Capitolo 11

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Pov Arthur
Oggi è mercoledì e devo ripulire l'ufficio del mio capo, come avevo stabilito con lui.
All'inizio questa cosa non mi piaceva, ma ho scoperto che non solo ci ha fatto rimettere insieme, ma posso passare un sacco di tempo con Alfred, senza che i miei compagni destino sospetti.
Avvolte esce dall'ufficio per dare qualche occhiata al lavoro di Romano, Ivan, Antonio e gli altri componenti della compagnia. Devo ammetterlo, mi scoccia ancora che rimprovera i miei amici per poco, ma se intervengo potrebbero pensare male e non voglio che si intromettono nella mia vita. Non di nuovo.
Ho passato un panno sulla scrivania, ovviamente dopo aver tolto i fogli e gli oggetti vari su di essa e proprio mentre stavo rimettendo apposto gli oggetti sulla scrivania, uno strano rumore mi fa distogliere l'attenzione dal mio lavoro.
Giro la testa verso il rumore e noto che sulla sedia c'è il telefono di Alfred, deve essergli scivolato mentre si alzava. Lo prendo tra la mia mano destra e col dito controllo chi gli ha inviato un messaggio.
Alice? Mi domando chi sia. Non so, c'è un istinto dentro di me che mi dice che dovrei lasciar perdere sul indagare chi sia, ma c'è un'altra parte di me che desidera saperlo, desidera sapere chi è questa ragazza e perché parla con Alfred dandogli del tu e non del lei.
Apro la chat e prima di iniziare a leggere, tiro un'occhiata alla porta. Sembra che non stia tornando.
Inizio a leggere il messaggio che gli ha inviato.
"Sembra che l'azienda dove Arthur voleva andare, abbiano trovato quello che cercavano. Puoi strappare le copie che ti ho dato dei fogli falsi."
Come fa a sapere lei che volevo trasferirmi? Nessuno lo sa, solo i miei amici e Alfred, che doveva per forza saperlo. Spengo il telefono e inizio a cercare i fogli di cui parla questa Alice. Non ci trovo nulla di male se mentre pulisco tocco fogli che Alfred ritira nei cassetti. Dovrò pulir pure quelli, no?
Apro ogni cassetto della scrivania, alla ricerca di questi fogli falsi, ma tra le mani mi capitano solo fogli di ricevute o di e-mail stampate e poi costudite in un cassetto.
Potrebbero essere tutti fogli falsi, non ne ho la minima idea di cosa parlava quella ragazza e non riesco a capire cosa centrino i fogli con me.
Tutto d'un tratto mi blocco e forse, riesco a capire cosa centrino i fogli con me. Non ho mai ricevuto un motivo plausibile per non essere stato preso, solo il ritardo per la consegna, che tra l'altro ho consegnato in tempo.
«Lavorate!»
Mi allontano dalla scrivania e richiudo tutto, lasciando, però, i fogli sulla scrivania. Ora non solo voglio spiegazioni da quella azienda, ma le voglio anche da Alfred.
Con tutta tranquillità, apre la porta dell'ufficio e me lo ritrovo davanti, con un grande sorriso. Si sta per avvicinare a me, quando io lo fermo.
«Tutto bene Arthur?»
«Spiegami la storia dei fogli falsi e cosa centrino con me.»
Metto subito in chiaro la situazione, mi sono ripromesso di dire tutto alla persona che ho davanti e non solo i "ti amo" che non gli ho detto mesi fa.
Sembra diventare agitato alle mie parole, talmente tanto che si allenta la cravatta. Io, per fargli sputare il rospo, rimango a guardarlo mentre incrocio le mie braccia al petto.
«Spiegami tutta questa situazione!»
«Ascoltami Arthur...»
Inizia a parlare con un po' di paura in corpo, la noto dal suo modo di agitarsi. Allora centra qualcosa con questa storia!
«Non potevi andartene! Ti avrei perso per sempre e di sicuro non volevi nemmeno tu tutto questo!»
Rimango a fissarlo senza nessun tipo di espressione. Non parlo, voglio vedere fin dove arriva.
«Avevo una opportunità d'oro per farti rimanere: dare fogli falsi alla tua "nuova" agenzia!» appoggia le mani sulle mie spalle e poi continua «Lo feci! Per non perderti!»
Vorrei così tanto picchiarlo. Sa quanto sono stressato qua e che non riesco più ad avere una vita privata in questa azienda. Ma probabilmente lui ha pensato prima a sé stesso che poi a me.
«Tu non hai idea di quanto io sia stressato in questa azienda!» non ci penso due volte e inizio a dirgli quello che penso «Non ho più una vita privata, qualsiasi cosa che devo correggere sono pieni di errori, devo pulire sto schifo di ufficio e rimanere fino a tardi per ultimare gli ultimi articoli!»
Lui mi guarda confuso e quasi spaventato dalla mia reazione. Lo so, sono cambiato molto in questi mesi e lui, di sicuro, non s'è accorto.
«Andare in una azienda più tranquilla poteva risolvere tutti i miei problemi e farmi, magari, smettere di fumare!»
Mi lascio scappare anche fin troppo dalla mia bocca.
«Cos- Aspetta! Tu fumi!? Da quando!?»
«Da quando TU mi hai lasciato!»
Iniziamo a discutere. Cosa che non è mai successo in tutta la mia vita.
La nostra litigata sembra aver accesso i timpani dei miei colleghi, che subito allarmati, aprono la porta dell'ufficio.
«Che succede qua?» Chiede Antonio sbucando per primo da dietro la porta.
Ci fermiamo entrambi e ci allontaniamo. Va bene che abbiamo litigato, ma dobbiamo sempre mantenere tutto quello ch'è successo in questi giorni, segreto.
«Niente, che sono stufo di questo lavoro.»
Sorpasso Antonio, per poi uscire dall'ufficio e andare verso la mia scrivania.
«Kirkland, dove pensi di andare!?»
«A casa, a riposarmi! Oggi voglio un giorno di ferie.»
Prendo la mia cartella e il mio cappotto. Mi avvio di fretta e furia verso l'uscita, mentre ancora i miei colleghi mi guardano con occhi increduli. Mai nessuno è andato contro in questo modo a Alfred. Felice di essere il primo.
Entro nell'ascensore e mi appoggio contro al muro, aspettando di scendere al piano terra.
Non dico che la nostra storia ora sia finita per questa discussione, ma devo prendere del tempo per riflettere. Sono circondato da persone che mi amano, ma io mi sento soffocato...



















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*coff coff* Emh, si, l'avevo detto che avreste dovuto preparare i forconi e di non ritirarli. MA EHY, il libro non finisce qua! Su su, non mi morite per una litigata plz.
BEH VI LASCIO! Al prossimo capitolo! adiosssss
E mi scuso per il ritardo del capitolo~

Il Capo Che Odio Con Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora