Capitolo VIII

115 24 11
                                    

-"Dorian...ti senti bene? È da tipo 20 minuti che sei chiuso in bagno...non continuiamo l'allenamento?".
Spensi la sigaretta sul lavandino e mi asciugai le lacrime con la manica della felpa. Erano passati già 2 mesi, perché cazzo non riuscivo a dimenticarlo?
-"Dorian...ci sei?".
Tornai con i piedi per terra, trassi un profondo respiro e mi preparai.
-"Si, tutto bene, mi sto solo...solo rinfrescando... arrivo".
Mi dovetti sforzare di sorridere mentre uscivo dal bagno per tornare nella sala addestramento con Alicia.
-"Allora ehm, hai avuto notizie della fata?".
Quella domanda apparentemente insignificante mi fece male, male davvero. Cercai di reprimere i pensieri e i sentimenti. Dovevo levarmelo dalla testa, stava diventando la mia ossessione, pensare a lui era una droga.
Nessuno dei due aveva più parlato delle ricerche di Eledhwen da parte della corte Seelie dopo quella torrida serata di giugno, sembravano passati anni, forse secoli da quando  Alicia era piombata in camera mia piangendo e dicendo che nostro padre era stato ucciso dal mio amante; sì amante, non poteva essere considerato di più.
-"Mi stai ascoltando?" Alicia sembrava vagamente seccata.
-"Ecco...io...ehm no...puoi ripetere?".
-"Ho solo detto che la corte Seelie sostiene che Eledhwen sia morto". Mi si geló il sangue nelle vene. -"Cosa?!". Alicia mi guardò torva.
-"Oh per Raziel, ho detto che Eledhwen, la fata, è morto!".
-"Hanno trovato il...il corpo?".
-"Non proprio...diciamo che hanno trovato UN corpo, non si riesce ad identificare il proprietario, ma ovviamente tutti i sospetti ricadono su di lui...".
Non poteva essere. Eledhwen morto? E poi cosa mi importava di lui? Dovevo sentirmi in colpa? O semplicemente lasciar perdere questa storia? Magari negando la mia omosessualità...sarebbe stato facile se mi fossi sposato con una donna...?
-"Terra chiama Dorian!".
-"Ehm si scusa...dicevamo?".
-"No, nulla...". Ci fu una pausa di imbarazzante silenzio -"Senti, Dorian, c'è qualcosa che non va, me lo sento, mi devi dire qualcosa? Problemi con la mondana, forse? Qualsiasi cosa io non mi scanso eh". Rivolse i suoi occhioni azzurri a me.
Che senso aveva continuare a mentire, la mia vita era un'autentica merda, tanto valeva dirle la verità
-"Beh ecco...in realtà non c'è nessuna mondana e io e te...".
-"Cosa? Non c'è nessuna mondana?!".
-"Per favore, Alicia, non interrompermi, è già abbastanza difficile!".
Trassi un profondo respiro -"Io e te abbiamo qualcosa in comune, qualcosa di innaturale per me, ma normale per te, diciamo, ovvero che ad entrambi piac..". Fui bruscamente interrotto dalla voce di Ruben, sembrava vagamente arrabbiato, era comparso nel corridoio solo con...con un asciugamano avvolto in vita. Distolsi subito lo sguardo dal suo petto nudo, arrossendo, Alicia però non sembrava turbata da lui.
-"Eccovi finalmente, io e Caroline dobbiamo andare ad Alicante oggi, i nostri genitori devono trattenersi altri 4 mesi in Francia, bah...comunque, voi due andrete a Portland, attacco demoniaco".
-"Cosa? Ma sei pazzo? da soli?! Io e Dorian e basta?!".
-"Precisamente". Sorrise beffardo -"Ora scusate ma devo andare a lavarmi, c'è in gioco il comando dell'istituto e non vorrei puzzare durante il colloquio".
Detto questo fece dietro-front, tornando da dove era arrivato.
Alicia corse in camera sua sbuffando e imprecando.
Ecco che se ne andava la possibilità di confessarle tutto.

-"Attenta, alla tua destra!". Alicia si scansò giusto in tempo per evitare che una delle chele del demone mantide la trafiggesse.
-"Sono troppi Dorian!". In quel preciso istante un demone mantide le saltò addosso, ringhiando e sbavando. Sistemai il mio, tagliandoli via la testa, che rotolò sul pavimento in modo macabro, poi saltai addosso a quello che bloccava mia sorella, trapassandolo con una lama angelica, questo emise un verso acuto e scomparve.
-"Tutto okay?".
In quell'istante un altro demone mi attaccò alle spalle. Alicia però fu più rapida e prima che mi infliggesse danni lo uccise.
-"Sono troppi...dobbiamo dividerci".
-"assolutamente no! Sei pazza?".
-"Dorian so quello che faccio, i mondani sono in pericolo, alcuni di questi cosi sono usciti dallo stabilimento, devi rimanere qui...fidati".
Non ero certo che il piano di Alicia funzionasse, ma sembrava così convinta che alla fine accettai.
-"A dopo allora". E corse via, lungo il corridoio che portava all'esterno, lasciandomi nella stanza piena di mantidi giganti, da solo.

La spada ormai andava alla cieca, ne ammazzai circa 5, ma erano davvero troppi, Alicia era sparita. Riuscii a ucciderne un altro, ma nello stesso istante un demone mi sorprese alle spalle.
Caddi a terra con un tonfo sordo, la mantide addosso; poi sentii un dolore lancinante all'occhio destro, urlai tanto era doloroso. Sentii il sangue scorrermi sul viso ed entrarmi in bocca, l'occhio continuava a bruciare in modo insopportabile.
Stavo forse morendo?
Cercai con la mano lo stilo, mentre con l'altra agitavo la spada a vuoto, gli occhi non funzionavano, non vedevo nulla. Era tutto nero o annebbiato.
Lo stilo non c'era, era la fine, una mantide mi disarmò, sentii il forte odore di copertoni bruciati, stava succedendo tutto così in fretta, non mi sarei mai immaginato così la mia morte, solo, senza nessuno ad assistermi, per mano di una demone. Pensai ad Alicia, ai Verlac, e a lui, il mio ultimo pensiero anche in punto di morte.
Non ero triste, finalmente sarebbe arrivata la pace, il silenzio, avrei riabbracciato mio padre forse.
Il sangue ormai mi bagnava tutto il corpo.
Stavo lentamente morendo.
Tuttavia, mi parve di sentire una voce urlare il mio nome. Poi solo il buio più assoluto.

Shadowhunters-forbidden loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora