina? Quanto valore assume il mio perdono a questo punto?»

«Capisco che sei arrabbiato...»

«Non sono arrabbiato!» ringhia, e l'ironia della situazione non mi sfugge. «Sono solo... ridicolo. Mi sento ridicolo da così tanti mesi che non ricordo più cosa voglia dire essere normali. Non mi ricordo più nemmeno com'ero prima di te.»

«Prima di me?» ripeto, sempre più confusa.

«Prima di incastrarmi in questa storia» chiarisce un po' afflitto.

Senza di te mai || 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora