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Zachary arrivò puntale davanti alla casa di Tessa, come ormai programmato da due settimane per evitare di farsi scoprire dai genitori di lei. Charlotte salì svelta in macchina, lo salutò con soffice bacio sulla guancia poi mise la cintura e lo intimò a partire.

«Sei davvero bellissima, Charlie.» mormorò incantato mentre faceva scorrere il suo sguardo su di lei, alla quale si erano già tinte di rosso le guance.

«Anche tu sei stupendo. Stai benissimo con la camicia bianca.» commentò lei, rossa fino alla punta delle orecchie, mentre lo guardava con la coda dell'occhio. Lo vide arrossire, stringendo con più forza le mani sul volante poi fece ripartire la macchina. Destinazione: New York.

Charlotte, con la testa appoggiata al finestrino, pensò che quella serata sarebbe stata memorabile, anche perché era il primo appuntamento. E cazzo, se era felice di quello.

Tra una portata e l'altra, i due ragazzi parlarono del più e del meno. Charlotte gli raccontò che quando aveva all'incirca sette anni perse una scommessa con suo padre – quando ancora era buono con lei, aggiunse – e la penitenza fu quella di guardare tre film d'orrore di seguito. Suo padre, ridendo gloriosamente, esclamò che non ci sarebbe riuscita, ma la verità fu un'altra. Lei guardò tutti e tre i film d'orrore e si innamorò di essi, volendo poi vederne sempre di più. Il padre sorpreso, si congratulò con lei, confidandogli che il fratello, alla sua stessa età, non era riuscito nemmeno a vedere metà del primo film e che per quasi tre anni volle dormire con la luce della abat-jour accesa. Charlotte, a quei tempi, si sentì molto orgogliosa di quella cosa e a scuola si vantò spesso di guardare film spaventosi con suo padre mentre le sue compagne di scuola tremavano al solo pensiero di vedere un qualsiasi mostro spuntare dalla televisione.

La ragazza ridacchiò quando nella sua mente comparvero i visi spaventati delle sue compagna di classe delle medie, quando un giorno le invitò a casa sua per vedere The Ring che in quell'anno era molto popolare tra i giovani come prova di coraggio.

Zachary invece le raccontò che il primo film d'orrore che vide fu It e che per colpa di Pennywise adesso soffriva di Coulrofobia. Aveva una paura così folle dei clown che quando i suoi genitori, per il suo nono compleanno, invitarono un animatore travestito da pagliaccio, lui gridò terrorizzato davanti a tutti, nascondendosi poi dietro a sua madre e con grande imbarazzo, ammise di essersi fatto la pipì addosso per lo spavento.

Charlotte gli sorrise affettuosamente, stringendo la sua mano in quel del ragazzo di fronte a sé, il quale aveva le guance arrossate e lo sguardo basso per la vergogna.

«Non devi vergognarti di niente.» disse la ragazza, guardandolo dolcemente e accarezzandogli col pollice il dorso della mano, cercando di tranquillizzarlo un po'.

«Lo so, è solo che quel dannato pagliaccio disse la stessa frase di It... "Lo vuoi un palloncino?"» Zachary, con occhi sbarrati replicò la frase del clown, celebre per aver terrorizzato migliaia di bambini.

«"Galleggiano lo sai... Galleggiano, galleggiano tutti e anche tu galleggerai."» continuò Charlotte, rabbrividendo anche lei al pensiero dei denti affilati di Pennywise quando afferrò George all'inizio del film.

«O-okay, parliamo di qualcos'altro che non siano pagliacci.» biascicò a disagio il ragazzo, alzando un angolo della bocca in un mezzo sorriso forzato.

«Va bene... Uhm... Vediamo... Ordiamo il dolce?» propose Charlotte, emettendo una breve risatina spastica, grattandosi una guancia imbarazzata. Aveva proprio voglia di mangiarsi un dolce; lei era golosa di dolci.

«Sì, perché no!» rispose Zachary, tirando un sospiro di sollievo poi chiamò un cameriere per farsi dire che dolci c'erano.

Una volta mangiato anche il dolce, Zachary pagò il conto, anche se più di una volta Charlotte protestò per poter saldare lei stessa la sua parte. Alla fine vinse lui che orgoglioso di sé, spalancò con grazia la porta per poter far passare per prima Charlotte, «Prima le signore».

«Ora dove andiamo?» domandò Charlotte massaggiandosi la pancia piena. Dio, aveva mangiato benissimo. E Zachary era riuscito, come sempre, a farla stare bene, a farla sentire amata e a casa.

«Vuoi tornare a casa? Oppure vuoi fare un giro da qualche parte?» propose Zachary, facendo intrecciare le sue dita con quelle di Charlotte che divenne immediatamente paonazza. Un gesto dolce, fatto da una persona dolce, si ritrovò a pensare pochi secondi dopo. Quindi strinse la sua presa in quella di Zachary e gli sorrise teneramente, arricciando di poco il naso.

«E se andassimo al cinema?»

«Per bene va benissimo. D'altronde se ti ricordi, ci eravamo promessi di andare al cinema una volta incontrati e sono passate già tre settimane senza però averlo fatto.»

Charlotte annuì, ricordandosi delle varie promesse che si erano fatti, più quella di andare al cinema insieme. «Giusto. Quindi andiamo.» esclamò lei, trascinando Zachary verso la sua auto che sorrise poiché gli tornò in mente la giornata passata a Central Park. Charlotte lo stava trascinando proprio come aveva fatto quel giorno. Era ansiosa di andare da qualche altra parte con lui e anche lui era ansioso di passare altro tempo con lei. Uno amava la compagnia dell'altro e più e più volte lo avevano ammesso a loro stessi e all'altra persona. I due ragazzi vorrebbero tanto che il tempo si fermasse per poter passare più secondi, minuti e ore possibili insieme.

«Chissà che film proietteranno.» gongolò entusiasta Charlotte, una volta salita in macchina. Gli angoli delle labbra fini di Zachary si alzarono verso l'alto in un sorriso deliziato poi mormorò un «già» e fece partire l'auto.

Omegle [Youth Series ~ Book #8]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora