Capitolo 1

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Pov's Arthur.

I polpastrelli si muovono da soli, ognuno al suo tasto predefinito dalla mia mente.
La gola inizia a farmi sentire la sensazione di asciutto, segno che non bevevo da molto. È proprio così.
La luce dello schermo del computer, inizia a portarmi irritazione agli occhi.
Mancano solo poche frasi e il gioco sarà fatto.
Il reparto dove sono stato collocato, si occupa di sistemare gli errori delle pagine che ci consegnano. Ma stavolta si sono sbagliati troppo e i miei occhi ne stanno risentendo!
Non manca molto all'inizio della pausa a pranzo. Se solo dovessi prendermi una pausa, finirei col ricercare il punto e rileggere l'intero articolo. Non me la sento.
《Sono stanco!》
《Romano!》
Sia Ivan che Antonio riprendono Romano, per fargli ricordare che non deve dire certe cose.
Con disapprovo, come sempre, Romano riprende a guardare il monitor, con un'aria non proprio tranquilla.
《Vargas spedisci questa lettera all'indirizzo sopra, Carriedo fotocopia di questi fogli, Brangisky lavora e Kirkland...》
Dopo essere passato davanti alle nostre scrivanie, dando già ordini, si ferma davanti la mia scrivania.
Con le mani in tasca, posizionato davanti al mio campo visivo. I suoi occhiali perfettamente appoggiati al naso, il suo solito sguardo da persona e il suo mezzo sorrisetto. È in smoking, proprio come quel giorno...
《Il mio caffè.》
Il tono freddo che ha usato per darmi l'ordine, mi ha fatto rabbrividire. Una strana sensazione pervade la mia intera spina dorsale, le mie guance si tingono di rosso e i miei occhiali, si appannano.
Notando questa mia reazione, ne approfitta per farmi il suo solito sorrisetto, per poi dileguarsi nei servizi.
《Che rompi palle!》
《Romano, la smetti!? Ti vuoi far sentire!?》
Antonio e Romano, dovendo andare nella stessa direzione, si accompagnano a vicenda, iniziando una piccola discussione. Ivan, invece, riprende a lavorare.
Mi tolgo gli occhiali e li pulisco.
Da quando mi sono lasciato con Alfred, per colpa della mia pressione abbastanza alta, si è abbassata la mia vista e devo portare gli occhiali. Non che mi dispiaccia, ma è davvero un casino quando arrossisco.
Le lenti si appannano e fanno notare alla persona con cui sto parlando, il mio rossore. Non posso fare altro che sfregare con velocità le lenti contro la mia maglietta.
《Ohy Arthur!》
Ivan mi smuove di poco la spalla, facendomi cadere dalle mie nubi.
Gli sorrido dolcemente, chiedendogli cosa lo turbasse per chiamarmi.
《Guarda sulla scrivania di Antonio, sotto i fogli!》
《Non posso! È la scrivania di Antonio!》
《Daiiiiiiii!》
Dopo qualche supplica da parte di Ivan, cedo e infine mi concedo il piacere della curiosità, togliendo così, i fogli.
È una rivista, ma non una rivista normale.
La rivista vede in copertina molte cose colorate, ma prevale molto di più il bianco e il rosa.
Non posso fare altro che aprirla e togliermi un altro dubbio, a me, sorto.
Come avevo previsto, la rivista è molto centrata sul rosa, ma molto di più sul bianco.
Ci sono vestiti lunghi, bianchi, con veli col pizzo o meno. Smoking completo.
Ma la cosa che mi ha lasciato di più a riflettere è stata la torta nuziale, segnata da Antonio stesso con una croce.
《Cosa starebbe a significare questo?...》
Continuo a ripetermi questa frase ogni volta che volto pagina, come se potrebbe darmi una spiegazione.
Ivan, invece, arriva prima di me, riuscendo a trovare la soluzione...
《Ma certo!》
Inizia a urlare come se non ci fosse un domani.
《Questa è una rivista nuziale! Parla di questi vestiti apposta!》
Rimangono un po' paralizzato e nel frattempo sistemo i miei occhiali.
Come sarebbe una rivista nuziale? E poi perché ce l'ha Antonio? Per di più ben costudita!
《Vi sposate?》
Mi fermo di colpo, sento le mie mani tremare lievemente e il mio corpo irrigidirsi di colpo. Di sicuro non sarò colorato in viso, ma pallido è dir poco.
Sia io che Ivan ci giriamo lentamente verso quella voce, come se ci facesse paura chi possiamo vedere dietro di noi. Infatti, è Alfred, appena tornato dai servizi.
《Emh...》un nodo alla mia gola non mi permette di parlare.
《Che dite eh?》Sorride dolcemente.《Tornate a lavoro!?》e subito dopo il sorriso scompare, formandosi un espressione di rabbia.
Sistemo la rivista sotto i fogli e mi rimetto a lavorare il più veloce possibile.
Dopo un bel po' di minuti, sia Romano che Antonio, tornano con la loro mansione svolta.
Ecco che suona il classico campanello, che ci ricorda che ora è di staccarsi da questi dannati computer e di pensare un po' a noi stessi.
Mi alzo quasi di scatto, come se me ne volessi andare via di lì, il più presto possibile.
《Ah! No no! Kirkland, tu vieni qua, il mio caffè non lo trovo!》
Me ne ero totalmente dimenticato del suo stupido caffè.
Ivan e Antonio mi lasciano con una pacca sulla spalla, ma per portare via Romano è stata una vera fatica per loro.
Da quando mi sono lasciato con Alfred, Romano, è diventato sempre più protettivo verso i miei confronti, come se non avessi dei fratelli che già badano a me. Da lontano, ma badano a me.
Prima gli consegno il caffè e prima penserò un po' a me.




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La mia promessa era: IL LIBRO DUE SARA' PIU' BURROSO. e così sarà cari miei.
Il fatto che sia questo amore e odio tra Alfred e Arthur, mi spinge a continure a scrivere. :D
Thanks UsUk
E che ne pensate di questo nuovo modo di scrivere? A me piace molto direi. Non so, mi da molto da "libro-romanzo/story love/yaoi sdolcinato"(?) Boh. Era per scrivere qualcosa. Me ne vado-

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora