Capitolo 15

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Pov's Romano

Oggi è sabato, e teoricamente dovrei riposarmi. Magari seduto sul divano con le gambe divaricate su di esso mentre mangio il mio amato piatto di pasta. Ma no! Eh no, quel bastardo dello spagnolo vuole andare a fare shopping, da solo, senza neanche Arthur. Si, sono molto accollato a Arthur da quando si è lasciato con quella testa di cazzo del capo. Non posso farci niente, credo che sia l'unico mio vero amico da quando sono qua a New York. I miei amici italiani, diciamo, che sarebbe meglio perderli che trovarli.
«Andiamo qua Romano?»
«Ho scelta? Mi stai trascinando ovunque!» rispondo scocciato.
Sebbene gli avrò risposto sì o no cinque o sei volte male, lui, continua a girare per il centro commerciale portandomi con sé.
Ieri sera aveva accennato di fare un giorno interno a spasso, ma non credevo che pensasse subito al giorno dopo!
Una cosa strana attira la mia attenzione: non ha tolto la mano dalla tasca dietra per tutto il tempo.
«Hai male al braccio che tieni la mano dentro la tasca?» chiedo cercando di non far vedere che sono preoccupato.
«Huh? Parli di questo?» indica con lo sguardo il braccio, per poi sorridere, «Un pochino, ma non farci caso!»
Detto ciò riprende a spostare lo sguardo su ogni negozio che c'è al secondo piano di questo centro commerciale. Esatto, in due ore che siamo qua, abbiamo solo guardato il piano uno. Avvolte mi sa tanto di babbeo.

Dopo quattro ore di vagare per il centro commerciale, comprando solo qualche felpa, maglione e copridivano, ci sediamo ad una panchina a fare il conto della situazione.
«Direi che dobbiamo solo cercare qualcosa per abbellire camera nostra, che dici?» chiede Antonio intento a frugare tra le buste.
«Se proprio vuoi.» sbuffo spostando lo sguardo altrove.
I miei occhi vengono attirati da una figura a me troppo ben conosciuta e senza pensarci due volte mi alzo di scatto dalla panchina. Non solo in me sta salendo un odio profondo, ma sento anche di essere stato tradito da uno che consideravo più che amico...
Antonio deve aver visto dove puntavo gli occhi e prende la mia mano sinistra, stringendola.
«Arthur non è così stupido da rimettersi con la persona che lo ha fatto soffrire.» commenta Antonio, «Ci siamo fatti così tanti problemi per niente...»
Rimango a fissare come Arthur e il capo, Alfred, sorridono allegri. Di come Arthur stringe la mano di Alfred e di come non riescono a staccarsi uno dall'altro. Ho provato, ci stavo riuscendo, a fargli dimenticargli il capo. Ma a quanto pare all'amore non si comanda e pensare che se fossi stato nei suoi panni, lo avrei detto al mio migliore amico...
«Conto davvero così poco per lui?» chiedo con un briciolo di voce.
Vederlo felice e sorridente, mi fa piacere, ma vorrei così tanto essere a conoscenza della fonte della sua felicità. Vorrei così tanto che passasse anche solo una notte al telefono con me, per parlare di come è andata la sua giornata col suo amato. Sono sicuro che non lo farà, perché vuole tenermi all'oscuro di tutto...
A queste parole, Antonio, si alza e mi tira tra le sue braccia. Non reagisco in nessuno modo.
«Non conti poco per lui, ma se te lo avrebbe detto, come avresti reagito?»
Vero, come avrei reagito? Avrei di sicuro messo in discussione la nostra amicizia in ogni caso. Gli avrei chiesto come faceva ad amare uno come lui? Oppure semplicemente gli avrei urlato di essere un tonto a ricascarci dentro? Infondo non mi è mai andato a genio Alfred e avrei trovato ogni scusa per avere solo un briciolo di ragione...
Stringo la presa dell'abbraccio di Antonio e solo dopo averlo fatto, mi allontano quasi di scatto al ricordo del suo braccio dolorante.
«Ti fa male il braccio, non ti conviene abbracciarmi così forte...» gli faccio notare.
Lui prima mi guarda in mood confuso e poi si lascia scappare una risatina. In questi casi una sberla o un pugno in testa se lo meriterebbe.
«E ora perché ridi!?» chiedo irritato dal suo comportamento.
«Sono felice che ti preoccupi per me!» sorride per poi concludere, «Ma il mio braccio sta benissimo...»
Allora gli piace proprio tanto prendermi per il culo. Sto per alzare un pugno verso la sua testa, ma prima che lo potessi fare lui si inginocchia davanti a me. Ritiro, confuso, il mio pugno lasciandolo libero al lato del mio fianco. Rimango a guardarlo più che mai confuso.
«Che succede idiota? Alzati, ti stanno guardando tutti!» sbuffo ancora irritato dal suo comportamento precedente.
Mette una mano dentro la famosa tasca dietra e estrae da quello un cofanetto. I miei occhi si spalancano e faccio un passo indietro per lo spavento. Non vorrà mica...
«Romano Vargas,» inizia col aprire il cofanetto e guardarmi dritto negli occhi, «vuoi sposarmi?...»
In un attimo le persone affianco a me scompaiono, il cuore inizia a battere più forte e veloce che mai. Le mie guance si tingono di un rosso visibile e non riesco a smettere di osservare l'anello racchiuso dentro il cofanetto.
Rimango imbambolato per un dei buoni minuti e credo di aver fatto aspettare anche troppo Antonio, siccome mi sta guardando una espressione di supplica.
«S-Sei un idiota...» riesco a pronunciare tra una lacrima e l'altra, «certo che voglio!»
Mi butto tra le sue braccia e lo stringo sempre più forte a me, anche se con poca forza, riesco chiaramente a fargli capire quanto sia stupido e dolce in questo momento. Avrei preferito che la richiesta di matrimonio non fosse davanti a un negozio, in un centro commerciale... ma se la proposta me la fa Antonio, allora qualunque posto va più che bene.
«Oh Roma... pensavo che dicevi di no...» ridacchia sul punto di piangere.
«Allora sei idiota più di quanto pensassi!» mi lascio scappare una risatina, prima di unire le nostre labbra.













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WOOOOOOH- sarebbe arrivato il momento anche per loro due, su su. 
BENE BENE! A quanto pare, ragazzi miei, siamo arrivati alla fine di questa piccola (diciamo tra mille virgole) storia! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e, mi dispiace davvero tanto, ma non ci sarà un terzo libro. Diciamo che di cose ne sono successe anche fin troppe!!
Vi lascio... ci rivedremo.. COL L'ULTIMO CAPITOLO!


siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, i lettori mi uccideranno (cit. Inno italiano-)

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora