Capitolo 6.1 - Prima della partenza (Parte 2) ✅

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Stella guardava costantemente l'orologio, in attesa che anche quella lunga giornata giungesse al termine. Mercucio non l'aveva lasciata respirare un solo attimo, evitando le avances della mora che aveva finalmente optato di lasciar perdere, tornando dalle amiche indispettita. A un tratto, sentì la porta aprirsi e sbuffò nuovamente alla vista di colui che era appena entrato. Pensava che il peggio lo avesse ormai affrontato, ma al peggio per lei non c'era mai fine.

Capello moro ben pettinato, due pietre azzurre che si guardavano attorno con superbia: al suo fianco colei che avrebbe dovuto battere l'indomani. Con la partenza serale, aveva deciso di partecipare ugualmente alla gara per la quale si era allenata per mesi. Avrebbe vinto per Luca. La malinconia l'avvolse nuovamente al pensiero che, solo pochi giorni addietro, il biondo le aveva promesso che l'avrebbe attesa al traguardo a braccia aperte, pronto ad accoglierla. Sapeva perfettamente che quella visione sarebbe stata una magra consolazione per il suo cuore infranto, ma sentiva che quello era l'unico modo per prepararla ad affrontare i mesi successivi.
Quando quelle iridi color ghiaccio agganciarono le sue, fecero aprire quella bocca tanto perfetta quanto crudele in un ghigno. La sorella lasciò perdere il fratello, unendosi subito al gruppetto di Agata, facendo amplificare quelle risa e vocette stridule che Stella faticava a tollerare.

«Ciao, splendore, tutta sola stasera?» Massimiliano non perdeva mai l'occasione per schernirla, in attesa della solita risposta pungente della sua ex. Stella invece faticò a proferire verbo, non sapendo cosa dire. Cosa avrebbe potuto rispondere, che Luca era scomparso?

«Proprio sola, no», entrò in sua difesa Mercucio, la cui voce si impose chiara e decisa, facendo sì che il ragazzo che le aveva spezzato il cuore si voltasse verso di lui.
Massimiliano alzò le sopracciglia, corrugando la fronte e assumendo un'espressione di sfida.
«Saresti tu la sua compagnia questa sera? Non mi pare che tu abbia una lunga chioma dorata. Chi saresti, il suo Lancillotto? Re Artù, quando tornerà, non sarà contento di vederti con la sua Ginevra», lo prese in giro, poggiando un braccio sul legno, il mento adagiato sul pugno della mano destra.

«Il problema non sussiste», decise di allentare la tensione che si era creata tra i due la rossa, tentando di tirar fuori da quell'impiccio il povero Mercucio, come segno di gratitudine per quel tentativo di proteggerla dal traditore infame. Quest'ultimo aveva riportato lo sguardo su di lei in attesa di spiegazioni.
Stella, con l'espressione più convincente che riuscì a far apparire sul suo volto, gli rispose che Luca era partito con la madre e che lei li avrebbe presto raggiunti per trascorrere un po' di tempo in un posto paradisiaco.
A quel punto il moro tese la mascella: quella ragazza lo aveva mollato, era stato così stupido da farsi beccare. Ormai non avrebbe più potuto fare nulla per riconquistarla, solo il tempo avrebbe svelato come sarebbero andate le cose, doveva solo pazientare e attendere.

«D'accordo, piccioncini, allora vi lascio tubare in pace. Prendo uno scotch liscio e tolgo il disturbo.»
Lei si affrettò a servirlo, impaziente di vederlo uscire dalla porta a vetri da cui era entrato pochi minuti prima.
Le lasciò i soldi sul bancone e, senza attendere il resto, le fece un occhiolino, dicendole che si sarebbero visti l'indomani, senza degnare di un saluto Mercucio, il quale non aveva smesso di linciare con lo sguardo l'intruso.

Massimiliano fece un cenno a Clelia, che rapida si congedò dalle amiche, raggiungendo il fratello. Stella tornò finalmente a respirare e, ignorando lo spagnolo, andò a pulire i tavoli lasciati ormai liberi. Era quasi giunta l'ora di chiusura e finalmente sarebbe potuta tornare a casa nel proprio letto. Era una magra consolazione però, perché sapeva perfettamente che non avrebbe chiuso occhio.

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«Estrella, todo bien?»
Il bar era vuoto, lei aveva appena finito di riordinare, sovrappensiero. Non aveva più prestato attenzione a quella presenza seduta ancora su quel vecchio sgabello, abituata dopo un po' di ore alla sensazione strana che provava accanto a lui: era troppo assorta nei suoi ricordi per farci caso.
«Sì, certo. Perché sei ancora qui?»
«Preferisco accompagnarti a casa: ora sei sotto la nostra protezione», le spiegò telegrafico.
«So badare a me stessa, non preoccuparti», rispose lei senza troppe cerimonie.
«Michele mi ha riferito che ti ha salvato la vita, forse non sei del tutto in grado di proteggerti adeguatamente...» insinuó lui, mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere, vedendo la faccia arrabbiata di lei.

Sun and Moon - TRILOGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora