Capitolo 16 [FINALE]

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Pov's Arthur

«Sono contento per Antonio e Romano» commenta Alfred.
Siamo riusciti a vedere la dichiarazione di Antonio, senza essere scoperti da quest'ultimi. O almeno credo. Romano è molto furbo e riesce a vedere cose che nemmeno io riesco a immaginarmi. Non mi preoccupo più di tanto e di sicuro non andrò da lui a chiedergli se ci aveva visto, volevo che si godesse quel momento.
«Sai? Antonio un giorno mi chiese una cosa.»
Sposto lo sguardo, dalla strada che percorrevamo sull'auto di Alfred, al suo viso. Ha un debole sorriso sulle labbra.
«Mi chiese se potevo aumentargli lo stipendio solo per un mese, che sarebbe servito per prendere un anello molto importante!» ridacchia mentre tiene gli occhi sulla strada, «Nonostante io e te avevamo chiuso la nostra storia, mi ricordavo perfettamente le tue parole e quindi decisi di aiutarlo.»
Rimango a guardarlo con perplessità e mentre si sistema gli occhiali sopra il naso, riprende a parlare.
«Comprai io di mia spontanea volontà l'anello per Antonio e lo nascosi nella mia scrivania.»
Sgrano gli occhi mentre non mollo un secondo lo sguardo su di lui. Ricordo di aver visto uno cofanetto nel cassetto di Alfred, ma Dio, pensavo che era per Amelia e che avrebbe chiesto a lei di sposarla.
Tiro un lungo sospiro prima di scoppiare in una piccola risata.
«Avevo visto quel anello nel cassetto della tua scrivania, quando mi avevi ordinato di pulire!» ridacchio mentre non riesco a togliere lo sguardo dal suo bellissimo sorriso, «E pensavo che volevi sposarti Amelia!»
Anche lui scoppia a ridere e tra una risata e l'altra, riesco a tenere ben stretto il volante e a raccontarmi il suo pensiero.
«Mai! Ho sempre odiato il matrimonio...» spiega, «Ma da quando ho incontrato i tuoi bellissimi occhi verdi, ho visto un futuro roseo e un bel matrimonio.» sorride infine.
Sorrido compiaciuto dall'idea.
Riesco anche io a immaginare il nostro futuro ora che mi ci fa pensare. Magari in un bell'appartamento nuovo di zecca o semplicemente casa di Alfred. Con due marmocchi che girano per casa e con un terzo bambino da coccolare ogni notte (e sì, parlo di Alfred). Ovviamente sarà Alfred a cucinare, faccio pena ai fornelli. Pulirò casa e accompagnerò i nostri figli a scuola, mano nella mano con Alfred e i due bambini.
Al pensiero anche del nostro matrimonio riesco per fortuna a cacciare indietro le lacrime di felicità che volevano uscire dai miei occhi.
«Arthur?» chiede Alfred, facendomi scendere dai miei pensieri, «Mi stai ascoltando?»
«Scusami, è che stavo pensando al nostro futuro.» ridacchio, «Di che parlavi?»
«Parlavo del fatto che il tuo telefono squilla da una buona mezz'ora!» puntualizza indicando il telefono nella mia tasca.
Sussulto al sentire la mia suoneria e subito dopo prendo in mano il telefono, rispondo alla chiamata con grande velocità.
«Pronto?»
«Come pronto? Non leggi prima di rispondere?»
Decisamente Romano.
«Scusami» mi lascio scappare una risatina prima di continuare, «Che succede Romano?»
«Mi chiedevo no?...» sospira lui, «Ti andrebbe di fare il mio damigello?»
«Ne sarei onorato! E comunque... sono davvero felice per te!» sorrido, sebbene lui non possa vedermi.
«Grazie e, scusami, spero che anche tu possa essere felice con Alfred»
Un sorriso a trentadue denti spunta sulle mie labbra e finalmente, con il cuore in mano, posso parlarne con il mio amico.
«Così potremmo fare un'uscita in quattro» propongo.
«E sia! Magari domani, ci stai?»
«Ci sto!»

