Capitolo 2.1 - Risposte ✅

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«Lasciami andare!» urlò Stella furibonda, cercando di divincolarsi dalla stretta di Michele, il quale faticava a mantenere le braccia ben salde.
«Ti ho detto di lasciarmi andare!» ripetè lei per la centesima volta.
Mano a mano che il tempo scorreva, la sua voce si faceva sempre più flebile, emetteva quelle parole di supplica tra un singhiozzo e l'altro. Alla fine, esausta si abbandonò a lui; se non fosse stato per Michele sarebbe sicuramente crollata a terra.

«Ehi, shhh, tranquilla...»
Il bel moro tentava di rassicurarla, cullandola da dietro, proferendo parole di conforto che la rossa non udiva neppure, tanto era presa dal pensiero di averlo perso, il suo principe del mare era scomparso in una manciata di secondi.
Come farò ad andare avanti ora?
Ripensò alla sera prima, quando si erano congiunti, quella che non sapevano sarebbe stata l'ultima. Ripensò alla profondità del suo sguardo, così dolce e allo stesso tempo carico di desiderio; tacite promesse racchiuse in un silenzio che gridava in realtà frasi già ripetute all'infinito.

Inaspettatamente lo squarcio iniziò a richiudersi, riscuotendo la ragazza, la quale con una rapidità sconcertante riuscì a recuperare le forze. Un'adrenalina dettata dalla paura, quella paura di non poter più fare nulla. Non le fu difficile sfuggire dalla debole morsa del ragazzo, il quale aveva allentato troppo la presa, convinto che Stella fosse ormai troppo distrutta per reagire.
«No, no, no! Non puoi richiuderti, non puoi! Lui è vivo, deve essere vivo!» Riprese a gridare, lanciandosi in ginocchio sull'asfalto e battendo forte i pugni lì dove prima una voragine era apparsa inghiottendo una delle due persone più importanti della sua vita.
«Deve esserlo...» e fu dopo questo sussurro, pieno di sconforto, che si lasciò andare con rassegnazione a un pianto straziante, sotto lo sguardo comprensivo di Michele.

La pioggia ancora cadeva copiosa, mischiandosi con le lacrime cristalline che le solcavano il viso.
Non sapeva se fossero passati minuti oppure ore, percepì un braccio dietro la schiena e uno sotto le ginocchia che la sollevarono a peso morto in stile sposa. Appoggiò la testa sul cuore del suo salvatore, i capelli ormai fradici, così come i suoi vestiti; non potè evitare di pensare al fatto che quello non fosse il suo Luca, quel battito regolare non era come quello del suo amore: quello del biondo era così accelerato ogni volta che si trovavano stretti l'una all'altro...
Questa consapevolezza le fece emettere altri singhiozzi.

Michele decise che la miglior soluzione sarebbe stata quella di portarla seduta stante dal padre, come aveva promesso di fare. Si avviò così verso il bar, percorrendo la strada principale. Nessuno fece caso a loro, quei pochi passanti nei quali si imbatterono erano troppo impegnati a correre per trovare un riparo.
Michele evitò una pozzanghera con un leggero balzo, abbassò poi lo sguardo verso Stella, dato che non sentiva più il suo pianto, solo leggeri gemiti: quella testarda ragazza si era finalmente addormentata e aveva smesso di piangere. Quella però era una calma effimera, data la sua espressione corrucciata. Il tumulto di emozioni si era difatti riversato in un sonno agitato, un riposo fatto di incubi e freschi ricordi, che sarebbero rimasti presenti per sempre in lei come un marchio indelebile.

Giunto di fronte al locale, si accorse subito della sagoma sulla porta. Quell'uomo lo aveva odiato dal primo momento, non appena messo piede nel suo bar un paio d'anni addietro. Michele non avrebbe mai dimenticato quegli occhi azzurri e glaciali, così simili a quelli della figlia, puntati su di lui con fare freddo e guardingo.

Michele era sicuro che Lucio si sarebbe ricreduto. Il ragazzo era già a conoscenza del suo compito, in quanto la madre gli aveva lasciato una lettera con precise indicazioni su quanto avrebbe dovuto fare, informandolo che il suo destino era già segnato e non avrebbe potuto modificare gli eventi. Non vi aveva creduto fino in fondo, ma dati gli ultimi avvenimenti, ancor più quelli vissuti con i propri occhi nell'ultima ora, sarebbe stato uno stolto a negarne l'evidenza.

Sun and Moon - TRILOGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora