Induismo

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Un Hijra (subcultura) assieme ad alcuni ragazzi durante un festival indù

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Un Hijra (subcultura) assieme ad alcuni ragazzi durante un festival indù.

All'interno dell'induismo il piacere sessuale non viene percepito come il male in quanto è un dono di Dio; il peccato della carne non esiste come nel cristianesimo e molte sculture sensuali che rimandano all'erotismo sono presenti sulle pareti esterne dei templi ad imperitura testimonianza. Tuttavia il piacere carnale viene accettato generalmente solo nella misura in cui lui è eterosessuale e consumato entro il vincolo del matrimonio. Come accadde anche per l'Europa, diverse epoche hanno creato diversi gradi di tolleranza, ma l'induismo (o Brahmanesimo) e le sue religioni sorelle (il sikhismo, il giainismo, il buddismo etc.) sono state nel corso dei secoli fortemente influenzate per ben cinque secoli dell'islam che ha dominato il subcontinente indiano attraverso i Moghul e dal puritanesimo dei colonizzatori britannici poi nell'impero anglo-indiano. L'induismo ha preso varie posizioni nei confronti dell'omosessualità che vanno dall'affermativo al neutro all'antagonismo. Riferendosi alla natura del Samsara il Ṛgveda Saṃhitā, uno dei quattro testi sacri canonici dell'induismo, afferma: "Vikruti Evam Prakriti" (perversità/diversità è ciò che la natura comprende nel suo tutto e quella cosa che sembra innaturale è anch'essa naturale).

La sessualità viene di rado discussa apertamente nella moderna società indù e le questioni LGBT rimangono in gran parte ancora un argomento tabù, soprattutto per i praticanti più fortemente religiosi. L'esistenza di un "terzo genere" è stato riconosciuto dall'induismo fin dai tempi vedici e diversi testi indù, come Manusmṛti (Leggi di Manu) e Sushruta Samhita affermano che alcune persone nascono con una natura mista di maschile e femminile: esse lavoravano come parrucchieri, venditori di fiori, servi, massaggiatori ed infine dedicandosi alla prostituzione. Ancor oggi molte di queste persone appartenenti al "terzo genere" (gli Hijra (subcultura) continuano a vivere in tutta l'India, soprattutto ai margini della società.

Gli omosessuali possono essere considerati dagli ortodossi dell'induismo come "benedetti dagli dei," dal momento che il loro eros è puro: un sono contaminati dalla preoccupazione di tipo sociale o legati ai doveri familiari (quello di Kama è uno dei quattro obiettivi delle creature assieme allo studio, il dovere materiale o virtù e l'uscita dal ciclo della reincarnazione); anzi, l'eros eterosessuale può in certi casi risultare impuro perché può portare ad avere dei figli che non hanno il loro giusto posto nella società, il che è un peccato molto grave che contamina i genitori. Gli omosessuali, prima dell'era islamica in India, non hanno mai sofferto il minimo rimprovero dal Brahmano (membro della casta sacerdotale), bensì esattamente il contrario.

Il "matrimono divino": un'immagine della divinità induista Shiva raffigurata in forma di "doppio genere", manifestazione della varietà dei temi del "terzo genere" che si sono sviluppati nell'Asia meridionale

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Il "matrimono divino": un'immagine della divinità induista Shiva raffigurata in forma di "doppio genere", manifestazione della varietà dei temi del "terzo genere" che si sono sviluppati nell'Asia meridionale.

Diverse leggi religiose indù contengono inibizioni contro l'attività omosessuale, mentre d'altra parte alcune teorie indù non condannano le relazioni lesbiche; infine certi individu del "terzo genere" sono stati molto considerati. I gruppi indù non soo storicamente unificati per quel che riguarda la questione dell'omosessualità, avendo ciascuno di essi una visione dottrinale distinta.

Il Kama Sutra (Sutra del dio Kama (divinità)), un manuale sessuale indiano scritto secondo alcuni filologi attorno al 150 a.C., contiene brani che descrivono eunuchi o maschi del "terzo genere" impegnati nel sesso orale sugli uomini senza alcun tabù di sorta. Allo stesso modo alcuni Mandir (templi) e manufatti indù medioevali descrivono apertamente sia l'omosessualità maschile che il lesbismo al loro interno nelle sculture, come nelle mura del complesso templare situato a Khajuraho. Alcuni deducono da queste immagini che almeno parte della società indù e della sua religione siano state in un'epoca precedente più aperte alle variazioni della sessualità umana di quanto non lo siano attualmente.

In alcune sette indù, in particolare tra gli Hijra, molte divinità posseggono un'identità da Androgino. Vi sono divinità indù che ono intersessuali (sia maschile sia femminile); che si manifestano in tutti e tre i generi sessuali; he passano da maschio a femmina o da femmina a maschio; divinità maschili con stati d'animo e sentimenti femminili e divinità femminili con stati d'animo e sentimenti maschili; divinità nate da due maschi o due femmine: divinità nate da un singolo maschio o da una singola femmina; divinità che evitano il sesso opposto; divinità con i principali compagni appartenenti allo stesso sesso e così via.

Nonostante ciò questo non viene ben accettato dalla maggior parte degli indù e spesso viene considerato come un'eresia della Natura; coloro che l'accettano lo giustificano con la convinzione che sia Dio sia la Natura sono illimitatamente differenziati e che divino è assai difficile da comprendere appieno.

Molti sacerdoti indù hanno celebrato matrimoni omosessuali, sostenendo che l'Amore è il risultato dell'attaccamento prodottosi in nascite precedenti e che pertanto il matrimonio, nella sua qualità di unione di spirito, è trascendente rispetto al sesso (biologia) di nascita. Si è spesso anche considerato il fatto che l'induismo non condanni apertamente l'omosessualità.

  Erotismo in India  

"Le tradizioni popolari tradizionali pre-coloniali dell'India e le varie tradizioni popolari localizzate hanno assunto un atteggiamento molto più sano nel trattare l'educazione sessuale, il che potrebbe sorprendere molte persone... che vorrebbero mappare la cultura indiana con il sistema di valore dominante maschile vittoriano. Diverse divinità e tradizioni popolari sottolineano invece la natura fluida del genere (scienze sociali) e la mitologia indiana contiene storie che rafforzano questa idea. Quindi, un bambino che cresce non avrà un forte contraccolpo o sensazione di colpa riguardo alla propria sessualità o ad altre tipologie di varianti di genere.

Devi Mahatmya e il Mahabharata sono solo due esempi. Il festival di Koothandavartemple a Koovagam in Tamil Nadu è un altro esempio della tradizione popolare locale organicamente legata alla cultura pan-indiana nel trattare positivamente la creazione di consapevolezza e la valorizzazione delle varianti di genere. Queste opportunità culturali vanno esaminate per creare spazio sociale democratico per le minoranze di genere.

La cultura dell'India è originariamente abbondante di leggende e mitologie dove eroi e eroine hanno scelto diversi generi senza alcun senso di colpa e le loro scelte sono state accettate e rispettate. Ironia della sorte, oggi le nazioni occidentali sono progressive nella ricerca e nell'educazione delle espressioni di genere e della sessualità mentre l'India, nonostante il suo ricco patrimonio culturale che rispetta e accoglie le variazioni e le scelte di genere, si trova ad essere in forte ritardo e persino manca di quella sensibilità. Per tutte queste figure del passato, ora che le abbiamo messe sotto un'unica etichetta "LGBT", c'è molta più confusione e altre identità rimangono nascoste".

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