Dolceamara

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È davvero carina.

È tutto quello a cui riesci a pensare, mentre ti prende per mano e ti porta in camera sua.

Non sai nemmeno come sei finito in quel paradiso. Non sei mai stato bravo con le ragazze.

È bastato offrirle da bere e avete iniziato a chiacchierare. Qualche sguardo, un paio di risate nervose... e ora sei lì, nel suo letto, a goderti l'attesa.

Sei sessualmente eccitato, non vedi l'ora di vederla spuntare dalla camera affianco.

"Vado a mettere qualcosa di più comodo...", ha detto, ammiccante. Non sei mai stato così ansioso.

Cominci a fare pensieri un po' stupidi, sei quasi imbarazzato. Ma lei torna, ti sorride e tutto passa.

Lo fate come non avresti neanche immaginato che si potesse fare. Dalla stanza accanto non si è portata solo il vestitino trasparente e un paio di tacchi vertiginosi, ma anche qualche giochino. Fruste, bavagli di seta, manette, e un tubetto di lubrificante.

Andate avanti parecchio, lei continua a cospargersi quella roba ovunque. A te non piace troppo, è viscida e ha un gusto strano, quasi amarognolo, ma sei troppo preso dal suo corpo per pensarci.

Stringi, baci, mordi.

Quando finite vai in bagno a sciacquarti il liquido lubrificante di dosso. Ne hai ovunque, sopratutto in bocca.

Ti guardi allo specchio soddisfatto: questo ti ha fatto salire l'autostima a mille e ora ti senti un grande, un figo, ti senti come se potessi alzare il mondo con un dito.

Ma non è così.

In effetti non è affatto così. Inizi ad essere piuttosto debole, tutto d'un tratto.

Ti gira la testa.

Non ci fai caso, ti sciacqui di nuovo la faccia e pensi che passerà tutto. Magari è solo la stanchezza, devi ancora riprenderti da quel viaggio in paradiso.

E invece, quando alzi la testa dal lavandino, il mondo inizia a girare e ti senti cedere le ginocchia. Cerchi di metterti a fuoco nello specchio e ciò che vedi ti spaventa: sei di un bianco pallidissimo e le labbra iniziano a tingersi di viola.

Inizia a colarti del sangue dal naso.

Cadi.

Tutt'un tratto, il senso di onnipotenza è rimpiazzato dalla sensazione opposta: lì, nudo, sulle piastrelle gelate di un bagno, senza quasi riuscire a muoverti. Non ti sei mai sentito così debole.

Cerchi di chiedere aiuto alla ragazza, ancora sdraiata sul letto. Lei ti guarda con un sorriso strano. Non ha nessuna intenzione di aiutarti.

Il lubrificante, il dannato lubrificante. Ecco perché ha insistito tanto, ecco perché aveva un gusto così strano.

Sei stato avvelenato.

I crampi allo stomaco si fanno insopportabili, non riesci a muovere un muscolo, inizi a faticare per respirare.

Ma lei è sempre lì a guardarti. È impaziente.

"Non ti decidi proprio a morire, tu, eh?" ridacchia con tono inquietante.

"Non ho tutta la notte. Se non muori da solo dovrò ucciderti io"

Detto questo si alza dal letto, viene verso di te, ma tu non puoi più reagire. Anche parlare sembra un'impresa titanica.

Sorride. Si è divertita molto quella sera.

E ancora si diverte, mentre punta il tacco a spillo sulla tua tempia e inizia a spingere.


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