Capitolo 2

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Cammino per il piccolo corridoio che mi porta al suo ufficio, mentre faccio attenzione a non far cadere il bicchierino di caffè, che ho in mano.
Busso alla porta dell'ufficio e dopo il suo consenso, entro come se fosse la cosa più normale di questo mondo. O almeno, è quello che vorrei fare...
«Pensavo che ti eri perso.»
Non mi degna di uno sguardo e continua a manovrare fogli su fogli.
Controllo la scrivania e non sapendo dove mettere il bicchierino, lo appoggio in un piccolissimo spazio vuoto. Se questo bicchierino cade, sono morto.
Appoggio i soldi vicino il bicchierino e con tutta la calma di questo mondo, sposto la mano da vicino il bicchierino.
«Hai paura che possa mangiarti?»
«O-Oh... no no, state tranquillo...»
«Ora mi dai anche del lei? Tsk!»
Mi paralizzo tutto d'un botto e rabbrividisco. Per fortuna, continua a guardare i fogli. I suoi occhi avrebbero peggiorato la questione.
Sembra che il colpevole sia io e che per colpa mia sia finita la nostra storia. Pensandoci bene...
Infondo, infondo la colpa è stata mia. Non riuscendo ad esprimere i miei sentimenti ho complicato solo la relazione e per il bene di entrambi, l'abbiamo troncata. Forse è meglio dire, l'ha troncata...
«Puoi anche andare, o mi devi dire altro? Kirkland.»
Ma la colpa non è tutta la mia e gli errori si commettono in due. Anche lui ha fatto la sua parte.
Non facendomi parlare e scappare via subito. Mi ha fatto star male per un bel mesetto.
Nego con un continuo scuotere del capo.
Dovrei approfittarne e dirgli tutto, ma, sono sicuro che ci starei male dopo un suo rifiuto e dopo tutto, lui, non può aspettare un mio ti amo, per il resto della sua vita.
Esco dall'ufficio e mi avvio verso l'ascensore.
È tornato lo stesso di prima e anche peggio.
Avrà ricominciato a fare una classica "botta e via" per poi distruggere il cuore di una dolce ragazza, che si è davvero innamorata di lui.
Scuoto la testa, sperando che tutti questi pensieri se ne vanno una volta per tutte. Ma ormai, è da sei mesi che questi pensieri, mi stanno attaccati al cervello come piccole zecche.
Immergo una mano dentro la mia tasca destra dei pantaloni, cercando il pacchetto di sigarette.
Non avrei dovuto iniziare questo giro, solo per una persona che mi ha lasciato, ma, in amore tutto è consentito, no?

Arrivo al bar dove ci sono gli altri che mi aspettano.
«Ciao Arthur!»
Yao, finalmente, fidanzato di Ivan, viene spesso a mangiare con noi e questo mi rende felice.
Ho sempre pensato che Ivan non farebbe del male ad una persona, anche se più e più volte ho sentito voci abbastanza pesanti su di lui.
Nonostante ciò, continua per la sua strada con testa alta e sorriso stampato sulle labbra.
Come ho già detto, avvolte lo invidio. Vorrei avere io la sua forza di andare avanti, senza chinare il capo neanche una volta.
Mi siedo a tavolino con loro e iniziamo a parlare di ogni cosa che ci salta per la testa. Ovviamente senza parlare dei miei pensieri per Alfred. Si sarebbe scatenato l'inferno.

Finita la pausa pranzo, ci prestiamo a tornare al nostro lavoro. Noi quattro più silenziosi che mai. Non vorremmo mai che il nostro capo esca dal suo amato ufficio a urlarci contro. Come se non lo facesse mai.
Ci sediamo alle nostre postazioni e riprendiamo il nostro lavoro.
Un'e-mail attira la mia attenzione. Di solito se mi vogliono spedire qualche articolo da correggere lo fanno tramite fax. Impugno il mouse con la mia mano destra, clicco la notifica dell'e-mail e accuratamente la leggo, per togliermi la curiosità di dosso.

"Kirkland Arthur, siamo lieti di informarvi che la sua richiesta di trasferimento, è stata accolta.
Prima di completare la richiesta, ci serve il licenziamento da parte del suo capo, con firma sul foglio che gli spediremo per fax. Siamo liete, infine, che abbia scelto la nostra compagnia."

Quasi quasi perdo un battito. Hanno davvero accettato la mia richiesta?
Nessuno dei miei amici lo sa e tanto meno Alfred. Non so come possa prendere il mio licenziamento. Potrebbe lanciarmi il foglio in faccia e iniziarmi a urlare contro che sono impazzito a fare una cosa del genere. Oppure potrebbe anche firmare il foglio, mentre tiene gli occhi a terra per non guardarmi, per evitare il mio sguardo.
È diventata una cosa insostenibile, non riesco più a lavorare come prima e non riesco neanche a entrare in quel ufficio come una volta.
Un rumore fastidioso si propaga per tutta la stanza. Il mio cuore quasi esce fuori dalla gabbia toracica.
«È arrivato un fax» La voce di Antonio riecheggia nelle mie orecchie, come se fosse un'avvertenza.
Di colpo la mia sedia cade a terra, le mie gambe si muovono come un fulmine verso la stampante. Tra le mie dita lascio scivolare il foglio così tanto segreto per me, per poi impugnarlo saldamente tra i polpastrelli.
Gli occhi dei miei colleghi e dei miei amici si puntano su di me, come se volessero capire che stesse succedendo. Osservo il foglio tra le mie mani. È proprio lui. Per sbaglio ho lasciato l'indirizzo dell'azienda e me ne pento molto di questo.
«Cos'è questo rumore?!»
La porta dell'ufficio di Alfred si spalanca in fretta, neanche il tempo di tornare al mio posto che già è aperta. Me lo ritrovo davanti. Entrambi vestiti di nero, cravatta nera, maglietta bianca e occhiali perfettamente puliti, posti sui nostri nasi. La sua espressione è furiosa, ma al contempo dubbiosa. La mia? La mia è un misto di paura e di sorpresa. Le mie guance si tingono di rosso.



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Spero che non mi odiate, perché io vi amo-
ANYWAY! Eccovi il secondo capitolo, un po' misterioso eh? Ma carino, a me piace molto. *^*
Voi che dite? Cosa pensate che farà il nostro Alfred quando scoprirà una cosa del genere?
Ora voglio farvi una domandina, cosa fareste voi al posto di Alfred? Così! Magari la vostra risposta sarà fonte del prossimo capitolo! Potrei ispirarmi a tante cose! *faccina pervy*
Ma per oggi è tutto, spero che non mi odiate davvero.

VI LASCIO! Baci stellari a tuttiiiiiih! *fa la cogliona, cade a terra, muore*
Regia: E' il karma.     

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora