81 ✨

1.8K 183 67
                                    

Passò quasi un'ora, in cui Charlotte non smise mai di piangere, prima che la porta della sua camera venisse aperta dal fratello che ghignò nel vederla in quello stato.

«Oh, la povera e piccola Charlotte piange.» finse di piagnucolare «Mamma e papà ti vogliono parlare. A quanto pare quel ragazzo non lo vedrai e sentirai mai più».

Charlotte, digrignando i denti per la rabbia, gli sferrò un pugno contro al naso, sentendolo scricchiolare sotto alla sua mano, «Ti odio pezzo di merda. Questa me la paghi.» gli sbraitò in faccia per poi sputargli addosso.

Con passi pesanti e il viso rosso dalla rabbia, scese le scale per poi entrare in salotto, dove trovò i suoi genitori ad aspettarla con espressioni dure e inflessibili.

La madre le fece segno di sedersi, continuando a squadrarla severamente. Charlotte si sedette, stringendo i pugni lungo le cosce e prendendo un lungo e profondo respiro per cercare di calmarsi almeno un po'.

«Signorina, noi due dobbiamo parlare. Tuo fratello ci ha raccontato del motivo per cui non eri mai a casa. Gesù Santo, ancora non posso credere che mia figlia esca con un ragazzo tossico dipendente. Perché? Perché ci fai questo? Ti droghi anche tu, non è così?» la madre le rifilò con tutta la sua potenza, un sonoro schiaffo che riecheggiò in tutto la stanza con forte schiocco e che fece venire le lacrime agli occhi a Charlotte mentre la guancia colpita si gonfiò e divenne rossa. La ragazza provò un dolore bruciante in tutto il viso mentre le lacrime pungevano ai lati degli occhi, pronte per uscire e per mostrarsi debole davanti a quella stronza di sua madre.

Charlotte scosse la testa e ricacciò indietro le lacrime. «Lui non è nulla di quello che Liam ha descritto. Zachary è un ragazzo bravissimo che mi rende felice.» sibilò lei, fissando furibonda i suoi genitori che si scambiarono un'occhiata, scuotendo il capo delusi.

«Perché mai Liam dovrebbe mentire, eh signorina?» fu il turno del padre di parlare, sempre col suo tono di voce impostato e costantemente severo.

La ragazza roteò gli occhi, facendolo sembrare una cosa ovvia. Sì, ovvia solamente per lei e per quel bastardo di suo fratello.

«Perché non vuole che io sia felice! Lui vuole che esca solamente con persone che lui può controllare.» esclamò lei adirata, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani per il nervoso.

La madre inclinò la testa di lato, tendendo le labbra in una linea retta e dura, «Forse è meglio così. Dovresti uscire con ragazzi che tuo fratello ritiene idonei per te.» annuì ripetitivamente, scambiandosi una seconda occhiata col marito che acconsentì a sua volta.

Charlotte spalancò gli occhi sconvolta, boccheggiando in cerca d'aria come un pesce fuor d'acqua. Ai suoi genitori andava bene se il loro figlio sceglieva il ragazzo per la figlia, senza prima avere un parere da lei? Ma che in che razza di famiglia era finita?

«Cosa? State scherzando? Sono degli idioti senza cervello che vogliono solamente scoparmi e voi mi dite di ascoltare Liam?» la ragazza aveva il viso paonazzo dal nervoso, gli occhi iniettati di sangue e le narici dilatate. Era assurdo. Dannatamente assurdo. Lei sarebbe dovuta uscire con quei trogloditi degli amici di Liam solamente per far felice lui e per potersi far controllare e per i suoi genitori? Ma neanche morta!

La madre le tirò un altro schiaffo più debole del primo, digrignando i denti. «Modera il linguaggio signorina e ora cancella immediatamente il numero di quel ragazzo.» esclamò lei severamente, cercando di afferrare il cellulare della figlia.

Charlotte se lo strinse al petto, fulminando con lo sguardo i suoi genitori e mordendosi il labbro inferiore per cercare di fermare le lacrime.

«No, mai!» strillò lei.

«Fallo ora, se vuoi rivedere ancora la luce.» la minacciò la madre, pronta per tirarle un altro schiaffo, ma il marito la fermò, scuotendo il capo. La donna riabbassò il braccio, incrociandolo poi insieme all'altro al petto e aspettando che la figlia le consegnasse il cellulare.

Charlotte si alzò in piedi mentre con le mani andava a togliere la cover del suo cellulare, «Mai. Io amo Zachary. Il vero Zachary e non quello creato da Liam.» strillò ancora, spintonando la madre.

La donna si trattenne con forza dallo sferrare un altro schiaffone alla figlia poi allungò una mano e le afferrò in una morsa ferrea l'avambraccio, «Dammi quel cellulare, figlia ingrata».

La ragazza si staccò fulminea dalla presa della madre, aprì il retrò della scocca del cellulare e poi le lanciò in faccia la batteria del suo smartphone, «Tieni pure la batteria, ma voi il mio cellulare non lo avrete.» disse, coi denti digrignati per il nervoso e gli occhi iniettati di sangue.

Si morse il labbro inferiore, questa volta però una lacrima le solcò una guancia, «Vi odio. Siete dei genitori di merda.» sibilò delusa e arrabbiata, uscendo dal salotto per poi incontrare il ghigno di suo fratello che la stava aspettando vicino alle scale, «Fottiti Liam. Sei solamente un bastardo di merda!» esclamò furibonda.

Charlotte sentì i passi dei genitori avvicinarsi velocemente a lei e a suo fratello. Non aveva voglia di vedere nessuno di quella famiglia. Erano tutti dei bastardi senza cuore. Ecco cos'erano. Era importante solamente la loro felicità mentre quella di lei no. Lei non poteva essere felice.

«Fila in camera tua e non uscire da lì fino all'ora di cena. Ci siamo intesi?» la madre le scaraventò contro una ciabatta che la prese proprio al centro della schiena, facendole emettere un gemito di dolore e strizzare gli occhi per non scoppiare a piangere del tutto.

Si girò velocemente verso i genitori e scosse la testa arrabbiata. «Ma vaffanculo!» sibilò poi velenosamente, spintonando il fratello da parte per poi salire le scale e chiudersi in camera sua. Li odiava con tutto il suo cuore. Le stavano rovinando la vita. Come si poteva odiare così tanto una figlia che non faceva niente di male, se non amare qualcuno che il fratello non poteva manipolare a suo piacimento? I suoi genitori erano degli idioti di prima categoria, manipolati dal loro stesso figlio. E nemmeno se ne accorgevano.

Omegle [Youth Series ~ Book #8]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora