Il Cacciatore

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Gli uomini sono capaci di manifestare una malvagità profonda, che spesso supera le fantasie di chiunque.

Come se il male non fosse nelle nostre menti, non si potesse immaginare, ma solo sprigionare in un attimo.

Come se la lucidità delle nostre menti non fosse una condizione costante.

Come se ci si potesse avvicinare alla follia e poi tornare a vivere una vita candida, come il sorriso di una bambola di porcellana.

Ci sono leggende di uomini che hanno commesso atti talmente efferati e malvagi da essere chiamati mostri.

Si parla di un mostro che visse dalle parti dell'Aquila, in un rifugio sperduto tra i boschi degli Appennini, presunto responsabile di almeno una trentina di omicidi. Le modalità delle esecuzioni furono particolarmente raccapriccianti, poiché le vittime venivano lasciate a morire dissanguate in un capannone, completamente squoiate, mentre le pelli rimanevano ad essiccare poco lontano. Da esse vennero ricavati tutti gli abiti con i quali l'uomo si vestiva.

Altri narrano di una donna: visse a Mosca, ebbe più di 70 amanti, tutti morti avvelenati durante il coito e, per i più duri a morire, la soluzione era un semplice tacco a spillo. Sembra che il membro degli sfortunati venisse conservato in una collezione, tutt'ora dispersa in un luogo sconosciuto.

C'è chi ha provato piacere autoerotico davanti alle teste delle sue vittime, anch'esse maniacalmente conservate ed esposte. Ma nessuna di quelle apparteneva a qualcuno di età superiore ai 12 anni.

La leggenda più bizzarra che abbia mai sentito narra di qualcuno talmente ossessionato dal fuoco da immolarsi insieme alla propria famiglia, nella convinzione di elevarsi così a qualcosa di superiore. In pochi sanno che l'uomo di cui parla la leggenda sopravvisse ed appiccò il fuoco in sette ospedali in tutta America. I malati scappano più lentamente.

Io ho conosciuto tutti questi uomini, ed ho assistito al loro ultimo respiro.

Alcuni erano così pazzi da essere addirittura esaltati in quel momento violento e brutale. 

Ho strappato i loro cuori dai petti a mani nude, e ancora li guardavo negli occhi mentre iniziavo a nutrirmene, per cogliere ogni emozione. La rabbia, la paura, la follia perversa, l'estasi, il dolore... Li ho visti nei loro sguardi, e sono stati il gusto dei miei banchetti.

Per questo ora so che, nonostante venissero chiamati mostri, erano tutti uomini.

Io sono il mostro. 

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