CAPITOLO 15

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Fu tutto un turbinio di emozioni: il fiatone per la corsa, per il pianto e il viso sconvolto.

E' davvero appena successo?

Tornò subito a casa, a passo veloce e singhiozzando piano, e cercò di non fare rumore appena entrò in casa.

La madre era già a letto, dato che il divano era sgombro e le luci tutte spente.

Senza pensarci si diresse in camera sua e si chiuse dentro.

Ancora con trucco e vestito addosso si fiondò a letto e spense le luci.

In quel silenzio i suoi sensi si attivarono a pieno; sentiva bene il suo respiro affannoso, il letto freddo che veniva scaldato dal suo piccolo corpo accucciato e il cuscino umido per le sue lacrime.

La finestra che dava sulla strada e le macchine che, piano, passavano per fare ritorno a casa.

O per andarsene.

Cercava di fare mente locale su tutto quanto; Corey che si confidava con lei per poi lasciarla andare.

Aveva lottato tutto quel tempo per lei....ma Lea non lo sapeva,non poteva saperlo.

Dentro era come se le budella facessero la lotta per essere fatte a brandelli; lui aveva provato ma lei non aveva potuto perdonarlo, non aveva potuto riprovarci.

Non ho potuto amarlo.

Dentro sentiva un certo sollievo, per il fatto che tutto quello fosse finito, eppure quella sensazione la inquietava, la faceva sentire strana, in colpa.

Serena che il suo ragazzo non l'avesse rincorsa un secondo dopo urlando di amarla troppo, di volerla e che avrebbe cercato di far funzionare le cose.

Serena perché aveva lasciato Corey in modo buono, forse; perchè quello che le aveva parlato non era il ragazzo per cui credeva avrebbe dovuto chiudere la relazione, no, non era quello stronzo che lei siera figurata.

Era un ragazzo innamorato così tanto da essere in grado di capire che quello non era il suo posto; non li e non con lei.

Era un ragazzo onesto, che forse doveva ancora capire la sua strada,ma lei sapeva ci sarebbe riuscito.

E' solo lo shock iniziale, non aver paura, domani passerà.

Si rotolava tra le lenzuola, cercando altri dettagli da analizzare, da capire.

E' finita Lea,basta.

Il viso rivolto verso le stelline luminose sul soffitto; ormai la loro luce era fiocca ma, se guardate intensamente, si riusciva a vedere tutta la loro luminosità, e Lea la usò per avere meno paura di stare sola quella notte.

Solo sta notte,domani starai meglio.

E si addormentò recitando quelle parole nella mente come una preghiera.




"è che....non me lo sarei aspettata."

Ronny, che quella mattina si era fiondata subito dopo aver letto i messaggi mandati la sera prima, teneva in mano una tazza di té fumante e ascoltava il resoconto della serata.

"lo so, neanche io, per questo ieri sera è stato tanto devastante...insomma i messaggi sgrammaticati che ti ho mandato in lacrime parlavano chiaro."

Appena sveglia, insolitamente presto per essere domenica,  sentìRonny urlare fuori dalla sua porta.

Lei se l'aspettava in lacrime, con in mano una busta di patatine e le profonde occhiaie date da una notte insomme; invece non fu così, solo il mascara sbavato e i capelli leggerente scompigliati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2017 ⏰

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