Il cielo era piovoso e l'aria umida entrava dal finestrino semiaperto.
La metro sferragliava entrando allafermata, Lea si alzò e si aggrappò al palo, pronta a scendere.
Il suo talento non era certo l'equilibrismo, specialmente sui mezzi pubblici.
Fece per dirigersi ai tornelli non appena le porte si aprirono, ma sentì il telefono vibrarle nella borsa.
Si appoggiò alla panchina e iniziò arovistare in ogni tasca, supponendo che fosse sua madre per rimproverarla dell'ennesimo ritardo per la cena.
Appena lo afferrò lo tenne in mano per qualche istante, indecisa se rispondere o no; era Corey.
Non aveva voglia di parlargli, masapeva anche che non avrebbe potuto ignorarlo per sempre.
O forse si.
"Pronto?"
"sta sera ho un buco, ti va di venire da me?"
Ciao anche a te eh, e si sto bene,grazie per averlo chiesto.
"chiedo a mia madre e ti facciosapere dai."
"ma dai, tanto sai che Julia miadora!"
"non esattamente."
"ma tu mi adori!"
Non esattamente.
"okay, sarò li per le nove."
Lea riattaccò, credendo fosse meglionon stare troppo a pensarci sopra.
Prese le scale e timbrò il biglietto,mettendosi il cappuccio in testa appena notò che aveva ricominciato a piovere , anche se lievemente.
Pensò che detestava pensare a Corey,pensò che litigavano spesso e che non ce la faceva più, pensò che quella sera avrebbero fatto l'amore e che a lei sarebbe piaciuto,che lo avrebbe perdonato ancora per le sue mancanze.
Che forse lo amava ancora, nel profondo; se no non capiva come potesse starci ancora insieme.
Si può dare la colpa all'abitudinefino a un certo punto.
La pioggia aumentò solo dopo che fu arrivata a casa.
Lesse il biglietto che la madre leaveva lasciato sul frigo in cui diceva che era fuori per il torneo dicalcio del fratellino e che, dopo, sarebbero andati tutti al bowling e avrebbero fatto tardi.
Julia sapeva che lei si dimenticava sempre di guardare la bacheca con sopra segnati tutti gli impegni familiari, e quindi le lasciava i post it e qualcosa di pronto damangiare.
Quella sera era la lasagna avanzata diMarios, il ristorante italiano che lei favoriva.
Prima di cenare accompagnata da una puntata di new girl in tv, si fece una doccia veloce e si mise qualcosa di carino; le piaceva uscire di casa in un certo modo, anchese lui non pareva accorgersene più di tanto nell'ultimo periodo.
Le solite scarpe da tennis nere e ilsuo vestito verde di fiducia le sembravano l'ideale.
Mangiò frettolosamente, dato che sistemarsi i capelli in modo che sembrassero decenti le aveva impiegato più tempo del solito, come sempre.
Corey non abitava molto lontana da lei,giusto un paio di fermate.
Anche quella sera un vagone oscillantesarebbe stato pronto ad accoglierla, con tutti i suoi pesi sullespalle e le parole morte prima ancora di poter nascere.

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Underground
Fiction généralePROLOGO: Guardandosi allo specchio vide una cosa che non aveva mai visto, o forse mai notato, prima di quel momento. Tutto d'un tratto si sentì persa, come se quell'abisso fosse l'unica cosa su cui potesse contare. Lei era il suo m...