Dopo una bella e lunga chiacchierata al telefono con Romano, arriviamo a casa mia e chiudo la chiamata con quest'ultimo.
Sto per aprire lo sportello della macchina, quando Alfred mi prende il polso della mano libera.
«Arthur, andiamo a convivere...»
Le sue parole mi riecheggiano nella mia mente e mentre io mi volto verso di lui, mille problemi iniziano a balzarmi alla mente. La convivenza è una cosa seria e non va presa in modo leggero, nemmeno in modo pesante. La convivenza deve essere piacevole e non un mortorio.
«Ma Alfred, la convivenza è un grande passo...» sospiro, «Non voglio che ci separiamo ancora per una convivenza che potrebbe essere positiva come potrebbe essere negativa.»
«Proviamoci! Come abbiamo provato tutto il resto, buttiamoci!»
Rimango a guardarlo e mentre la sua mano stringe ancora il mio polso, posso solo pensare a una possibile convivenza. Ma proprio mentre stavo già facendo i miei classici filmini mentali, ecco che Alfred mi blocca.
«Ci amiamo più di ogni altra cosa al mondo, non pensare ai problemi di una convivenza: li risolverò.» inizia a parlare convinto più che mai, «Litighiamo? Non c'è problema, se non sono d'accordo ne parleremo civilmente, seduti sul divano oppure ad un tavolo»
Lo guardo e non riesco a smettere di farlo. È la sua convinzione che mi attira a provare questa avventura. Potrebbe risultare che ognuno di noi torna nelle proprie case (se dovessimo prendere una casa in affitto), oppure potrebbe portare ad una lunga convivenza con l'amore della mia vita.
«Mi sento solo nella mia casa e ogni volta che ci penso, inizio a sentire la tua mancanza.»
Mi espongo verso di lui per lasciargli un delicato bacio sulle labbra, mentre lentamente gli faccio togliere la mano dal mio polso, per intrecciare le dita con le sue.
«Sappi che sono un tipo molto testardo...» ridacchio ancora vicino alle sue labbra.
«Ti sopporterò, l'amore significa anche questo.» sorride lui, prima di darmi un altro bacio.
Ci siamo lasciati e ci siamo ripresi, abbiamo fatto la guerra e poi l'amore. Ci siamo odiati e ora ci amiamo. Il destino, il molte delle volte, è imprevedibile, ti metterà sempre di fronte a un muro. Sei forte? Perfetto, lo abbatterai. Sei debole? Con l'aiuto della persona che ami, abbatterai anche tu il muro. Ed io, in tutti e due i casi, ho avuto delle persone attorno a me che mi hanno amato. Mi hanno fatto sentire la loro presenza e non importa se ci ho litigato, se non gli ho ascoltati, loro ugualmente, continuano a rimanere al mio fianco.
E per quanto riguarda Alfred, be', che dire, è sempre stato e sempre sarà il capo che ho odiato con amore.











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Non so voi, ma il solo leggere finale mi ha commosso. 

EBBENE SI! Siamo giunti alla fine di questa storia che, facendo i conti, mi porto dietro da due anni e che da due anni ricevo commenti positivi sulla storia.
Devo ammetterlo, non avrei voluto continuare questo libro, siccome le idee scarseggiavano e non sapevo molto bene come continuare. MA A QUANTO PARE LA MIA MENTE È FONTE DI PURE IDEE. Ho una cascata nel cervello di idee.
Davvero, col cuore in mano, vi ringrazio per i grandi risultati che hanno ottenuto entrambi i libri. Il primo libro ha circa 4,54k di letture e 459 di voti e Dio, non avrei mai pensato che un mio libro sarebbe arrivato così "in alto". Per quanto riguarda questo è ancora un po' scarsino di letture e voti, ma non ne faccio un dramma state pur tranquilli! (1,34k e 232 voti quindi va benissimo, NON INIZIATE A SPAMMARE LA STORIA MARIETTA MIA)
E ora, voglio che questo capitolo arrivi a più commenti possibili! E per far ciò, vi darò io l'input per iniziare a scrivere nei commenti :D

-Qual è stato il vostro capitolo preferito? E la scena preferita?
-Quale cosa del libro non avete apprezzato? (E sì, i commenti negativi li accetto eh-)

DETTO QUESTO! Noi ci vediamo con un prossimo libro, sempre dedicato a Hetalia, ma tutto particolare, dove ci sarà anche la presenza mi- REGIA DICE CHE DEVO STAR ZITTA, ALLORA NIENTE SPOILER! Nei prossimi giorni vi accennerò qualcosa! Un bacione a tutti e vi lovvo. ;u;

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora