Capitolo 14

1K 83 13
                                    

Pov. Ivan

Rientro in casa con la mia solita spesa tra le mani, la sistemo sul tavolo del salotto e poi prendo in mano il telefono. Fra poche ore ci sarà una cena con Yao, Katiusha e Natalia. Ho sempre un po' di paura quando devo far conoscere un mio fidanzato a Natalia. È protettiva e forse anche troppo, ma devo farle capire che ho una vita e che devo trovarmi prima o poi qualcuno che mi accompagnerà per il resto di quest'ultima.
Inizio a sistemare la spesa nella credenza, mentre di raro sento abbaiare la povera Laika. Deve aver fame. Smetto di sistemare la spesa e prendo una scatola per croccantini.
«Adesso ti porto il cibo, un attimo.»
Ormai è una abitudine parlare col cane, anche se so che non potrà mai rispondermi. Mi avvio verso la ciotola dove gli metto di solito i croccantini e ne verso un poco, giusto quello che basta per sfamarla.
È da un paio di mesi che io e Yao stavamo pensando di andarcene a vivere insieme, o a casa mia o a casa sua. Per Yao è la prima volta che viene a casa mia, ci siamo sempre incontrati a casa sua. Sia per la poca distanza che c'è tra l'edifico dove lavoriamo e casa sua, sia per la poca voglia di farsi tutta New York per venire a casa mia.
Quando gli proposi di fare questa cena, senza pensarci due volte diede un secco: «Si, ma a casa tua! Voglio vederla aru!»
Senza rendermene conto, rido tra me e me. Ogni volta che mi ricordo del suo "aru" alla fine della frase mi viene da ridere oppure faccio spuntare un sorriso involontario.
Mi rialzo da terra non appena riesco a far mangiare i croccantini a Laika. Certe volte bisogna invogliarla per farle mangiare i croccantini. Le accarezzo la testa prima di tornare in cucina e ritirare la scatola dei croccantini all'interno della credenza, fatto ciò riprendo in mano la mia spesa e riprendo a sistemarla.
Devo ammetterlo ho sempre avuto paura che sarebbe arrivato il giorno di questa cena. Mi spaventava l'idea che mia sorella, Natalia, potesse rovinare tutto come sempre.
Non importava quanti ragazzi portavo a casa, a lei, non andava bene nessuno.
Mi ricordo esattamente il primo ragazzo che portai a casa, non era visto di buon occhio nemmeno da mia sorella, Katiusha. Ci misi molto per farlo accettare ad entrambi, ma alla fine si rivelò un flop su tutti i fronti. Sono iperprotettive, in tutti i sensi e nonostante sia io il fratello maggiore, riesco sempre a star sotto le loro regole. Ma stasera non sarà così, stasera anche se non piacerà a entrambe, io continuerò il rapporto che c'è tra me e Yao.

«E quindi...» chiede Natalia dopo aver messo in bocca un pezzo di carne, «Andrete a vivere insieme?»
«Non si parla con la bocca piena Natalia.» la rimprovero, ma sembra non ascoltarmi.
Dopo che Yao volta lo sguardo su di me, fa spallucce e con una piccola risata inizia il suo discorso.
«Spero di sì, abitiamo in due quartieri diversi di New York e ci ho messo davvero tanto per venire qua» racconta per poi proseguire, «Se fosse così, verrei io da Ivan, l'affitto di casa mia continua ad aumentare e nonostante io lavoro ai piani alti dell'edificio faccio fatica a tirare a fine mese, aru!»
Mi lascio scappare una risatina e nonostante l'argomento fosse più che serio, anche Yao riesce a farsi scappare una risatina.
Spiegai nei giorni precedenti, i caratteri delle mie sorelle a Yao, per prepararlo sia mentalmente che fisicamente alle domande che gli ronzeranno nella testa delle due. E malgrado alle mie "spiegazioni" Yao, è fermamente convinto, che non vuole giudicare nessuno a primo impatto. Praticamente era un modo carino per dirmi che non mi dovevo preoccupare e che non aveva ascoltato le precedenti spiegazioni.
«Hai fratelli Yao?» chiede Katiusha.
«Molti, aru!» sorride in risposta, «Sono il più grande tra i miei fratelli.»
Ho conosciuto i suoi fratelli solo in chiamata, tramite il suo telefono. Vivono tutti in Cina e spesso e volentieri prendono un aereo per venire qua a New York, per fargli compagnia. Mi ricorda tanto la famiglia di Arthur...
«Famiglia numerosa eh...» borbotta Natalia.
«Magari potremmo fare un bel pranzo di famiglia uno di questi giorni!» sorride Katiusha, ignorando Natalia.
«Con piacere!» sorride emozionato Yao.
Ha sempre avuto questa attrazione per la famiglia numerosa, me ne ha sempre parlato. Ha già pianificato anche di adottare qualche bambino. E per qualche intendo almeno tre.
«Scusate...» con un leggero colpo di tossa attiro l'attenzione di tutti e tre, «Ve lo chiedo anche se c'è qua lui, a voi, Yao, piace?»
Ho raccontato anche questo a Yao. Avrebbe avuto il reso conto alla fine della serata e io, di sentire la sua mano tremante stringere la mia sotto il tavolo, non riesco più a resistere e quindi voglio toglierli un enorme peso che si porta da più di una settimana.
Nasconde spesso i suoi sentimenti, ma quando afferra saldamente la mia mano senza farlo vedere alle persone che ci circondano, può significare una sola cosa: ha paura.
Natalia e Katiusha si guardano, per poi riprendere a guardare noi due, che siamo fissi a osservarle.
«Era già da qualche mese che ci parlavi di questo Yao...» inizia Katiusha, «E sono sicura che con lui non sia un flop, non è vero fratellone?»
Acconsento con un cenno di capo, mentre sento sotto il tavolo la mano di Yao stringersi sempre di più contro la mia.
«Se sei felice con Yao, va bene anche per me...» sospira Natalia.
Un appio sorriso si forma sulle mie labbra. Sono incredulo. Non ho mai sentito dire alle mie due sorelle una opinione positiva sul ragazzo che portavo a casa e sentirle, finalmente, dire questo mi riempie il cuore.
La presa della mano di Yao si fa più morbida e solo poco dopo essersi reso conto che "andava bene" mi salta tra le braccia, stringendomi con le sue poche forze.
La bocca di Natalia stava per pronunciare qualcosa, ma Katiusha sembra averla fermata tirandole sotto il tavolo la manica della maglietta. Per il resto non vedo più nulla, Yao continua a riempirmi di baci sul intero viso. Credo che questa cena sia andata più che bene... 










-----------------------------------------------------------------
ECCO A VOI IL TERZ'ULTIMO CAPITOLO- ah, non dovevo dirlo questo? Ops...
Emh... si... già, siamo già alla fine di questa storia che dura da quasi due anni credo. :D
MA STATE TRANQUILLI, che se vi piace il/lo (?) yaoi in generale, amerete come me le storie che veranno dopo! Ovviamente ce ne saranno anche Hetaliane. Non preoccupatevi baldi giovani, vi terrò sempre compagnia-... SE MI VOLETE EH. ;A;
Comunque, BUON ANNO! in ritardo MA BUON ANNO! Ecco i miei auguri con questo capitolo interamente di Ivan con una cenetta... wow. Dico solo questo. BYE BYE!        

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora