Capitolo 9

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Arthur pov's
Risvegliarsi tra le braccia di Alfred, con la sua presa che mi stringe a sé, deve essere stato uno dei desideri più volenterosi che ho mai avuto in tutta la mia vita. Alzo la testa, facendo piano a non svegliarlo. Osservo come dorme beatamente. Con la mano sinistra gli accarezzo leggermente con le dita una sua guancia, dopo di che, lascio un piccolo casto bacio sul suo petto nudo. Piano piano la mia mano torna a posarsi sul petto di Alfred, mentre mordicchio il labbro superiore della mia bocca.
È passato così tanto tempo da quando non provavo certe emozioni.
Dopo esserci baciati in grande segreto all'interno del suo ufficio, la mano fredda di Alfred stringe la mia, intrecciando in fine le sue dita tra le mie. Il suo sguardo è puntato sul mio, mentre ancora non riesco a credere ciò ch'è appena successo.
«Non sai quanto mi sia mancato il tuo sapore...»
Sembra di essere in un sogno. Mentre sto pensando a questo, un forte brivido pervade tutta la mia colonna vertebrale. Le labbra di Alfred si appoggiano sulla curvatura del mio collo, baciandolo e poi succhiando. Non può essere un sogno. Si allontana per ammirare il suo marchio sul mio collo. Non riesco neanche a parlare, che mi prende in braccio tra le sue possenti braccia e apre la porta dell'ufficio.
«Prima di andar oltre...» commenta lui «dimmelo ora se mi ami o meno e non andrò avanti.»
La sua espressione seria quasi mi mette paura, ma sicuro più che mai gli rispondo. Non tentenno neanche davanti a lui. Ho faticato per arrivare a questo, ho pianto e sofferto, non manderò tutto a farsi fottere per una stupidaggine!
«Ti amo! Alfred, ti ho sempre amato! E non chiedermi perché quel giorno non ti ho risposto. Ero stupido, sicuro!» ridacchio io alla fine della frase per smorzare l'atmosfera seria che si è creata.
Con un grosso sorriso e i suoi occhi azzurro mare, diventare lucidi per l'emozione, mi tiene stretto a lui. Le braccia si spostano dalla mia schiena a sotto il mio gluteo. Abbiamo bisogno uno dell'altro. Dopo avermi messo giù per pochi secondi ecco che sento di nuovo mancare la terra sotto i piedi. Avvolgo le mie braccia attorno al suo collo e mi tengo stretto a lui, come se fosse una ancora di salvezza. La mia ancora di salvezza da un mondo ormai distrutto.
Mi trasporta fino all'ascensore, per poi fino alla sua macchina parcheggiata nel parcheggio affianco all'edificio. È l'ora in cui tutti se ne vanno da questo edificio e se non fosse per i capi, non saprei chi altro potrebbe vederci. Sono sicuro che se uno dello stesso grado di Alfred, dovrebbe beccarci, lo farà rigare dritto come tutti gli altri.
Appoggia delicatamente il mio fondo schiena sul sedile in pelle bordeaux, mentre con una mano mi fa abbassare la testa, facendomi evitare qualche botta contro la portiera. Mi metto comodo, facendo entrare le gambe dentro la macchina. Per eleganza, Alfred, chiude la portiera al posto mio. Fa il giro davanti alla macchina e con grande fretta sale su di essa, cercando dentro la tasca destra le chiavi per azionarla. La mia mano sinistra sfiora la sua guancia morbida. Gira di poco la testa verso la mia mano, per darmi un dolce e delicato bacio su di essa. Un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra. Accende la macchina e inizia a guidare verso casa sua.
La emozione più bella è stata quando ci siamo ritrovati uno sopra l'altro, ormai privi delle nostre vesti. Solo piccoli rumori di piacere per le nostre orecchie echeggiavano per tutta la stanza. Le sue mani che dopo aver avuto per troppo tempo il freddo incorporato, quando si so sono adagiate su di me, sono piano piano diventare calde. Ardevano di passione, come il resto del suo corpo. Era passato troppo tempo dalla nostra ultima volta e ricordarla come ultima volta, mi ha sempre fatto star male. Non abbiamo dato il meglio di noi stessi per far in modo che, in un futuro, ci potessimo ricordare di quella notte. Sicuro, non mi dimenticherò mai di questa notte.
Sento le dita della mano destra di Alfred muoversi in piccole carezze per il mio fianco destro. Abbozzo un sorriso sentendo questa bellissima sensazione. Alzo la testa rimanendo accoccolato sul suo petto.
«Buongiorno...» sbadiglia prima di poter finire «amore...»
Amore, che parola stupenda detta dalla persona che si ama. Sorrido sempre più dolcemente e mi alzo di poco, per stampargli un bacio sulla guancia.
«Buongiorno a te...»
Ci sorridiamo quando i nostri sguardi si incontrano, mischiando il colore dei miei occhi verde foresta, col suo, azzurro mare. Non mi stancherei mai di guardarli...













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Ho fatto questo capitolo un po' "corto" diciamo, per spiegare cosa sia successo la notte che si sono baciati. Mi sembrava giusto scrivere così questo capitolo!
Vi ricordo che il libro non è finito e può succedere di tutto. Sarò cattiva in questo libro- SORRATEMI. 

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