Capitolo 10.1 - I Mezzodemoni

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«Siete solo un branco di idioti!» sbraitò Clarissa, i lunghi capelli corvini che svolazzavano come sospinti dal vento... peccato però che non tirasse un filo d'aria. Stava in piedi, di fronte al suo trono foderato di nero, con il dito che si muoveva dall'uno all'altro ragazzo.

Con gli occhi iniettati di sangue, un lungo vestito color cobalto, dalle rifiniture color sangue, osservava i due, reduci di quell'amara sconfitta.
La regale sala era scavata nella pietra: soffitti invisibili all'occhio umano, tanto alti che le pareti rosso porpora ne delineavano il perimetro, sulle quali si trovavano appese delle fiaccole, le cui lingue di fuoco illuminavano l'ambiente tetro e sinistro. Un pavimento in granito nero con sfumature grigie si trovava sotto ai loro piedi, facendo apparire la stanza ancor più ampia.

Aveva voluto provvedere lei stessa a incontrare i giovani, rimpiazzando colui che in realtà generalmente era incaricato di dar loro gli ordini da lei riferiti, colui che tutti chiamavano "il capo": la situazione era realmente grave e necessitava di un intervento pronto e incisivo. La sua rabbia rasentava i limiti del lecito e la sua voglia di annientare chiunque le giungesse a meno di un metro di distanza incalcolabile.

«Ve li ho serviti su un piatto d'argento, come diamine avete fatto a non catturarli? Dovevate portare a termine un incarico semplice, a dir poco banale, adatto anche a degli esseri come voi... e avete comunque fallito!» urlò ancora più irata, scagliando una palla di fuoco, la quale si abbatté sulla roccia alle spalle di Massimiliano e Clelia.

«Maximilian, sono profondamente delusa di te! Ti ho cresciuto meglio di quanto meritassi, eppure a quanto pare anche tu sei solo un incapace!» rincarò.
«Madre», tentò lui costernato «la prescelta ha ucciso in pochi secondi Alexander, facendolo diventare carne essiccata. Volevi forse compromettessimo tutto pur di accelerare la loro cattura?» chiese il demone, ferito nell'orgoglio. Egli infatti aveva deciso di ritirarsi, in quanto il rischio era troppo elevato e non comprendeva come la madre non arrivasse alla sua stessa conclusione.
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«Tu non capisci: più resteranno liberi, maggiore sarà la possibilità che imparino a usare i loro poteri!»

«Mi scusi, mia regina...» Clelia tentò invano di prender parola; la donna infatti la zittì all'istante, attaccandola con una scarica elettrica che la fece stramazzare al suolo.
«Tu, lurida sgualdrina, come osi rivolgermi parola? Insulsa mezzademone senza cervello, tu non hai neppure dei miseri poteri! Con quale coraggio pretendi di aver voce in capitolo? Non ti ho ancora uccisa solo per il debito che mi lega a tua madre, altrimenti saresti già cenere. Hai disobbedito ai miei ordini e non sei stata neppure in grado di battere una stupida ragazzina!»
«Mia regina, la prego, ascolti quanto ho da dirle!» tentò nuovamente, faticando non poco, dato il colpo a lei inferto dalla malvagia demone.

«Madre, Moonguard ha poteri inimmaginabili, può governare i liquidi; in pochi secondi ha sollevato una quantità d'acqua incalcolabile come si trattasse di leggere piume, ha prosciugato Alex di ogni fluido in corpo, lasciandolo senza una sola stilla di sangue» intervenne a quel punto Maximilian, non per salvare Clelia, bensì per giustificare se stesso. Non gli importava del destino della bionda, gli interessava semplicemente non perdere la stima della donna che lo aveva concepito.

"Maximilian, è questo che non ti è chiaro: io conosco ogni sua capacità e so per certo che se arriverà a governare queste sue sorprendenti abilità, diventerà una spina nel fianco. In questa dimensione i suoi poteri sono annullati, ecco perché era importante averla già qui, imprigionata come merita. Invece è libera di apprendere e testare i suoi poteri là fuori. Per quanto riguarda l'assorbimento dei liquidi corporei, non è sicuramente un mio problema, sono una demone a tutti gli effetti e noi demoni non abbiamo sangue che scorre nelle vene, non una stilla d'acqua risiede nelle nostre membra" spiegò, non perdendo quella nota di disprezzo e rabbia nel proprio tono di voce.

Sun and Moon - TRILOGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora